PREMIO RAFFAELE SIRICA

Il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC con Raffaele Sirica, Presidente (dal 1997 al 2009), ha sempre avuto come fine prioritario l’impegno per il miglioramento della qualità dell’architettura diffusa.
Il Convegno di Assisi del 1998 infatti era incentrato sullo slogan: “Mille concorsi all’anno in Francia e in Germania, poche decine in Italia”. Questa era una denuncia e una dichiarazione di una ferma intenzione: rilanciare il tema della qualità architettonica che avrebbe avuto nel concorso lo strumento fondamentale capace di garantire una vasta partecipazione e un libero confronto di idee.
Il grido di allarme originava dalla visione di ciò che venne definita “architettura italiana interrotta”; dopo 2000 anni di eccellenza, nell’ultimo mezzo secolo la massiccia edificazione delle periferie urbane e l’impulso speculativo che lo accompagnava avevano portato a costruire più di quanto non si fosse mai fatto nel passato e in particolare senza il dovuto rispetto per la qualità architettonica e per l’impatto ambientale e paesaggistico.
Da quel momento storico è partita una mobilitazione per promuovere la qualità architettonica nelle città e a questo scopo è stata anche impostata la ricerca di un coordinamento a livello europeo, attraverso il “Forum Europeo per le politiche architettoniche”.
Tutto ciò ha fatto sì che lo strumento del concorso entrasse più diffusamente nella mentalità corrente per l’attribuzione dei lavori pubblici.
La valorizzazione del concorso di progettazione viene vista quindi come uno strumento preliminare per la effettiva attuazione della democrazia urbana.
In pratica, si tratta di avere una chiara visione dell’effetto che la nuova opera architettonica avrà sull’ambiente così da modularne l’impatto in relazione non solo alla funzione del nuovo edificio, ma anche in relazione alla sua capacità di inserirsi nel ontesto, di conseguenza a quel “di più” che può apportare nell’intorno urbano.
I temi della valorizzazione del paesaggio urbano e rurale e della qualità architettonica diffusa hanno trovato poi ampio riscontro nel Congresso che si svolse a Torino nel 1999. Questi impulsi si tradussero anche nella proposta di un disegno di legge “per la promozione della cultura architettonica e urbanistica”.
A questo si lega successivamente anche la “Risoluzione europea sulla Qualità architettonica dell’Ambiente urbano e rurale” del 2001 e, come conseguenza logica, il relativo disegno di legge approvato due volte dal Consiglio dei Ministri, nel 2003 e nel 2004. Purtroppo tale disegno di legge poi non ha mai concluso il proprio iter parlamentare.
Nel 2003 si svolse il Congresso Nazionale a Bari, con lo slogan “Dai cento degli anni novanta ai mille concorsi di oggi, mille nuove architetture: cambia l’Italia”. Nello spazio del Congresso erano visibili molti progetti emersi come conseguenza di concorsi, segno che una nuova mentalità si stava affermando con forza.
Al Congresso di Palermo del 2008, il tema scelto fu “Conoscenza, competitività, innovazione, verso una democrazia urbana per la qualità”; gli obiettivi in questo caso sono stati quelli di consolidare una collaborazione con gli amministratori pubblici delle città e una innovativa riforma della professione.
In questa occasione è stato edito e diffuso il “Manuale di buona pratica” che indica il percorso ottimale per l’attuazione dei concorsi per selezionare i progetti migliori per la città: in pratica per seguire con agilità l’iter burocratico necessario rendere facile l’attuazione della logica dei concorsi.
Il XXIII Congresso Mondiale degli Architetti, che si svolse a Torino nel 2008 dallo slogan “Transmitting Architecture”, da un lato ha voluto rappresentare la capacità dell’architettura di comunicare il senso del suo agire, dall’altro ha voluto sottolineare il suo ruolo attivo nel saper creare le energie positive e i fenomeni emergenti che la società va esprimendo, poiché “la buona architettura non bisogna solo saperla fare ma bisogna anche saperla comunicare”.
Proprio per questo, il grande numero degli Architetti in Italia può essere visto come una risorsa a fronte del problema fondamentale del nostro Paese, quello di promuovere la qualità architettonica, in tutti i settori, “dal cucchiaio al grattacielo”.
Il lascito degli ultimi 50 anni di edilizia speculativa e deturpante costituisce un terreno su cui oggi la creatività degli architetti dovrebbe misurarsi, al fine di ripensare il panorama
urbano e extraurbano. A questo si aggiunga che in un Paese a rischio sismico e idrogeologico quale è il nostro, la sicurezza degli edifici va rivista con attenzione; senza contare le crescenti necessità di interventi di restauro e di ristrutturazione di edifici esistenti per semplici motivi di vetustà.
L’Italia è il paese delle tante culture e della varietà della sua natura. Ha il grande vantaggio di essere un territorio proteso nel mare, con un panorama multiforme; in tal modo anche le architetture possono rispecchiare questa diversità di culture e di condizioni ambientali. Il principio deve essere quello di rispettare le caratteristiche del luogo, ed esaltarle il più possibile.
L’architettura non è come un’automobile, che dovunque vada resta uguale a se stessa. È come un albero, che ha le radici in un luogo preciso e cresce in un certo modo nel contesto dato, mentre magari altrove non cresce affatto.
Gli ampliamenti abnormi delle periferie, l’abusivismo edilizio in particolare degli anni ’50 e ’60, certamente richiedono un radicale ripensamento politico, professionale e urbanistico.
È fondamentale quindi la capacità dell’architetto di comprendere unitariamente tutti gli aspetti di un territorio complesso al fine di esaltarne l’armonia dell’insieme. CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
Arch. Massimo Gallione, Presidente
Arch. Simone Cola, Vice Presidente Vicario
Arch. Luigi Cotzia, Vice Presidente
Arch. Nevio Parmeggiani, Vice Presidente
Arch. Gianfranco Pizzolato, Vice Presidente
Arch. Luigi Marziano Mirizzi, Segretario
Arch. Giuseppe A. Zizzi, Tesoriere
Arch. Matteo Capuani
Arch. Pasquale Felicetti
Arch. Miranda Ferrara
Arch. Leopoldo Emilio Freyrie
Arch. Paolo Pisciotta
Arch. Domenico Podestà
Arch. Pietro Ranucci
Arch. iunior Marco Belloni

LA GIURIA DEL PREMIO È COMPOSTA DA:
Massimo Gallione, Presidente del CNAPPC
Roberto Cecchi, Segretario generale MIBAC
Claudio Claudi de Saint Mihiel, Preside della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli
Edoardo Cosenza, già Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli e Assessore all’Ambiente per la Regione Campania
Bernardo De Bernardinis, Vice Capo Dipartimento Protezione Civile
Nevio Parmeggiani, Consigliere CNAPPC e Membro sostitutivo Giuria Premio
Domenico Podestà, Consigliere CNAPPC e Membro sostitutivo Giuria Premio

RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO:
Raffaele Greco, Segreteria CNAPPC

CURATORE E COORDINAMENTO EDITORIALE:
Caterina Parrello, Consulente CNAPPC

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