Casa oggi modi di vivere

Portici e verande: luoghi suggestivi d’interazione fra l’esterno e l’interno valorizzano ogni volta, in modo esclusivo e armonico, il progetto architettonico della casa facendo emergere il proprio personale modo di vivere.

Propaggini domestiche: un pranzo, una conversazione accesa, un té in compagnia d’un libro. Portici e loggie vagamente classicheggianti per quel susseguirsi d’archi, gazebo e verande non delimitati, mediati da diaframmi, sviluppano il concetto di aree di mezzo, zone riparate di confine che stabiliscono una relazione tra interni ed esterni. Là dove la casa indugia a finire, sconfina nel verde circostante con tipologie architettoniche che spesso rappresentano un romantico contrappunto alla struttura principale. Non per pura coincidenza, né per uno strano caso: le abitazioni che allargano così i propri orizzonti sono spesso dimora di personaggi che vivono secondo uno stile esclusivo, fuori dagli schemi. Così questa loggia è l’affaccio del piano superiore di una grande villa bianca dalle linee eleganti, dei primi anni del ‘900, quando questo luogo della Provenza divenne un rifugio per artisti.

Un loggiato affascinante e suggestivo. La balaustra, le colonne doriche e il pavimento
sono originali dei primi del Novecento. Tutto richiama un’atmosfera fastosa d’altri tempi.

Oggi come allora, è la casa di una pittrice, Sylvia Braverman. L’arredamento estremamente suggestivo, più che dall’affollarsi voluto di oggetti e mobili, è fatto di luce, ombre, persino silenzi che si rincorrono di stanza in stanza fino alla loggia coperta dalla quale si scorge il paesaggio intorno. Il parapetto sormontato da archi a tutto sesto, i pavimenti interni che si estendono sull’ampia terrazza, sono originali, bellissimi con le loro geometrie e i loro colori come se le linee e le fantasie dei quadri che riempiono le pareti fossero scivolati a terra. Un salottino definisce la zona conversazione, dietro la quale, nascosta dal verde, la zona pranzo ha sedute e tavolo di produzione orientale. Nelle immagini: in alto il salotto biposto Bijou, UnoPiù; in basso coordinato di piatti, Bitossi Diffusion.

Un’isola di luce fra tendaggi e fronde appena discoste è collocata, per ospitare un’area pranzo all’aperto, nella splendida villa Giugni, affacciata su Marina Piccola, nella parte meridionale di Capri. «L’idea – aveva spiegato l’architetto Paris occupatosi della ristrutturazione – era rendere uno spazio tradizionale, un organismo architettonico in cui diversi nuclei funzionalmente autonomi fossero collegati da percorsi: a questo scopo il giardino diventa elemento aggregante e d’incontro». Tutto il lavoro è stato eseguito nel rispetto delle armonie preesistenti e del paesaggio, altro elemento rilevante.

Elegante e originale il gazebo anni ‘20 sostenuto da una struttura in ferro battuto
stemperato da teli bianchi che lo rendono lieve, quasi sospeso tra cielo e terra.

Particolare cura è stata dedicata alla realizzazione degli spazi esterni che da luoghi di passaggio, perché ripidi e scoscesi, sono stati trasformati in piacevoli angoli dove sostare. Pavimentati in quarzite e cotto, organizzati in ampi squarci ad aiuola intorno a pini secolari, sono lo scenario nel quale sorge questo suggestivo gazebo anni ‘20, creato in ferri tubolari a simulare vecchie colonne di ghisa. La copertura e i tendaggi sono stati realizzati con bemberg da vela, modellati secondo l’andamento delle curve della struttura. Tavoli e sedie sono in ferro battuto. Nelle immagini: in alto il gazebo in ferro battuto di Artifer; in basso Harem, Emu.

Quello che si vede sotto il grande arco di questo portico è preludio o l’ultima eco della casa della pittrice Buci Sopelsa, un rustico ristrutturato sui Colli Berici nei dintorni di Vicenza. Nessuno dei percorsi di questa casa incastonata nel paesaggio lussurreggiante è ovvio. Grandi vetrate, intere zone interne incorniciate dal verde e soprattutto il portico di fronte all’entrata, racchiuso da un arco a tutto sesto che domina lo spazio e lo definisce come una “porta senza battente” sul giardino che degrada dolcemente.

Lo sguardo si apre verso l’esterno sotto l’enorme arco in mattoni rossi. Un anello
di congiunzione tra i vasti spazi del giardino e le ampie ariose stanze dell’interno.

I mattoni rossi sono stati mantenuti dalla vecchia struttura, anello di congiunzione tra i vasti spazi del giardino e le ampie ariose stanze dell’interno. Il pavimento è stato realizzato in cotto toscano (posato da Utilia di Vicenza), e in quest’immagine sono ben visibili 2 sdraio da nave (Targa Italia). L’idea era quella di conservare l’identità della casa di chiara impronta contadina, cercando di rispettare il più possibile l’uso di materiali tradizionali. Qui sono stati banditi i materiali plastici a favore di legno, cotto e vetro. É una casa dove tra esterno e interno c’è una sorta di complementarietà dove l’interno diventa quasi una propagine del giardino mentre l’esterno, popolato da piante tipiche della zona, permette di vivere in simbiosi con la natura. In alto sedute e tavolino Madison, Gloster; in basso pavimentazione da esterni Dolmen.

 

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