Belli e funzionali

inaspettate proposte di design

L’irruzione della dimensione del design nell’ambito della quotidianità, quando non molti anni fa era appannaggio di pochi addetti ai lavori, ha rivoluzionato i canoni estetici globali, condizionato e
direzionato sensibilmente i parametri stilici che stimolano nuove creazioni. A quali dei tanti aspetti della fascinazione esercitata da questa “disciplina” si lega la ricettività del pubblico?

Lo scorso anno la conferenza di presentazione del Salone Internazionale del Mobile titolava: “Essere e Sembrare”. E quando all’architetto Pierluigi Cerri è stato chiesto un commento in proposito, lui sarcastico ha esordito: “Sempre meglio che Apparire.” La questione relativa al design, oggigiorno, sta nel fatto che troppo spesso si considera esclusivamente l’aspetto estetico, puntando sullo stupore, sul tentativo di sbalordire e sedurre, tralasciando funzionalità e valutazioni ergonomiche. La narrazione prevale sulla funzione. Con tutta probabilità perché si cercano risposte alle esigenze del mercato. Ma il lavoro del progettista – designer prevede centinaia di approcci e di problematiche differenti.

Esistono realtà aziendali come Living Divani che, al di là di mode e richieste contingenti, sono in grado di concretizzare
una produzione dalla quale emergono attente riflessioni su identità e funzione del design. “Meditazioni progettuali” che comprendono conoscenza dei materiali, scelta di soluzioni tecniche, originali concezioni estetiche. Una sintesi discreta che riesce a coniugare le esigenze del pubblico con i reali obiettivi che il design dovrebbe perseguire. Esemplari sono la rivisitazione in chiave sensuale della famosa chaise-longue Pi-Air (2) e l’ampliamento della serie di sedute Bubble Rock (1).

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