Un linguaggio fuori dalle mode


ARCHITETTURA – CHIESA DI SAN PAOLO APOSTOLO A FOLIGNO (PERUGIA)

UN LINGUAGGIO FUORI DALLE MODE

La nuova chiesa di Foligno non orecchia alcuno degli stilismi venuti di moda dal postmodern in poi. Questo è un titolo di merito ed evidenzia la maturità del progettista, capace di esprimersi con un linguaggio proprio, originale, modulato per questo singolo progetto. La forma geometrica nella sua nitidezza diventa astratta e capace di alludere alla dimensione dell’assoluto. Il volume stereometrico si pone come segnale preciso nel contesto: ha la forza di un elemento fondante. In questo, pur seguendo un modo espressivo di assoluta contemporaneità, si pone in continuità con la tradizione: l’edificio sacro risalta nella struttura urbanistica ed è facilmente riconoscibile. Certamente non si nasconde nell’intorno: è proprio questo che ci si aspetta da una chiesa, che diventi un punto di riferimento ben visibile, non qualcosa che si mimetizza.
Il varco segnato dal taglio orizzontale è elemento filtro che ben delimita il passaggio tra fuori e dentro, e il doppio volume interno evidenzia la sacralità del luogo votato al raccoglimento: uno spazio riservato, frutto di un’intuizione genuina non priva di un lirismo che tocca la sua espressione più elevata nel sistema di captazione della luce attraverso le aperture laterali irregolari che ricordano alla lontana la soluzione studiata per Ronchamp da Le Corbusier. Con la luce si designa un’atmosfera capace di accogliere la comunità orante.

La facciata è tagliata in basso da una fenditura vetrata. Nell’accesso centrale si disegna una croce.
La superficie in cemento a vista è protetta da una vernice trasparente in resina.
Nella pagina a lato, veduta diagonale della chiesa. In apertura servizio, vista del nuovo complesso parrocchiale nel contesto della periferia urbana, sullo sfondo degli Appennini umbri.
Ilvolume in cemento a vista si staglia con la sua mole imponente. Le facce laterali sono traforate da varchi in cui il disegno astratto si incontra con la poetica espressiva della luce misurata secondo le necessità liturgiche.

Nel complesso le scelte formali compiute, la cura del dettaglio, il disegno generale delle singole parti e dei singoli oggetti, insomma la completezza dell’opera ha il pregio di definire un ambiente nel quale sarà difficile introdurre elementi di dubbio gusto, come a volte purtroppo avviene.
Finalmente qui a Foligno troviamo una chiesa senza inutili linee tormentate, senza sbavature e senza tentativi di riecheggiare forme del passato. Mi sembra una delle opere di Massimiliano Fuksas meglio riuscite.

Piero De Amicis, architetto

 

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