Architettura e “Genius Loci”

Progetto di: Azzurra Lorenzetto, architetto

Khamma, Bugeber, Siba, Rakala. Non ci troviamo in provincia di Medina bensì nell’isola di Pantelleria dove la permanenza araba ha lasciato un enorme segno sia dal punto di vista culturale che architettonico, ponendo le basi di ciò che poi sarebbe diventata l’isola pantesca. Un‘isola la cui caratteristica principale è l’armonia tra la natura e le
abitazioni che si fondono l’una nelle altre. Il paesaggio di Pantelleria è unico, con i suoi campi tagliati da strade in pietra, terrazze coltivate, case color carbone, materiali lavici che costruiscono recinzioni intricate, giardini inscritti in alte mura circolari. Tutto alternato alla macchia mediterranea. In questo ambiente gli abitanti soddisfano i propri bisogni utilizzando le risorse naturali, assaporando fino in fondo il carattere selvaggio e incontaminato dell’isola ben
lontano dalle nostre città industrializzate e da molti luoghi turistici.

"Dammuso docet" rivisitato ma conservato nei suoi valori essenziali

Tutto comincia e si sviluppa con la natura e nell’ambiente a partire dalle tipiche abitazioni pantesche costruite con materiali cavati in loco, che grazie a particolari tecniche, ereditate dalla genialità araba, ancora oggi sono utilizzati per costruire i famosi Dammusi. Pietra, terra e acqua sono gli elementi che li compongono. Affascinanti cumuli di pietre tenute insieme da canditi tetti a volta di chiara influenza orientale. Lo stile arabo entra anche negli interni delle case dove i muri ed i rivestimenti sono caratterizzati dai colori e dalle linee arabeggianti definendo lo Stile Pantesco. Il Dammuso è un’unità abitativa caratterizzata dall’essenzialità strutturale, gli interni sono costituiti da piccole stanze: originariamente vi era una sala che faceva da spartiacque tra i vari locali.

Oggi le case pantesche sono formate da più dammusi che vengono collegati da tettoie di cannizzi e travi in legno. In altre parole, ogni stanza è un dammuso, si creano così tante piccole dépendance che vanno a formare l’unità abitativa. I tetti a cupola avevano ed hanno ancora la funzione di canalizzare l’acqua piovana nelle cisterne. Al di
sotto di ogni cupola corrisponde un locale (che si presenta arcuato con profili diversi), o una cisterna. La baia di Martingana è uno dei pochi accessi all’isola. Qui sono approdati molti Milanesi che ne hanno fatto il proprio eremo estivo, acquistandoli quando ancora erano stalle di pastori, per ristrutturarli con minuzia e amore nel corso degli anni. É straordinario come li abbiano resi abitabili salvaguardando e rispettando il paesaggio naturale dove le case si perdono tra pietre e vegetazione. Silenzio, natura, mare e vento sono gli elementi primari di una vacanza a Pantelleria: mangiare sui terrazzamenti con vista mare sotto i cannizzi è uno dei tanti piaceri che offre l’isola. All’interno le case sono semplici ed essenziali ma nonostante questo curate nei dettagli: scaffali e lavelli sono inseriti
all’interno di nicche in muratura in un’alternanza di pieni e vuoti. Anche i letti sono spesso inseriti nel perimetro
murale come a voler sottolineare il valore della siesta e del riposo. I pochi elementi d’arredo, per lo più in legno, sono fatti a mano dai numerosi artigiani locali.

IL DAMMUSO: STORIA E CARATTERISTICHE
I primi abitanti dell’isola hanno edificato sin dalla preistoria modelli architettonici con tecniche che li hanno distinti dagli altri popoli del Mondo Antico: Mursia è un villaggio fortificato ubicato a strapiombo sul mare circondato da un possente muro. Il particolare modello costruttivo si è poi evoluto con le dominazioni puniche e successivamente romane. Le prime hanno tra l’altro introdotto le cisterne d’acqua, enorme evoluzione visto il problema idrico dell’isola. Cisterne tanto ben costruite che sono ancora oggi funizionanti dopo oltre 2500 anni, senza bisogno di manutenzione se non la pulizia. É nel X sec. D.C. che nasce il simbolo architettonico di Pantelleria: il Dammuso. Innanzitutto bisogna sottolineare che il dammuso tiene sempre conto della morfologia del terreno su cui è costruito. I muri molto spessi che lo costituiscono sono necessari ad assorbire le spinte delle cupole definite da un impasto di tufo rosso e calce. Il composto viene poi battuto con mazze di legno per giorni sino a formare uno strato duro e impermeabile. La particolare forma di questi tetti permette la canalizzazione dell’acqua piovana nelle cisterne, mentre i muri possenti isolano l’interno dal caldo e dal freddo. Le finestre generalmente sono molto piccole in quanto le famiglie, durante la stagione estiva, vi si trasferivano per lavorare i campi e dovevano limitare l’ingresso del sole e del caldo. Successivamente con la dominazione musulmana i tetti a cupola divennero più raffinati e venne dato loro un tocco stilistico più definito. Un’ispirazione leggibile anche in interni nelle ceramiche decorate.

L’ISOLA DI PANTELLERIA
Un’isola vulcanica emersa dal mare, situata nel centro del mediterraneo sotto la provincia di Trapani. Ha un’estensione di ottantasei chilometri quadrati e si trova a soli settanta chilometri dalle coste della Tunisia tanto che, con particolari condizioni metereologiche, da alcuni punti si può scorgere il profilo montuoso tunisino all’orizzonte. Durante i cinquemila anni della sua storia è stata soggetta a diverse dominazioni proprio per la posizione strategica che occupa
all’interno del bacino del mediterraneo. Evidenti ancora oggi le influenze puniche, romane e arabe che hanno lasciato un segno importante nella creazione della cultura pantesca.

 

 

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