INTEGRARE le preesistenze

L’anima del progetto emerge sin dalla pianta dell’appartamento, che risulta molto articolata da nicchie e spazi ricavati nei muri molto spessi, una delle caratteristiche dei vecchi edifici degli anni trenta. Una casa a ballatoio dove sono ancora visibili i rosoni e le parti di alcuni affreschi mantenuti e integrati nella nuova ristrutturazione. Angoli e spigoli, in questo progetto, sono stati sostituiti da morbidi raggi e linee oblique che costruiscono i nuovi vani rendendo gli spazi più armoniosi. Ci sono dettagli architettonici visibili solo guardando la pianta, i corridoi di separazione da una stanza all’altra sono realizzati a imbuto rastremandosi verso il passaggio, in modo da smorzare l’effetto “tunnel”. L’ingresso è composto da una stanza dall’identità poliedrica; ciò che colpisce è l’area libri – home work che accoglie e ci indica la zona living. La scelta dell’architetto di trasformare ciò che originariamente era adibito a ingresso in una zona franca, che potesse prendere le connotazioni desiderate dal cliente, è molto interessante. In questo caso c’era la necessità di trovare un posto dove porre un computer e poter sbrigare alcuni affari di casa.

Qualità dell’intervento

Centralità del progetto: angoli e spigoli sono stati eliminati e sostituiti da linee morbide e oblique. In questo modo si sono ricavate nuove aree di vivibilità mantenendo però un andamento fluido e semplice allo stesso tempo. 
L’arredo interno non fa che esaltare le forme dell’impianto architettonico.

Innovazione: la libreria, progettata dall’architetto Monzini e costruita su misura, ha una triplice funzione: conduce al soggiorno, crea un’area home work, accoglie il guardaroba.

Uso dei materiali: materiali tradizionali quali legno, vetro e ferro.

Nuove tecnologie: impianto di riscaldamento a pavimento.

Il fascino del vintage è valorizzato da alcuni pezzi d’arredo prettamente “tecnici” come il contenitore in metallo ondulato da ufficio che, decontestualizzato e posto in soggiorno, riesce a integrarsi bene anche con il romantico cuscino “love” che fa da controcanto al divano rosso.
Arredare la casa con mobili e complementi d’arredo del secolo scorso imprime all’ambiente un fascino difficilmente riproducibile con i nuovi arredi contemporanei, spesso troppo omologati e patinati. È qui che nasce la passione, sempre più diffusa, di circondarsi di pezzi di design del passato, perché hanno in sé una particolarità, un segno, una storia da raccontare.

STUDIO MONZINI – RABONI, architetti

Giovanni Raboni si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Lavora con Gae Aulenti per il cantiere del Museé D’Orsay e successivamente per il MNAC a Montjuic. Rientrato a Milano si associa con l’architetto Rosanna Monzini che dal ‘55 lavora nel campo dell’architettura, dell’arredamento e del design. Si occupa anche di restauro e ristrutturazione di edifici d’epoca.
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