L’argilla. Un materiale “forte”, pur nell’apparente fragilità, dove si sono espressi stili e tradizioni locali, arte e cultura. Oggi, questo patrimonio di civiltà e memorie si coniuga alla crescente preoccupazione per lo stato di salute del nostro pianeta. Una preoccupazione condivisa dal comparto industriale della ceramica italiana – condensato perlopiù nel distretto di Sassuolo (MO) – che ha investito negli ultimi trent’anni cospicui capitali in ricerca e tecnologia. La ceramica infatti, pur essendo un prodotto naturale, ha come ogni prodotto industriale un “ciclo di vita” che comprende produzione, distribuzione, uso e dismissione. Come è stato evidenziato in numerosi convegni tenutisi durante l’ultima edizione del Cersaie – il Salone internazionale bolognese dedicato alla ceramica per l’architettura e all’arredobagno – l’impegno a operare nel rispetto dell’equilibrio ambientale si è evidenziato nell’adesione da parte dei produttori più attenti e lungimiranti a vari schemi di certificazione ambientale come ISO 14001 ed EMAS oltreché nei prodotti etichettati con la margherita europea, simbolo di Ecolabel, attraverso la quale il consumatore finale può riconoscere un prodotto autenticamente green. La margherita è infatti sinonimo di riduzione dell’impatto sugli habitat nella fase di estrazione delle materie prime, di utilizzo razionale delle risorse, di riduzione del consumo energetico al momento della produzione, di riduzione delle sostanze tossiche o inquinanti rilasciate nell’ambiente, di riduzione dell’uso di sostanze pericolose minimizzando l’impatto ambientale, di gestione e recupero delle acque reflue nella fase di produzione, di riciclo di scarti di produzione.Un prodotto naturale dunque, ampiamente apprezzato dalla bioedilizia per la durabilità e la resistenza agli agenti atmosferici e per l’efficienza energetica che garantisce all’edificio.
Apprezzamento che si traduce nell’assegnazione di un punteggio all’interno dell’ambita certificazione LEED (un sistema di certificazione della sostenibilità degli edifici, elaborato dal US Green Building Council e diffuso in oltre 40 Paesi.) Ne è un esempio Villa Nesi, a Ivrea (TO) recentemente restaurata e ristrutturata dal gruppo Archisbang (foto 1.). La pelle ventilata dell’edificio, in gres porcellanato cristallizzato di un rosso intenso, è costituita dagli elementi “SistemA” di Marazzi Tecnica. Un prodotto green (certificato Ecolabel e Leed), che permette una sorprendente tridimensionalità e profondità del colore. Altrettanto innovative le piastrelle antibatteriche della “Linea Granitogrès serie Bios” in grès porcellanato a tutta massa pienamente vetrificato utilizzate per i rivestimenti interni del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” di Modena (foto 2.). L’esigenza di avere ambienti asettici ha suggerito ai progettisti dello Studio ZPZ Partner l’utilizzo di questo materiale ceramico, in grado di abbattere al 99,9% i 4 principali ceppi batterici (Staphylococcus aureus, Enterococcus Faecalis, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa), come testimoniano i dati certificati dal Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Modena. Il principio attivo impiegato si basa sull’utilizzo dell’argento le cui proprietà antibatteriche sono note sin dall’antichità.
“Bios.antibacterialceramics®” prodotto da Casalgrande Padana dà diritto al credito LEED-ID (Innovation in Design).Pluripremiata e certificata, impegnata sul versante del riutilizzo e riciclo dei materiali, Polis Ceramiche ha messo a punto “Tecnologia Relux” (foto 3.) un gres porcellanato smaltato, con smalto composto dal 40% di vetro ad alte prestazioni tecniche, ottenuto da lampade fluorescenti a fine vita successivamente bonificate. Dettagli curati ed estrema versatilità sono le caratteristiche di “Ontario” un gres porcellanato che si ispira ai legni delle grandi foreste nordamericane. Noce, Acero, Faggio e Rovere (foto 4. nella versione Cannettato e 5.) sono le essenze catturate in ogni particolare e restituite con assoluta fedeltà dalla tecnologia decorativa Digital Jet System. Da sottolineare la presenza nell’impasto di oltre il 40% di materiale riciclato, e l’impegno ad abbattere le emissioni di CO2 in atmosfera attraverso il finanziamento di progetti di riforestazione e di sostegno a popolazioni nei Paesi più poveri del mondo. Due fra le caratteristiche più importanti dei prodotti Monocibec, del Gruppo Fincibec, certificate da Bureau Veritas.
“Eco – efficienza aziendale” ed “eco – compatibilità ambientale” sono i principi guida di Cooperativa Ceramica d’Imola che ha dato vita al marchio “Biogres” (foto 6.) un gres porcellanato con un impasto che unisce alle miscele tradizionali materiale derivante dal recupero degli sfridi crudi, cotti e dei residui di depurazione (nella foto il modello “Stone”quadrato). Le calde suggestioni dei legnami usurati dal tempo sono protagoniste della collezione “Wood2” di Refin (foto 7.). La collezione è disponibile anche nella versione LEED, realizzata con un innovativo impasto che combina materiale riciclato di provenienza ceramica con vetro riciclato post-consumo derivante da schermi di televisori e monitor a tubo catodico dismessi. Grazie a questa combinazione di materiali, le piastrelle Wood2 Leed soddisfano gli standard per l’edilizia sostenibile dettati dalla certificazione Leadership in Energy and Environmental Design e consentono di massimizzare i crediti ottenibili per la categoria Materiali e Risorse.