La stratificazione storica reinterpretata da Marco Albini

Progetto di ristrutturazione della nuova sede della Consob a Milano

Foto: Riccardo Gucci
Installazione:
Kone

Il progetto di ristrutturazione della nuova sede della Consob prevede la realizzazione di uffici, sale riunioni, archivi
e alcuni servizi quali una biblioteca, un parcheggio sotterraneo, con i più aggiornati sistemi costruttivi dotati dei
moderni impianti di gestione dati, climatizzazione e illuminazione nel rispetto delle normative vigenti. Pur mantenendo la destinazione d’uso precedente, il progetto si propone di migliorare sensibilmente la situazione strutturale, logistica e gestionale dell’edificio, per garantire al personale impiegato le migliori condizioni di lavoro.

Visione notturna della corte interna.

Tenuto conto delle richieste minime espresse dalla committenza e considerata l’importanza storica del palazzo, il progetto mantiene inalterata la struttura generale, demolendo le superfetazioni realizzate negli ultimi sessant’anni, in modo da riportare il cortile allo stato originario con le sue colonne e i suoi capitelli.

EVOLUZIONE STORICA DELL’EDIFICIO
L’edificio di via Broletto 7 ha una storia illustre e attraversa alterne vicende fin dal 1400. Una pianta redatta alla fine del Cinquecento ci presenta il palazzo che nel frattempo aveva subito delle modifiche ed era diventato pubblico. Le successive vicende del palazzo, dal 1605 pubblico granaio, lo vedono trasformato in armeria, mentre nel 1714 vi si trasportò il Banco di sant’Ambrogio.

Scheda tecnica

– 2 coppie di impianti con manovra duplex, 6 fermate tipo MonoSpace, portata 630 kg. velocità 1 m/s
– 1 accesso di cabina
– porte di piano e cabina in cristallo, cabina con pareti in acciaio inox satinato e parete di fondo in cristallo
– 1 impianto a 4 fermate e 1 a 5 fermate tipo MonoSpace, doppio accesso di cabina, portata 480 kg. con porte di piano in cristallo e porte di cabina sul lato principale in cristallo lato opposto acciaio inox
– pareti cabina in acciaio inox satinato
– 1 impianto oleodinamico 3 fermate portata 630 kg.
– velocità 0,63 m/s con cabina rivestita con pannelli di legno, porte di piano da 900 mm

Il progetto di riutilizzo e ristrutturazione del palazzo ha assunto come principio il rispetto per la tipologia monumentale e per la qualità architettonica del complesso, sia per le facciate che per la tipologia dell’edificio, vincolata dalla presenza di muri portanti all’interno di corpi di fabbrica. In passato la Sopraintendenza aveva posto alcuni vincoli ineludibili, in particolare, il mantenimento delle facciate su strada, il possibile ripristino della struttura portante dell’edificio e degli elementi decorativi e formali presenti attualmente o rinvenuti nel corso dei lavori.

La colonna di trasporto verticale.
La spirale delle scale fronteggia
gli ascensori panoramici.

Nel cortile posto al centro del complesso, è stata realizzata una struttura interrata in cemento armato adibita, al
primo interrato, a sale riunioni e, al secondo e terzo interrato, a parcheggio automatizzato di veicoli.
In corrispondenza della fossa del mota auto è stato necessario oltrepassare i 13 m di profondità.
La struttura interrata è di tipo scatolare con muri in c.a. che svolgono funzione stabilizzante nei confronti sia delle
azioni orizzontali che verticali. La realizzazione del manufatto è stata resa ulteriormente difficoltosa dal reperimento in fase di scavo di reperti archeologici di epoca romana.

LA QUESTIONE DEI REPERTI ARCHEOLOGICI

La necessità di conservazione degli importanti ritrovamenti e l’impossibilità di procedere a un loro spostamento, ha richiesto lo studio di un intervento mirato al consolidamento dei reperti nell’ambito della struttura da realizzare.
Si è così eseguita una cortina di pali cerchianti la zona archeologica: la stabilità della medesima in fase di scavo e di esecuzione delle opere è stata garantita dalla formazione di un ponteggio provvisorio che collegava la testa della cortina alle strutture del fabbricato. I pali della cortina sono stati tra loro vincolati con travi metalliche contrapposte, agganciate con tiranti passanti costituiti da barre tipo Dywidag.
Le 2 fotografie ritraggono l’intervento di conservazione dei reperti archeologicidi epoca romana.

Il piano terreno presenta due porzioni aggiunte negli anni Trenta/Quaranta alla struttura originaria del palazzo in totale dispregio della natura a carattere monumentale dell’edificio. Si è proposto quindi di ricorrere a un trasferimento di cubatura da un lato mediante la demolizione dei corpi aggiunti e ripristino dell’assetto originario del porticato con colonne, dall’altro ottenendo il recupero totale del sottotetto verso strada a uso uffici a corpo doppio previa apertura di finestre, cappuccine e terrazzi. Al di sotto della corte interna sono state ricavate delle sale riunioni e un parcheggio meccanizzato con ascensore montato comandato da computer per la ricerca delle vetture. Le sale sono illuminate da luce naturale attraverso dei lucernari a filo della pavimentazione esterna del cortile. L’occupazione del sottosuolo della corte a uso sala riunioni, biblioteca, sala multiuso, foresteria, sala formazione e spazi archivi si impone per concentrare quelle funzioni di grande dimensione che non troverebbero spazio all’interno dei locali e comunque ridurrebbero maggiormente la dimensione degli uffici del personale. Le funzioni previste all’interno dell’intero complesso sono le seguenti: uffici amministrativi e direzionali, sale riunioni, sale ricevimento, sala commissione e sala corsi, archivi e alcuni servizi quali una biblioteca, un autosilo per trentasei auto automatico per VIP e dirigenti. Il numero di addetti da ospitare negli spazi lavoro è circa pari a centosessanta persone.

IL PROBLEMA DEI DISLIVELLI
Il problema di più difficile soluzione, data la natura tipologica dell’edificio con murature portanti di forte spessore e presenza di soffitti voltati, è consistito nel risolvere la distribuzione dei locali e dei percorsi del pubblico attorno alla corte, in quanto le quattro ali presentano continui dislivelli tra i piani. In precedenza l’edificio era servito solamente
dal grande salone centrale che occupa gran parte della superficie del piano.

In evidenza lo schema della spirale delle scale
del corpo principale del fabbricato separato
dalle due colonne di ascensori panoramici interni.
Dal cristallo di tamponamento
degli ascensori si intravede il corpo
scale dell’ ala principale.

Si poneva il problema di costruire altre scale di sicurezza per le ali corte, che potessero contemporaneamente risolvere i problemi di dislivello di piano attualmente presenti e di adeguamento alle normative vigenti dei Vigili del Fuoco. Il posizionamento degli ascensori ha consentito di servire i vari piani a tutte le quote, oltre al nuovo sottotetto recuperato per impianti, archivio e altri uffici. Il corpo principale è costituito da un massiccio fabbricato prospiciente la via Broletto. In via preliminare si sono svolti accurati controlli sulle strutture dai quali è emerso che le volte erano di modesta fattura, realizzate con mattoni forati e pertanto prive di quella generabilità richiesta dalla destinazione d’uso prevista. Si è scelto pertanto di realizzare nuovi impalcati a tutti i piani al di sopra delle volte esistenti. I nuovi solai, con travi metalliche, lamiera grecata e getti di calcestruzzo alleggerito, sono stati ammorsati nelle murature principali. Essi hanno così di fatto realizzato un’importante “legatura” del complesso murario, senza variare sostanzialmente i carichi sul fabbricato. Il peso dei nuovi solai è stato controbilanciato dall’alleggerimento dei pavimenti e dei riempimenti presenti nelle volte. La copertura è stata interamente ricostruita con struttura metallica.

Pianta del corpo scale-ascensore
delle ali laterali del complesso.
La colonna dell’ascensore
attraversa la spirale delle scale.

DUE NUOVI CORPI SCALA
Sono stati realizzati due nuovi corpi scala a collegamento di tutti i piani: questi sono costituiti da rampe elicoidali gravanti in parte sulle murature e in parte sospesi, tramite una serie di tiranti metallici, a importanti travi d’acciaio predisposte a livello della copertura. I due corpi laterali nord e sud presentavano le maggiori incognite dal punto di vista strutturale, data la loro conformazione di dimensioni molto contenute in direzione trasversale e data la presenza di un colonnato in pietra al piano terreno. Sulle testate di ciascuna ala laterale lo scavo è stato poi approfondito in sottomurazione, onde realizzare dei vani interrati ove era prevista la collocazione delle scale a servizio della quota.
Tali scale, aventi struttura metallica, raggiungono tutti i piani del fabbricato: esse gravano in parte sui muri di perimetro e, in parte, sul nuovo vano ascensore in c.a.

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