Una cerniera tra ieri e oggi

Anche laddove non è visibile all’esterno, come in questa villa bergamasca di metà ‘900, l’ascensore, inserito nel corpo aggiunto allo scopo di ottenere l’ampliamento e la riqualificazione dell’edificio, è momento ispiratore, perno attorno a cui ruota il concetto della trasformazione. La villa è stata costruita negli anni ‘40, con un’architettura lineare caratterizzata da un tetto spiovente di ispirazione tedesca. La riqualificazione e l’ampliamento sono stati realizzati con l’aggiunta di un moderno edificio a torre che si inserisce nell’esistente senza snaturarlo, bensì completandolo: come in un processo di crescita. Infatti gli edifici vanno considerati come organismi vivi, la cui storia comporta una nascita e una crescita: questa si accompagna al succedersi delle epoche, ai mutamenti del mondo che le circonda, al variare della sensibilità e delle necessità delle persone che li abitano.In questo edificio, la parte riguardante la ristrutturazione ha riproposto il caratteristico tetto a falde inclinate, riprogettato con un caldo rivestimento interno in legno di cedro. L’architettura originaria è stata mantenuta e riqualificata, senza modificare le aperture.
L’edificio aggiunto, munito di ascensore e di piano interrato per l’autorimessa, è stato disegnato in stile minimalista, così da presentarsi col volto dell’attualità, allo stesso tempo ben armonizzandosi con l’architettura più antica dei palazzi circostanti. Nel corpo aggiunto sono stati collocati gli spazi per il giorno e le camere da letto, caratterizzati da ampie vetrate sul giardino e sui grandi terrazzi. Tutte le finiture sono sobrie ed eleganti: pietra di fossena grigia per le pavimentazioni e pareti bianche che ben si coniugano con la scala Déco in marmo giallo d’Istria e i parquet in rovere dell’edificio preesistente.Le ampie e luminose vetrate, e la caratteristica terrazza in cima alla torre sono state  studiate per permettere una vista spettacolare di Bergamo alta e si pongono come la cifra caratteristica del moderno.
I balconi scandiscono lo sviluppo dell’altezza e le balaustre, in parte in muratura, in parte in barre metalliche, ne definiscono i contorni unendo alla protezione della privacy un gesto di trasparenza. Sulla terrazza superiore emerge, come il culmine del sommarsi di livelli segnati dalle quote dei profili del tetto e dei balconi, il volume vetrato su quattro
lati, con le facciate definite da trame metalliche: è lo sbarco protetto della scala e dell’ascensore oleodinamico che unisce il livello più alto ai livelli interrati.
Sul piano architettonico questo volume si evidenzia come il perno del nuovo edificio composito, risultate dall’esistente e dall’aggiunta: diventa la cerniera che unisce le due parti.L’edificio preesistente è visibile e integro nella sua forma originaria su un lato; sul lato opposto domina l’aggiunta contemporanea. Ma da qualsiasi lato lo si guardi, la torretta risalta sovrana, ad annunciare l’avvenuta trasformazione. Il che dimostra come anche laddove il corpo ascensore non è evidente sulle facciate, sempre si pone come segno del passaggio epocale: dagli anni ‘40 a oggi molto resta, molto è cambiato.
Il progetto è completato dalle tecnologie più aggiornate: impianti domotici per climatizzazione, illuminazione e sistema di allarme, pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua, sistema di ricambio d’aria che la recupera e la purifica migliorando la resa della caldaia, oltre a sistemi di isolamento che portano la Certificazione in Classe Energetica A.

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