Arrivare a casa alla sera dopo una giornata di intenso lavoro e allungare la mano dove sono collezionati quasi Nato il 21 dicembre 1940 a Baltimora, Frank Zappa non era solo un grande chitarrista, non era solo un grande musicista rock estremamente prolifico (la sua discografia è immensa: più di 80 album), non era solo un intelligente provocatore: era innanzi tutto un grandissimo musicista, la cui grandezza è stata riconosciuta (caso più unico che
“Influenzato dalla musica classica tradizionale e contemporanea Il suo background da autodidatta non gli permette però di mettere a frutto sullo stesso piano quelle conoscenze e così si rivolge ad un genere più accessibile, il rock, di cui però farà, a differenza di quasi tutti i musicisti – o presunti tali – che si beano di quel termine fintamente trasgressivo, una palestra per ogni genere di sperimentazione, non ultima la parodia del rock stesso. I primi soldi li guadagna scrivendo "gingle" pubblicitari per le televisioni locali assieme a Donald Van Vliet, poi noto con il soprannome di "Captain Beefheart", storico collaboratore dello Zappa-pensiero (ma anche produttore di grandi dischi in proprio); poi si impone per le colonne sonore di alcuni film (tra cui "The world’s greatest sinner" e "Run home slow"). La sua carriera di musicista comincia a decollare.
La critica già lo acclama, il pubblico un po’ meno, ma lui tira dritto, con grande disperazione delle case discografiche che lo vorrebbero un po’ più regolare e "integrato" nel sistema musicale dominante. Cieco rispetto a bollettini di vendita, pubblica dischi in cui come su un ottovolante impazzito si usa di tutto (persino il jazz) come, per citare solo i più importanti, “Hot rats" (a ben guardare, a sorpresa uno dei pochi successi commerciali di Zappa), "Grand wazoo", "Sheik yerbouti", "Joès garage", "Yellow shark" e "Civilization phase III"; gli ultimi tre lo vedono alle prese prima con l’elettronica poi con la più tradizionale orchestra sinfonica. Dal 1983 oltre a pubblicare come al solito titoli in modo torrenziale (moltissimo anche il materiale dal vivo, non importa se poi rielaborato in studio), Zappa ha sviluppato un’importante collaborazione con il "guru" delle avanguardie, Pierre Boulez, affidando molte sue opere alla direzione del maestro francese. Nel suo percorso artistico ha poi scoperto il Synclavier, campionatore – computer rivoluzionario per quegli anni in grado di riprodurre brani impossibili da suonare. Alla fine degli anni ottanta, compie alcuni tour con un ensemble di dodici elementi con tanto di sezione fiati e un larghissimo uso dell’improvvisazione. Frank Zappa in sintesi ha incarnato, con i suoi testi dalla satira tagliente e la sua enciclopedica estetica musicale, una delle figure più complesse e affascinanti della storia del rock, capace di oltrepassare le barriere fra i generi e di inventarne di nuovi.
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