L’architettura dei Walser e la comodità dell’oggi

Un antico rascard ricostruito in Valle d’Aosta

Ricostruito come era e dove era, questo edificio si avvale ancora di alcuni elementi originari e testimonia la vita rurale di un tempo.

Rebuilt in the same location and style, this building uses original elements that shed light on a rural life that was.

Progetto di: Claude Leveque, architetto
Servizio e foto di: Sarah Angel Bezzecchi

Il caratteristico profilo della facciata, col piano basso più stretto del livello superiore che a sua volta è coperto dal grande manto del tetto a doppia falda, denuncia l’origine walser dell’edificio. È un rascard del ‘700: tutelato dalla Soprintendenza come testimonianza storica di architettura rurale, è stato interamente ricostruito – com’era e dov’era – ma utilizzando in prevalenza materiale nuovo, seppure identico a quello originale. Ecco così lo zoccolo di base in pietra su cui si eleva la costruzione a “blockhaus”, con tronchi incrociati agli spigoli, formando pareti piene e solide, protette dalla naturale coibenza del legno; gli scuri delle finestre in tavole di legno; il tetto coperto da beole.

The profile of the façade, with receding lower floor and upper floor covered with a large saddle roof, is a characteristic feature of Walser houses. This 18th century rascard is a listed building because it is a document of the rural architecture of the past. It has been completely rebuilt – in the same location and style – mainly using new materials, albeit identical to those of the original. And so we find a stone baseboard supporting a ‘blockhaus’ construction with trunks intersecting at the corners to form solid walls, the wood providing natural insulation; wooden planks are used for shutters and the roof is covered in slate.

Lo scorcio del prospetto principale inquadra la scala di accesso.
Si nota la struttura tipica della casa walser, col piano basso più stretto di quello alto. La costruzione a blockhaus poggia su uno zoccolo in pietra.
Particolare del soggiorno, dove alcuni elementi sono della struttura originaria.
Vista del soggiorno con il camino, ricavato nell’ambiente della ex stalla. I mobili dell’arredo sono di antiquariato alpino.
Clockwise: view of the main façade that shows the access staircase. Notice the typical Walser house structure with receding lower floor. The blockhaus construction stands on a stone baseboard. Detail of the living room with some elements of the original structure.  View of the living room, formerly the stable.
Antique Alpine furniture has been used throughout.

Sul tavolato che ricopre le pareti la luce vibra disegnando bagliori ed esaltando la nodosità del materiale e le sue venature mosse, irregolari, sempre nuove.
Il legno massiccio, nelle strutture e nei mobili, offre un’immagine di solidità al di là del tempo, è una presenza amica che avvicina l’architettura al sentimento

Per i Walser la casa era un piccolo universo: stalla e fienile, dispensa in cui riporre le scorte per l’inverno, ambiente in cui rifugiarsi per sfuggire ai rigori dell’inverno. Gli animali erano tenuti al piano basso, ma nello stesso ambiente della stalla c’era anche il soggiorno, in cui godere del calore delle mucche per ridurre la necessità di consumare legna da ardere. In questo rascard, i pochi elementi recuperati sono stati usati per i rivestimenti interni del soggiorno, dove alcuni tronchi sagomati ricordano l’antico utilizzo. Ma l’arredo e la disposizione degli ambienti attuali sono studiati per offrire comfort a tutto campo.

Poche e piccole finestre: in montagna ci si difende dal freddo.
Ma la luce non manca

Le lampade introducono varietà grazie alla luce, ma anche grazie allo sviluppo dei cavetti che si avvolgono liberi nell’aria, in tal modo evidenziando la loro estraneità alla struttura.
Lamps add variety thanks to the light they provide, but by having cables twist and turn in mid air their non-pertinence
to the structure is emphasised.

IL RASCARD E IL POPOLO WALSER

I WALSER, MIGRATI DAL NORD EUROPA, COLONIZZARONO NEL BASSO MEDIOEVO DIVERSE ZONE ALPINE, TRA CUI LE VALLI INTORNO AL MONTE ROSA.
PER EVITARE CONFLITTI CON LE POPOLAZIONI LOCALI, SI ATTESTARONO IN QUOTA.COSTRUIRONO EDIFICI A USO PROMISCUO, CHE ERANO ABITAZIONE, STALLA E DEPOSITO ASSIEME: IN VAL D’AYAS QUESTE COSTRUZIONI SONO DEFINITE “RASCARD”. I PRIMI RASCARD AVEVANO DUE LIVELLI: IL PIANO BASSO IN PIETRA (UN GRANDE AMBIENTE IN CUI LA STALLA ERA DELIMITATA DA UN RECINTO), E QUELLO SUPERIORE IN
LEGNO, COL DEPOSITO DEL RACCOLTO, LONTANO DALL’UMIDITÀ E DALLA MINACCIA DEI RODITORI.

DEI SOSTEGNI CREAVANO UN VUOTO TRA BASE E STRUTTURA LIGNEA SUPERIORE. COL TEMPO COSTRUIRONO RASCARD SEMPRE PIÙ GRANDI: DUE LIVELLI PIETRA, CON LA CUCINA NEL SUPERIORE DEI DUE. FU SEMPRE CONSERVATO LO SPAZIO ABITATIVO IN CONTINUITÀ CON LA STALLA (LO RITROVIAMO ANCHE IN QUESTO RASCARD SETTECENTESCO). ANCHE LA PARTE IN LEGNO FU PORTATA A DUE LIVELLI.

For the Walsers, the home represented a small universe: stable and hayloft, a storeroom for winter provisions, and a place to seek refuge from the biting cold. Animals were all kept on the lower floor, with the living room in the same zone as the stable to make use of the warmth of the cows and reduce the need to burn too much wood. In this rascard, the few salvaged elements have been used for the living room interiors where shaped planks are reminiscent of the past.

La spazio si misura non solo in metri cubi disponibili, ma anche nella capacità evocativa dell’ambiente, che libera la fantasia e la fa volare oltre la pareti

Il sottotetto soppalcato offre un ambiente adatto per il riposo. Originale il parapetto a corde. I mobili dei bagni e delle camere sono di fattura artigianale. I pavimenti in abete sono trattati a olio.

The attic bedroom provides a suitable place for rest. The rope railing is the original. Bathroom and bedroom furniture has all been hand crafted. Floors are in oil-treated fir wood.

Oggi è un “bed & breakfast” e i vicini prati su cui pascolavano le mucche sono dolci declivi su cui si inoltra lo sguardo a godere lo splendido panorama della valle. L’architettura ricostruita è ancora fonte di ispirazione, perché mantiene la simbiosi originaria col paesaggio e permette di respirare il clima di semplicità che si ritrova nelle disposizioni delle travature a vista, che diventano qualcosa di più dell’espressione dell’utile: se ne apprezza sia il vigore primigenio di tronco pieno, sia la positura che rispetta le linee di forza della gabbia strutturale.
Non a caso la ristrutturazione è stata compiuta col coinvolgimento della Soprintendenza ai beni architettonici. Quel che nacque come risposta alla necessità, assume la capacità di soddisfare alla richiesta estetica. I mobili d’antiquariato sono illuminati da punti luce “high tech”: la compresenza di suggestioni antiche e moderne realizza un suo equilibrio nella semplicità delle forme. E l’ornamento indulge a rievocare i modi di vivere delle origini: sono campanacci delle mucche che col loro pacato movimento rintoccavano distrattamente, o immagini di galli e galline che un tempo razzolavano liberi sui prati. L.S.

In Edicola

L’ARCHITETTO
CLAUDE LEVEQUE SI È LAUREATO AL POLITECNICO DI TORINO NEL 2004. DOPO UN PERIODO DI PRATICA, HA APERTO IL PROPRIO STUDIO PROFESSIONALE A BRUSSON E SI DEDICA, TRA L’ALTRO, A RISTRUTTURAZIONI DI ARCHITETTURE VERNACOLARI, NON SOLO DI TIPO ABITATIVO, MA ANCHE LUDICO, TURISTICO O LAVORATIVO. I DIVERSI CORSI DI SPECIALIZZAZIONE FREQUENTATI (TRA CUI L’INTERESSANTE CASA CLIMA) GLI CONSENTONO DI UNIRE ALLE ARCHITETTURE (ANTICHE O MODERNE) LE PIÙ AGGIORNATE CONOSCENZE E TECNOLOGIE RELATIVE AL RISPARMIO ENERGETICO.

SITO DI PRIMARIA RILEVANZA TURISTICA, BRUSSON SI TROVA NELL’AL
TA VAL D’AYAS, CONFINA A NORD CON AYAS, A EST CON ISSIME E GRESSONEY, A SUD CON C H A L L A N D – S A I N TANSELME, AD OVEST CON SAINT-VINCENT. IL SUO CLIMA È MITE, GRAZIE ALL’ESPOSIZIONE SOLEGGIATA DELLA ZONA, RICCA DI SORGENTI E DI LAGHI. LA SUA ECONOMIA È STATA CARATTERIZZATA DALLA PASTORIZIA (TUTTORA È RILEVANTE LA PRODUZIONE DI FORMAGGI). A FINE ‘800 È STATA SCOPERTA LA MINIERA D’ORO DI CHAMOUSIRA, CHE È STATA SFRUTTATA FINO AL 1913 E IN FUTURO DIVERRÀ SITO DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE. DAL 1915 LA SUA PRIVILEGIATA UBICAZIONE NE HA FATTO UN CENTRO TURISTICO SEMPRE PIÙ FREQUENTATO. DA BRUSSON SI POSSONO RAGGIUNGERE A PIEDI 10 LAGHI ALPINI IN QUOTA, E IL VILLAGGIO SI SPECCHIA IN UN LAGO ARTIFICIALE COSTITUITO DALLA DIGA DI UN IMPIANTO IDROELETTRICO. D’INVERNO VI SI PRATICA LO SCI DI FONDO E ALPINO. NELL’EX COLONIA OLIVETTI SI STA REALIZZANDO UN OSPEDALE PER LA CURA DELLE MALATTIE DA ALIMENTAZIONE.
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