Approfondimenti

Parte prima

1. Perché le sedie con gambe di legno, debbono essere munite di feltri adesivi, quando vengono usate sui parquet. Non sono forse composte dello stesso tipo di materiale?

Il motivo è da ricercarsi nelle caratteristiche meccaniche che il legno offre in modo diverso nelle due principali direzioni longitudinale e trasversale. Infatti, sulla estremità del piede della sedia, la resistenza alla compressione offerta dalle fibre legnose (poste in direzione longitudinale) è di oltre quindici volte alla resistenza offerta dalla fibre delle tavolette del parquet, sempre comunque poste in modo da essere “schiacciate” nella loro direzione trasversale.

2. Ma allora perché il parquet, soggetto al calpestio, non viene prodotto di “testa”, ovvero sfruttando la maggiore resistenza meccanica offerta da questa faccia?

Gli studi avviati cinquanta anni fa per la produzione industriale di parquet, permisero subito di comprendere che un parquet costruito con lamelle ottenute sul taglio trasversale del tronco (legno di testa)(*), avrebbero permesso di sfruttare la maggiore durezza del materiale. Con ciò verrebbe espressa però con maggior evidenza il difetto
intrinseco dovuto ai ritiri dimensionali, da prevedersi nel trascorrere delle stagioni, con sensibili fessurazioni sviluppate sui perimetri e conseguenti alla conformazione morfologica degli elementi. E’ opportuno ribadire comunque che oggidì, gli standard di produzione dei parchettifici assicurano un’offerta di materiale correttamente equilibrato al contenuto medio del 9% d’umidità relativa, permettendo al manufatto finale una condizione di generale stabilità in interno avvalendosi di consolidati sistemi di posa e protezione5 studiati per contenere gli effetti delle naturali cicliche tensioni e microscopiche deformazioni delle tavolette.

3. E’ vero che è sempre consigliato l’uso delle colle bicomponenti di tipo poliuretanico rispetto alle tradizionali colle viniliche a base di PVA (acetato di vinile)?

No, non è sempre vero. E’ solo consigliato per i formati maggiori, ovvero dal listoncino e oltre. Infatti, i formati minori
del tipo il mosaico e il lamparquet sono tali da sviluppare delle ridotte deformazioni dimensionali e minime tensioni, tali da essere ottimamente contenute e assorbite dalle proprietà adesive delle colle a base acquosa del tipo PVA,
preposte al fissaggio sul sottofondo.

4. Perché intorno al perimetro della stanza ove è incollato un parquet, deve essere lasciato uno spazio “vuoto”. E’ vero che è indispensabile per gli eventuali movimenti del legno che costituisce le tavolette?

E’ falso. Si tratta di un “luogo comune” consolidato nella consapevolezza che il legno è materiale “vivo” e che, per ciò,
il parquet possa dilatarsi in modo così accentuato. In realtà i movimenti a cui è esposto un parquet in un locale normalmente abitato sono tali da non essere percepiti senza l’uso d’appositi strumenti. L’eventualità di una deformazione tanto significativa da sfruttare il “vuoto” perimetrale lungo le pareti non potrebbe mai essere sfruttata, fatto che le tavolette sollecitate a tale estremo comportamento, avrebbero la rottura dal sottofondo ove sono incollate, visto come le tensioni di trazione indurrebbero il loro primo e sicuro distacco dal sottofondo di posa.

5. E’ possibile effettuare dei ripristini per piccole porzioni dei parquet verniciati nella necessità di eliminare graffi o grosse ammaccature senza creare antiestetiche “toppe”?

Il processo di protezione del parquet con le resine sintetiche vernicianti deve essere fatto per intere porzioni, senza soluzione della continuità delle superficie allo scopo di assicurare l’omogeneità del trattamento e del film di protezione che si forma in seguito alla polimerizzazione delle resine. Ogni eventuale successivo intervento limitato a porzioni di superficie, resterà molto probabilmente evidente, con un antiestetico aspetto dovuto allo sviluppo di una “toppa” di un
diverso tono di colore dovuto alla diversa ossidazione della superficie ritrattata.

6. Come posso provvedere all’acquisto di una partita di legno il più possibile uguale per caratteristiche estetiche a quella già esistente da anni nella mia abitazione?

Devo presentare un campione di riferimento al rivenditore? Mi dispiace, non sarà possibile procurare del materiale avente caratteristiche estetiche uguali a quelle di un parquet esistente e da tempo posato in opera. Anche per le specie più diffuse e commercializzate, quali la Rovere, le caratteristiche intrinseche che regolano il colore, la fibratura e tessitura del materiale sono fortemente peculiari della provenienza della pianta. Piante di uguale specie, cresciute in terreni diversi e/o differenti esposizioni avranno caratteri e costituenti chimici sensibilmente differenti e tali da impedire un loro futuro assortimento in una unica partita omogenea. L’ipotesi potrà essere soddisfatta solo a condizione che l’utente abbia provveduto, con grande previdenza, ad acquistare il materiale in quantità sufficiente a effettuare l’integrazione di materiale richiesta. Il caso vale spesso per interventi di ripristino dovuti per parziali danneggiamenti di parquet dovuti a cause di forza maggiore per eventi accidentali.

Il legno come si presenta in una sezione trasversale

7. Il parquet è consigliato anche per i bagni? Eventualmente esso richiede delle cautele o precauzioni di progetto per la costruzione del sottofondo?

Il parquet è certamente molto consigliato per il bagno, dove si potrà effettivamente apprezzare le sue doti di calore e naturalità. Nessuna particolare precauzione dovrà essere osservata per il progetto del sottofondo di posa, che potrà avere le stesse caratteristiche della restante casa. Qualche cautela sarà da osservare nell’uso, per la protezione dall’acqua provenien
te dal box doccia o servizi, risultando il fenomeno della persistente dispersione dannoso agli effetti del probabile rigonfiamento del materiale.

8. Dopo aver innaffiato delle piante da appartamento senza il sottovaso, ho accidentalmente bagnato il parquet che, in quel punto si è leggermente imbarcato. Quando si sarà riasciugato, ritornerà come prima? Posso in qualche modo favorire il “rientro” della deformazione dovuto al mio negligente comportamento?

Il legno subisce le variazioni d’umidità esprimendo delle deformazioni di rigonfiamento (nella fase di adsorbimento) che, non sono coincidenti alle deformazioni di ritiro (nella fase di desorbimento). Da ciò ne deriva che resteranno delle lievi ma persistenti fessure tra le tavolette, ineliminabili senza una generale rilevigatura e riverniciatura della superficie. Nessun intervento potrà “controllare” il processo d’equilibratura che il materiale spontaneamente svolge, riferendosi
alle condizioni microclimatiche dell’ambiente.

9. Il parquet può essere direttamente disturbato dal freddo o dal caldo intenso?

No. Il legno che costituisce il parquet è insensibile alle variazioni anche repentine della temperatura ove è posato o giacente. In realtà il fattore che altera la sua stabilità dimensionale è l’umidità dell’aria che, a sua volta, è fortemente condizionata dalla temperatura dell’ambiente. Quindi, è corretto dire che la temperatura è un fattore indirettamente
interessante agli effetti della possibilità di “disturbare” il materiale legnoso, certo il suo effetto sulla concentrazione del
vapore acqueo nell’aria in cui il legno è immerso (si pensi alla naturale formazione della nebbia d’inverno).

10. Come posso mantenere in modo più favorevole il parquet del mio appartamento?

Semplicemente migliorando il contenuto d’umidità presente nell’aria che, nella stagione invernale, subisce n’apprezzata contrazione. L’uso di vaschette di ceramica per termoradiatori, oltre a migliorare le condizioni generali della salubrità dei locali a vantaggio di coloro che li abita, permetterà al pavimento di legno d’equilibrarsi nell’umidità perduta e mantenere una maggiore stabilità evitando la formazione di, seppur temporanee, microfessure tra le tavolette.

11. Durante la posa del parquet è buona cosa incollare le tavolette anche sui lati lunghi verticali?

Contrariamente a quello che potrebbe sembrare è un errore! Infatti, la presenza della colla sulle facce laterali delle tavolette, impedisce il “ritiro” fisiologico che è prevedibile per i cicli stagionali inducendo una condizione di sostanziale “continuità strutturale” tra le singole componenti, possibili sviluppi di tensioni interne al materiale con probabile rotture e fessurazioni, oltre che a distacchi dal sottofondo dovuti alla formazione di forze di trazione verticali.

12. Per avere un parquet più durevole è opportuno e consigliato usare un legno particolarmente duro?

Premesso che le diverse specie legnose hanno differenti caratteri di resistenza alla compressione e quindi all’urto, bene codificate e riconosciute con prove metodologiche UNI15, tali caratteristiche tecnologiche non sono mai sfruttate appieno in una civile abitazione, dove il carico dovuto per l’usura del calpestio è relativamente basso. In realtà quello che risulterà essere soggetto all’usura non sarà il sub-strato legno, ma il sistema di protezione che verrà scelto per proteggerlo: filmante (vernice a solvente o all’acqua), a impregnazione (a base di olii minerali o insaturi) o a cere (a
caldo o freddo). Agli effetti della durabilità soggettivamente apprezzabile nella destinazione d’uso di una civile abitazione le specie legnose sono tutte da considerare come sostanzialmente uguali, soprattutto se relazionate alla durata media delle strutture edilizie circostanti e gli inevitabili interventi di manutenzione straordinaria del fabbricato.

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