Coordinatori Laboratorio C: Massimo Angrilli, Alessio Dionigi Battistella, Valentina Donà
Rispetto al tema della città continua il laboratorio ha affrontato il rapporto dell’interazione tra grandi infrastrutture, margini urbani e sistemi ambientali. Spesso nelle proposte è affidato ai parchi urbani il compito di mediare il rapporto del cittadino e dalla città con il ponte, la strada, il porto … Numerosi i progetti per l’Italia del Sud che chiede con urgenza di superare l’arretratezza di servizi e infrastrutture, limite al potenziale sviluppo economico e civile. D’altra parte l’enorme patrimonio storicoambientale di questi luoghi richiede una sensibilità ed una attenzione speciale per progettare gli interventi. Tra le altre si inserisce anche una proposta di respiro internazionale, quella per la città di Seoul, che ha permesso il confronto con le problematiche dell’Estremo Oriente, coinvolto da un processo di crescita febbrile e inarrestabile.
Per Carlo Caltabiano, Alba Guerrera, Giorgio Marchese e Domizia Paratore (Il parco metropolitano dello stretto, Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, prof. arch. Laura Thermes) la realizzazione del ponte Archimede è un passo fondamentale per collegare Messina e Reggio Calabria e formare un’unica grande area metropolitana. Il ponte conterrebbe il sistema ferroviario, quello carrabile e quello metropolitano pedonale e la sua realizzazione porterebbe alla liberazione di una grande area ferroviaria nella città di Messina. La fascia liberata diventa occasione per un progetto che ripensa il rapporto della città con il mare, finora condizionato dalla presenza delle infrastrutture. Il collegamento tra la città costruita e la spiaggia viene affidato ad un parco il cui disegno riesce ‘ad integrare in un’immagine unitaria i diversi frammenti urbani che convergono nell’area’. Nel parco trovano posto un centro d’arte e una struttura culturale polivalente che conformano due piazze circolari e costituiscono le porte di accesso all’intervento da nord e da sud. Al di sopra del parcheggio interrato, il parterre del parco è pensato secondo una modellazione del terreno per piani con leggera inclinazione e percorsi che favoriscano le più belle visuali verso il mare e la costa calabrese.
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Carlo Caltabiano, Alba Guerrera, Giorgio Marchese, Domizia Paratore Ipotesi di progetto infrastrutturale ‘Ponte di Archimede’
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Edoardo Caminiti Ponte
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Edoardo Caminiti (Riqualificazione di un cantiere dismesso. Un parco urbano per l’area del ponte, Università degli studi di Messina, relatore prof. ing. Raffaella Lione) prende in considerazione l’area del più grande dei cantieri previsti sul versante siciliano per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, a Ganzirri fra due laghi. All’interno dell’area sono state individuate tre zone che identificano altrettanti ‘sistemi’ posti a base della riqualificazione: un parco urbano didattico- ricreativo, la zona degli orti urbani per assecondare la vocazione agricola dell’area andata in parte perduta negli ultimi anni, il lungocanale. Il parco è suddiviso in fasce che ricalcano i segni dei lotti stretti e lunghi che scendevano fino al mare. Ogni fascia corrisponde ad un hortus conclusus coltivato con essenze locali e delimitato da muri che definiscono il disegno del parco ora come elementi lineari, ora come volumi contenenti una funzione, ora frammentati in elementi puntuali. La fascia più interna verso il canale è pensata come sistema di orti urbani per l’autoconsumo da parte dei cittadini-coltivatori. La cura degli orti salverebbe l’area dal degrado e l’abbandono e contribuirebbe a consolidare l’attaccamento degli abitanti al territorio così pesantemente trasformato dalla nuova infrastruttura. Il canale di collegamento tra i due laghi è valorizzato attraverso tre interventi pilota in punti diversi lungo l’argine, mentre la viabilità è riorganizzata in quattro livelli gerarchici: viabilità primaria, percorsi espositivi, accessi agli orti e via dei Margi, rimarcata da una successione di portali, i cui materiali richiamano quelli del ponte. Ancora per lo stretto di Messina Francesco Fedele (Area metropolitana dello stretto – Nuovo terminal ferroviario a Reggio Calabria Bolano, Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, relatore prof. arch. Laura Thermes, correlatori: R.M. Tornatora, E. Mollica, A. Paolella, C. Nava) mira, attraverso la programmazione integrata dell’intera area, all’ottimizzazione dell’accessibilità e dell’efficienza delle strutture di trasporto convinto che innovazione e qualità dei servizi (indispensabili fattori di crescita per il territorio) non siano in contrapposizione col rispetto e la salvaguardia dei luoghi e del paesaggio. Acquisita l’ipotesi del collegamento delle sponde siciliana e calabrese attraverso il ponte di Archimede, il progetto prevede il riassetto della rete metropolitana dei due versanti; la realizzazione di un nuovo terminal ferroviario presso Villa San Giovanni, la destinazione a parco lineare del suolo prima occupato dal terminal ferroviario, per recuperare il rapporto con la costa. La tessitura longitudinale dei binari informa il disegno del parco trasformandosi in un sistema di viali pedonali interrotta dal corpo del Nuovo Polo Intermodale. La stecca emerge e configura il lato di una grande piazza che nasconde uno spazio sotterraneo abitato.
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Francesco Fedele Nuovo terminal ferroviario a Reggio Calabria Bolano
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Michele Manigrasso Progetto urbano di Crotone, visione guida
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Spostandoci in Calabria, le contraddizioni della città di Crotone, ‘sospesa tra problematiche e grandi opportunità’, spingono Michele Manigrasso (Progetto urbano di Crotone, Facoltà di Architettura ‘G. D’Annunzio’ Chieti-Pescara, relatore prof. Alberto Clementi, correlatore prof. Massimo Angrilli) ad affrontare un progetto urbano per recuperare il degrado di una parte della città, puntando sulla rilettura del rapporto con il mare. L’area portuale è ripensata come nuova centralità urbana all’interno di un progetto multiscalare che mette in relazione mare, porto, città, territorio. A livello territoriale il tracciato della SS 106 viene arretrato rispetto alla costa, mentre a livello urbano un parco, ‘infrastruttura verde’, risolve il rapporto del porto con i quartieri degradati di Marinella e Fondo Gesù. I nodi irrisolti di Crotone trovano il loro riscatto nel nuovo porto a vocazione turistica e il profilo della città dal mare è ridisegnato attraverso delle torri (con funzioni ricettive e amministrative) che si susseguono con ritmo regolare e scandiscono lo sviluppo del parco urbano costiero.
Per la stessa regione Ilario Greco (Il vallo del Crati da San Fili a San Marco Argentano: lettura del sistema territoriale dei casali e definizione della soglia architettonica dei paesaggi antropici, Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, relatore prof. arch. Laura Thermes, correlatore prof. arch. Roberto Morabito) ha presentato un sensibile progetto che mette in relazione i numerosi villaggi che formano una cintura sui due versanti del Vallo del Crati nel cosentino, operando in seguito ad una lettura spazio-temporale del territorio. Questi villaggi isolati e a rischio di spopolamento, uniti in un sistema, possono diventare una struttura organica che non solo può far fronte alle singole esigenze di ogni centro, ma divenire strumento di riequilibrio e di servizio al territorio e alla città più prossima. Si è proceduto tagliando idealmente il vallo a 500 mt s.l.m., individuando una linea morfologica che corrisponde alla quota mediana di giacitura dei villaggi e rappresenta un collegamento tra i casali. Questa linea è compresa in una fascia resa riconoscibile dagli oliveti coltivati in filari regolari che si oppongono ai castagneti dell’intorno. La linea a 500 mt si concretizza in un piano perfettamente orizzontale che interseca la catena paolana, ricavato attraverso operazioni di scavo e riporto seguendo la conformazione orografica del territorio restringendosi o allargandosi per accogliere delle funzioni. L’intero piano può essere attraversato per la sua intera estensione longitudinale a piedi o in bicicletta, mentre la viabilità carrabile è assicurata da strutture ponte che rettificano in alcuni punti il tracciato stradale. Si accede al terrazzamento attraverso un edificio ponte, vera porta dell’intervento che raccorda la quota della viabilità esistente e quella di progetto e ospita funzioni di supporto.
Un approfondito studio del settore orientale di Napoli è, invece, alla base del lavoro di Brunella Imparato e Daniela Sgrosso dell’ Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Area agricola, poi industriale, poi residenziale, attualmente è fortemente connotata dalla sopraelevata della Statale 167 e dal moderno centro direzionale. La lettura delle tracce sedimentate della città ha portato Brunella Imparato (Un centro culturale ed un centro congressi nell’area orientale di Napoli, relatore prof. arch. R. Lucci, correlatore prof. arch. S. Pone) ad individuare delle emergenze, delle linee guida e dei punti materici attorno ai quali costruire il progetto di un parco lineare, che ha il compito di riconnettere le varie unità urbane introverse che compongono questo brano di città e la viabilità di via nuova Poggioreale, del tracciato ferroviario dismesso, di via Gianturco e della sopraelevata.
Nell’area degli ex Macelli si prevede un centro culturale inteso come nuovo spazio pubblico, strumento di riqualificazione attraverso le sue componenti: una nuova piazza d’accesso, gli edifici del cinema multisala e della biblioteca, il parco, il parcheggio e l’edificio testata del centro congressi che conclude la promenade.
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Daniela Sgrosso Complesso scolastico
Brunella Impararto Centro culturale e centro congressi a Napoli, visione d’insieme
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Ilario Greco Il vallo del Crati
Ilario Tassone waterformpark
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Frammenti di Poggioreale: complesso scolastico è un’altra proposta di Daniela Sgrosso per occupare l’area dismessa degli ex Macelli. Il progetto si imposta sulle giaciture di via Gianturco e di via nuova Poggioreale riammagliandosi al tessuto urbano esistente: due corpi per due istituti superiori, i volumi delle palestre la biblioteca e l’auditorium si dispongono secondo i due orientamenti. L’obiettivo è quello di riqualificare l’area inserendo una funzione che porterà una costante presenza di persone che abiteranno questa parte di città ora abbandonata e in degrado, promuovendone lo sviluppo e la manutenzione. Il sistema di pensiline gioca il ruolo di invito a visitare un luogo restituito ai cittadini.
Il team di progettazione guidato da Ilario Tassone (Wa – ter/Form/Park con Berni Jo, Giorgio Lorenzo, Paolo Calabrò, Gianni Brandolino, Daniele Tirotta; collaboratori Francesca Foti, Panagiota Koutsoukou; consulenti Maria Rosa Russo, Alberto Di Mare) al ‘Concorso internazionale di progettazione per il waterfront di Magok, Seoul’ si è posto l’obiettivo di ‘ristabilire un nuovo rapporto con il sistema d
ell’acqua che da sempre è negato dalla presenza dell’imponente argine del fiume Han’. A tale scopo l’intero profondo isolato di progetto viene allagato e modellato in un parco urbano fatto di acqua e architettura. La maglia regolare di Magok viene deformata attraverso processi topologici fino a formare un nuovo paesaggio artificiale, che si aggancia alla viabilità e ai principali segni della città in punti che mettono in tensione l’intero sistema. Colli e cavità accolgono in spazi organici le funzioni previste e la ‘nuova geografia urbana’ non è contenuta dalla riva poiché il sistema di ellissi della chiusa rompe l’argine al di sotto della Olimpik Expressway per aprirsi verso il fiume. Oltre le immagini di presentazione del progetto, interessanti sono anche la raccolta di schizzi e le riflessioni grafiche che permettono di ricostruire il percorso progettuale alla base della proposta premiata con il primo premio nella sezione Progetti e ricerche. Non si può chiudere il resoconto dei lavori del laboratorio senza citare la presenza di Gianfranco Potestà, instancabile animatore del dibattito e portavoce di un appello forte alle responsabilità etiche e sociali, indissolubilmente legate all’attività dell’architetto e dell’urbanista, anche e soprattutto nella società globalizzata.
VD architetto, Roma
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www.archeoclubitalia.it Archeoclub d’Italia movimento di opinione pubblica al servizio dei beni culturali e ambientali
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Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
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