L’arredamento in ufficio
Scrivanie e piani di lavoro: uno strumento necessario per chiunque lavori in un ufficio, ma non solo.
Le esigenze prestazionali del moderno lavoro d’ufficio hanno fatto sì che nel tempo le scrivanie mutassero nella forma, nei materiali e nelle dimensioni, assumendo addirittura la valenza di status symbol; se un tempo la scrivania era semplicemente uno strumento per lavorare, oggi capita spesso di giudicare l’importanza di una persona all’interno di un’azienda proprio osservando l’arredamento del luogo in cui questa lavora.
Tipologie di scrivanie e materiali Le scrivanie dirigenziali sono solitamente più grandi di quelle operative e sono realizzate con materiali più pregiati, come per esempio il legno. Normalmente viene scelta un’essenza scura, come il mogano, se si tratta di un ambiente di lavoro molto serio e rigoroso, come lo studio di un avvocato o quello di un notaio, mentre si prediligono legni chiari, come il faggio o l’acero, per postazioni di lavoro più moderne e dinamiche, come ad esempio all’interno di agenzie di pubbblicità. In alternativa al legno le scrivanie dirigenziali possono essere realizzate in cristallo con gambe in metallo e a volte la forma passa dal rettangolo al cerchio. Queste scrivanie sono accompagnate da sedute dette “direzionali” o addirittura “presidenziali”, con schienali molto alti e braccioli regolabili in altezza, ed è difficile trovarle al di fuori degli ambienti lavorativi, per esempio in un angolo home office, proprio a causa delle loro dimensioni. Le scrivanie operative, invece, si prestano anche ad utilizzo domestico, proprio grazie alle loro dimensioni più ridotte (parliamo di circa cm. 80 x 160 contro i cm. 100 x 200 delle direzionali, quando non ci si trova di fronte a piani di lavoro circolari). Rispetto ai materiali, abbiamo a disposizione una vasta gamma, che va dal legno, generalmente chiaro, al melaminico colorato fino agli esempi più moderni del metallo o del vetro.
In the ancient Egypt, the “Scriba” belonged to the highest steps of the social hierarchy. They were treasurers of wisdom, because they knew how to write and read, and thanks to this ability they have been able to get in touch with the Pharaohs, earning esteem and trust enough to be able to describe their movement in every detail along the whole day. From Egyptian scriba to Roman ones, from medieval scribes to the small Florentine scribe, the word “Scriba” evolved until us as a root of the modern word scrivania (desk). We have track of the first desks, dating back to the end of the 17th century, in England. Usually made of nuttree or mahogany wood, they were thought to bear the weight of great books, therefore very solid. The top was often covered with leather, to offer a surface comfortable to write on. Then, they were equipped with drawers used also as a sustain to the top. Very often, the furniture of old studios was completed by other furnishing in solid wood and the whole surrounding was covered by boiserie, giving more severity to the environment. The functional needs of the modern office work made so that the desks change their shape, materials and sizes, also taking becoming status symbols.
BREVE STORIA DELLA SCRIVANIA Nell’antico Egitto gli "Scriba" appartenevano ai gradini più alti della gerarchia sociale. Erano i depositari della saggezza, perchè sapevano leggere e scrivere, e grazie a queste capacità riuscirono ad entrare in contatto con i Faraoni, dei quali scrivevano ogni movimento nell’arco della giornata. Dagli scriba egiziani a quelli romani, dagli scrivani medioevali al piccolo scrivano fiorentino, la parola "Scriba" è arrivata fino a noi come radice della moderna parola "scrivania". Abbiamo traccia delle prime scrivanie a partire dalla fine del diciassettesimo secolo, in Inghilterra: generalmente fatte di legno di noce o di mogano, erano studiate per sopportare il peso di libri molto voluminosi, e quindi molto massicce; il piano era spesso rivestito in pelle, per offrire una superficie su cui fosse comodo scrivere; infine erano dotate di cassetti che servivano anche come sostegno per il piano. Molto spesso l’arredamento degli antichi studi era completato da altri elementi di arredo sempre in legno massiccio e l’intero ambiente era rivestito da boiserie, anche a tutta altezza, che dava maggiore austerità all’ambiente.
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QUI A FIANCO: i tavoli Winner di BrunOffice sono postazioni di lavoro all’insegna della funzionalità e del comfort. PAGINA SINISTRA: linee pulite ed essenziali per il tavolo Bovisa della Robots.
SIDE: BrunOffice’s Winner tables are working stations aimed at functionality and comfort. LEFT PAGE: clean and essential lines for Robots’ Bovisa table.
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Le sedute operative sono di dimensioni leggermente più ridotte e possono non essere dotate di braccioli, pur seguendo i dettami della moderna ergonomia. Ovviamente, al di là del significato "sociale", le dimensioni della scrivania sono una componente fondamentale nella scelta dell’arredo del proprio ufficio: non bisogna fare l’errore di preferire quelle più piccole, pensando di guadagnare spazio, perché si rischierebbe di lavorare in posizioni scomode e senza avere a portata di mano tutto quello che serve. Per chi usa un computer, lo spazio minimo indispensabile sulla scrivania deve comprendere una localizzazione per il monitor (che deve stare davanti al viso di chi lavora), per la tastiera (immediatamente davanti allo schermo), peril mouse con il suo pad (sul lato destro), per il telefono, per un foglio su cui scrivere, per una lampada da tavolo e
– perchè no – per una tazzina di caffè. Anche i colori del piano di lavoro hanno la loro importanza: meglio optare per toni chiari, che non stancano la vista, ed evitare contrasti cromatici troppo violenti come il bianco e il nero. Superfici lucide possono creare fenomeni di abbagliamento fastidiosi, e sono quindi preferibili finiture opache (tra l’altro anche più facili da tenere pulite).
Managerial desks, indeed, are usually bigger than operative ones and they are made of more valuable materials. They are accompanied by sittings knows as “directional” or even “presidential”, with very high backs and majestic arm-rests, and it is difficult to find them outside working environments, e.g. in a home office, because of their very big dimensions. Operative desks, instead, could also be suitable for a home usage. Furthermore, thanks to a wide range of finishings and colors available, it is possible to find very elegant and modern working boards, easily adaptable to any environment. Obviously, beyond the social significance, the size of the desk is a fundamental component in the choice of the furniture for the office. One should not make the mistake of preferring smaller ones, expecting to save space, because it would be likely to work in uncomfortable positions, without having at hand all that is needed. For computer users, the minimum space on the desk should include a place for the screen (before the face of the worker), the keyboard (right in front of the screen), the mouse and its pad (on the right), the telephone, a sheet of paper to write on, a table light and – why not – a cup of coffee. Also the colors of the working top have their importance. Better to choose light colors, which do not tire the sight, and avoid violent contrasts between colors such as white and black. Lucid surfaces might generate annoying blinding effects, therefore opaque finishings are preferable (and easier to keep clean, too).
La scrivania ideale Il videoterminale o computer può essere posizionato sul piano del tavolo di lavoro-scrivania o su un tavolo ausiliario ad esso riservato. I vari componenti dell’attrezzatura vanno posizionati sul piano di lavoro in modo che il loro utilizzo non costringa l’operatore ad assumere posture incongrue e compiere movimenti faticosi. La determinazione della posizione può essere fatta valutando la frequenza d’uso delle attrezzature, destinando a quelle più spesso utilizzate le zone preferenziali e sistemando le altre sempre all’interno del campo di azione delle braccia. Il piano di lavoro deve essere sgombro di oggetti non necessari all’attività lavorativa. Le attrezzature necessarie al funzionamento della workstation non devono costituire intralcio. Ad esempio, i cavi di collegamento delle attrezzature (telefono, calcolatrice, ecc.) dovrebbero uscire sul tavolo nelle immediate vicinanze delle apparecchiature o comunque fare percorsi tali da non intralciare l’area normale di lavoro. La fascettatura dei cavi aiuta la tenuta di un maggior ordine del posto di lavoro e la sua pulizia. Anche sotto il tavolo non dovrebbero essere presenti cavi di alimentazione o collegamento. La posizione di eventuali altre attrezzature (quali le cassettiere mobili) non dovrebbe intralciare i movimenti delle gambe. Al fine di evitare possibili abbagliamenti indiretti, sul piano di lavoro non devono essere presenti elementi aventi superfici che possono riflettere la luce naturale o artificiale dell’ambiente di lavoro come, ad esempio, coperture posticce con lastre di cristallo, oggetti con superfici metallizzate riflettenti, etc.
Questi aspetti vanno considerati specialmente quando i riflessi possono rientrare nel cono visivo dell’operatore che lavora al videoterminale. Per particolari attività che richiedono una lettura continuativa di documenti (videoscrittura, inserimento dati, ecc.) si consiglia l’uso di un portadocumenti o leggio. Quando questo viene utilizzato esso deve essere situato alla stessa distanza visiva dello schermo in modo da ridurre i movimenti del capo ed evitare continui riadeguamenti della messa a fuoco con conseguente affaticamento degli occhi. Infine non bisogna dimenticare l’importanza di alcuni accessori che a prima vista possono sembrare superflui, ma che rivestono invece un’importanza fondamentale nel corretto e comodo utilizzo dei piani di lavoro: pensiamo ad esempio ai portapenne, ai mouse pad ed a tutte le periferiche di un sistema informatico che devono trovare posto sulla scrivania o nelle sue immediate vicinanze.
Desck, computers and ergonomix The videoterminal or computer might be placed on the top of the working-table/desk or on an auxiliary table appointed to it. The various components of the equipment must be placed on the working table so that the use does not force the oprator to take wrong positions and make difficult movements. The determination of the position could be done evaluating the frequency of use of the equipment, posting to the most used the preferential areas and placing the others within the reach of the arms. The working table must be free from unnecessary objects. The necessary tools for the functioning of the workstation must not constitute a hitch. For example, the connection cables of the devices (telephone, calculator, etc.) should be conveyed
out of the closest table to the equipment or at least follow paths that do not hitch the normal working area. The clamping of the cables helps to keep the working place more tidy and clean. Even under the table there should not be power cables or connections. The position of other equipment (such as mobile drawers) should not disturb the movement of the legs. In order to avoid possible indirect dazzling, on the working table there should not be any objects with surfaces that might reflect the natural or artifial light of the environment, such as crystal-sheets coverings, mirroring metal objects, etc.
These aspects must be considered, especially when the reflections could interest the visive cone of the operator working at the terminal. For particular activities requiring the continuous reading of files (word processing, data entry, etc.) the use of a filer or stand is suggested. When it is used, it should be placed at the same distance of the screen, so to reduce the movements of the head and avoid continous refocusing and a consequent tiredness of the eyes.
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