American kitchens

Conseguentemente alla nascita della cucina componibile americana, alcuni suoi tratti distintivi vengono “assorbiti”, intorno agli anni’50, anche dal nostro Paese, introducendo un modo meno rigido e più flessibile di vivere la cucina.

Servizio di: Alessandra Bettaglio, architetto

L’assembled kitchens, la nostra cucina componibile, nasce in America nel corso degli anni Trenta. Caratteristica: il piano unico” o blocco – cucina, che contiene in un solo elemento continuo tutte le apparecchiature, ma poco duttile e di scarsa adattabilità in spazi diversi. L’esigenza di una maggiore mobilità fa nascere in America un sistema modulare che permette di strutturare in modo funzionale l’organizzazione e la gestione della cucina. Sviluppatosi conseguentemente a questa radicale trasformazione, il tipico bancone (o banco snack) per colazione e non solo, assume oggi anche la funzione di vero e proprio tavolo per spuntini veloci, accompagnato da sgabelli alti e coordinati. Un elemento che fa ormai parte del nostro bagaglio compositivo rendendo la cucina un luogo più flessibile e creativo e più adeguato alle esigenze della contemporaneità.

1. Cucina, Cooky Store; sgabelli, Rexite; pavimento in ceramica, F.lli Invernizzi; piano in cristallo e lastra in acciaio zigrinato disegnati da Giulio Zucchi.
2. Cucina, Nuvola progettata da Luca Meda, Dada; sgabelli con struttura in acciaio modello Otto, design For Use per
Zanotta; isola con piano in marmo di Luserna.
3. Cucina Artematica, Valcucine; sgabelli disegnati da Giorgio Manzali per Bonaldo; cappa e isola, Faber.
4. Cucina, Boffi; originali sedute a cilindro in acciaio inox spazzolato con piano in mosaico disegnati da Francesca Fabbri per Dilmos.

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