La casa e il risparmio energetico

Non si può più essere indifferenti o peggio negligenti sul problema più importante di questo secolo, l’approvvigionamento di energia pulita che non inquini e che possa soddisfare la nostra civiltà, sempre più ingorda di energia per gli alti consumi e utilizzi: i nostri nonni saggiamente dicevano che il primo guadagno è il risparmio di spese inutili…
Ognuno di noi in casa può fare a meno dello spreco se utilizza ad es. vetrate isolanti a risparmio energetico: questi vetri innovativi, studiati per garantire un grande isolamento termico, sono la più avanzata risposta ai dettami contenuti nella legge192 per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, i cui decreti attuativi e relativi incentivi (previste detrazioni di imposta sino al 55% delle spese sostenute) sono stati approvati proprio recentemente e recepiti nella Finanziaria.
Analogamente, nelle case nuove, le pareti d’ambito progettate secondo le nuove tecnologie di fabbricazione, hanno coefficienti di isolamento termico molto elevati (* Ville e case prefabbricate); l’energia termica mediante combustioni o bio masse (* il Camino) o miste con caldaie turbo oltre che risparmio sono molto meno inquinanti.
Sono auspicabili, per una continua sensibilizzazione al problema: dibattiti, convention, tavole rotonde con esperti e ricercatori in questa direzione. Abbiamo partecipato, al Circolo della Stampa di Milano, ad un interessante tavolo (moderatore Dr. Alberto Pellin, del Direttivo della Fondazione Carlo Perini di cui è Presidente Antonio Iosa), dal tema “Le energie alternative per uno sviluppo sostenibile”.
“Quando la Fondazione Perini e la Fondazione Lombardia per l’Ambiente decisero di promuovere questa tavola rotonda sulle energie alternative, il tema non solo era di grande attualità, ma oggi è divenuto addirittura “scottante”; basti pensare al discorso del Presidente Bush sullo stato dell’Unione, che per un buon terzo è stato dedicato al tema dell’ecologia e delle energie rinnovabili!!
A fronte di tanto interesse, il nostro Paese, indipendentemente da chi lo governa, continua ad essere una vera palude stagnante dal punto di vista della realizzazione di nuovi impianti che sfruttano fonti energetiche non convenzionali, ovvero né idrocarburi né carbon fossile, che in fase di combustione inquinano l’atmosfera e che sono presto o tardi destinati ad esaurirsi.
A noi non mancano gli scienziati, i tecnici ed i ricercatori capaci di realizzare nuove centrali che sfruttino l’energia geotermica, eolica o solare, né ci mancano i mezzi per costruire impianti che sfruttino le biomasse o brucino Residui Solidi Urbani onde ottenere corrente elettrica ed acqua calda.
Quanto all’energia nucleare solo uno sciagurato referendum degli anni Ottanta ci impedisce di produrre elettricità sfruttando l’energia dell’atomo, ma ci costringe ad acquistarla dai paesi confinanti che la producono con questa tecnologia: (“siamo dei ricettatori di merce fuori legge”!!!). Circa l’inquinamento da gas di scarico degli automezzi, possiamo solo rammentare come Paesi meno avanzati tecnologicamente di noi quali il Brasile, usino ormai da anni l’alcool etilico proveniente dalla fermentazione di cascami agricoli per alimentare circa il 35% dei loro veicoli in circolazione, riducendo drasticamente l’inquinamento atmosferico, l’importazione di idrocarburi che dovrebbero essere destinati ad usi chimici, e valorizzando al tempo stesso la propria agricoltura.
Ma questo immobilismo a chi si deve imputare?
Qualcuno maliziosamente si chiede a chi giova ed il primo pensiero va allo Stato che ricava dalle accise sugli idrocarburi circa il 15% delle proprie entrate e che è il principale azionista dell’Eni che vive sugli idrocarburi. Inoltre se si pensa che i rifiuti solidi urbani della Campania invece di essere bruciati nei termovalorizzatori, producendo elettricità ed acqua calda, vengono smaltiti in Germania con costi paurosi di trasporto che tutti noi paghiamo, possiamo certo pensare che anche altri abbiano interesse a tenere il nostro Paese in uno stato di colpevole arretratezza, speculando sulla pingue ignoranza della maggioranza circa l’utilizzo di energie alternative. Per vincere questo stato di inerzia, questa tavola rotonda vuole essere un apporto corretto alla conoscenza della problematica, coinvolgendo non politici spesso approssimativi, ma illustri cattedratici del Politecnico e dell’Università Cattolica che possono così far uscire il loro sapere dalle mura degli Atenei, dividendolo con esperti, operatori e persone interessate al problema.

“Dietro le grandi invenzioni materiali degli ultimi duecento anni non ci fu semplicemente
un lungo interno sviluppo di tecniche: ci fu anche un cambiamento di mentalità.
Prima che i nuovi processi industriali potessero affermarsi su larga scala fu necessario
un riorientamento di desideri, abitudini, idee e obiettivi.”

L. Mumford, Technics and Civilisation, 1963

Nella foto a sinistra Arch. Gjlla Giani, in quella a destra, alcuni dei relatori. Da sinistra: Alberto Pellin, Federico Butera, Ernesto Pedrocchi, Antonio Ballarin e Carlo Radice Fossati.

L’obiettivo finale è uno sviluppo sostenibile che rispetti l’ambiente, salvaguardi le ricchezze del nostro pianeta
anche per i nostri figli ed al tempo stesso consenta al nostro Paese di essere indipendente in un settore fondamentale come quello energetico che attualmente ci vede dipendenti dall’estero per quasi l’80% del nostro fabbisogno” (Dr. Alberto Pellin).
Il Prof. Adriano De Maio, Presidente Irer e Sottosegretario Regione Lombardia per lo sviluppo e l’innovazione, ha sottolineato la necessità della ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili come indispensabile sostegno nel futuro dell’economia sostenitrice a livello mondiale.
Il Prof. Federico Butera, titolare della Cattedra di Fisica tecnica ambientale del Politecnico di Milano, con costernazione e dati inconfutabili, denuncia lo scarso interesse della ricerca per il miglior sfruttamento dell’energia
solare (immensa, gratuita e rinnovabile) nelle varie sue forme.
Il Prof. Antonio Ballarin titolare della Cattedra di Fisica ambientale dell’Università Cattolica ha ricordato come è già possibile “l’impiego delle biomasse e dei residui solidi urbani come fonti energetiche”, …sfruttamento al positivo dell’inurbamento e di una oculata riconversione dell’enorme quantità degli inevitabili rifiuti della popolazione sempre in crescita quasi esponenziale; L’Ing. Carlo Radice Fossati dell’Associazione Nazionale Proprietari Terrieri, trattando “la funzione dell’Agricoltura come fonte di differenti materie prime inesauribili”, ha ribadito come il settore agricolo possa affiancare alle produzioni agroalimentari quelle agroenergetiche, un ruolo ambientale ma anche economico, contribuendo così al risparmio dell’importazione di energia. Ha concluso il Prof. Ernesto Pedrocchi, titolare della Cattedra di Energetica del Politecnico di Milano, sulle “Prospettive dell’energia nucleare”: riprendendo i dati emersi dalle relazioni precedenti, dimostra facilmente la grande occasione persa 15 anni fa con il divieto da parte del Governo (grazie ai Verdi) delle centrali atomiche, con il risultato che oggi comperiamo dalle altre Nazioni a caro prezzo l’energia prodotta dalle centrali atomiche vicine. Siamo sotto ricatto e alla luce dei fatti si ritorna perentoriamente a dover investire in ricerca sul nucleare perché è sostenibile, a minor costo e necessaria alternativa al petrolio destinato in poche decine d’anni ad esaurirsi… Nel frattempo, Stati Uniti e Cina grandi divoratori insaziabili di energia… petrolio alle stelle… e l’ITALIA Bel Paese?
Mentre si deve dare “una bella sveltita”, noi nelle nostre case dobbiamo impegnarci in risparmio energetico a tutti i livelli: avremo le case più belle e innovative per vivere meglio in salute e benessere.

GJLLA GIANI

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