Prima dell’invenzione dei caminetti, il cui uso si fa risalire circa al 1200, l’interno delle abitazioni veniva normalmente scaldato con l’uso di bracieri.
Erano recipienti in lamiera, a volte in ferro forgiato, con fori ai lati per facilitare la circolazione d’aria e con un piatto sottostante, sempre in lamiera, destinato a raccogliere la cenere.
I bracieri erano in genere sostenuti da tripodi, a volte con piccole ruote per facilitarne il movimento quando erano di grandi dimensioni e quindi molto pesanti.
Riempito il braciere di combustibile (in genere carbone) si aveva cura di lasciarlo bruciare un poco fuori dell’ambiente in modo da lasciare esalare i gas nocivi e lo si introduceva poi nella stanza da riscaldare. Era un sistema di riscaldamento non privo di inconvenienti se le antiche cronache raccontano che perfino Giulio Cesare rischiò di morire asfissiato per i vapori di un braciere che gli avevano acceso nella sua camera da letto in un inverno molto rigido.
In Spagna e in Italia si fabbricavano anche bracieri in rame oppure in bronzo dalle eleganti forme, (come quello della figura a sinistra) con asta a tortiglione che regge un piatto a forma di coppa appiattita. In Francia oltre al metallo si usava anche la maiolica, fabbricando bracieri a forma di vasi nel cui interno una scatola di lamiera con piccoli fori conteneva la brace.Altro sistema di riscaldamento, usato nel Medioevo e protrattosi quasi fino ai nostri giorni, era quello dei piccoli bracieri portatili per scaldare mani e piedi; i progenitori dei ben noti “scaldini” ottocenteschi.
Si fabbricavano eleganti scaldini in rame o altro metallo a forma di piccolo vaso con coperchio, spesso di forma anche tonda, con attorno una specie di armatura che impediva alle vesti di trovarsi a contatto con lo scaldino vero e proprio.
Si fabbricavano anche scaldapiedi in metallo di forma quadrata nei quali si versava acqua bollente e che venivano poi ricoperti di stoffa, a volte anche in pelliccia.
Altro tipo di scaldino era costituito da cilindri di terracotta muniti di un manico che una volta riempiti di brace venivano collocati in scatole di legno che servivano da sgabelli o da poggiapiedi.
Gli scaldini da mani oltre che in casa venivano usati anche nelle chiese durante la messa e anche il prete, in inverno, ne aveva uno sull’altare per scaldarsi le dita dal freddo che certamente non mancava nelle grandi chiese dalle alte navate. Curiosi i due scaldini qui illustrati composti a semisfere metalliche unite da cerniera e munite di fermaglio.Nelle due semisfere vi sono fori a forma di stella disposti in modo da formare ornamento oltre che da lasciar passare il calore della brace.
All’interno non si mette più la brace incandescente, ma una piccola lampada (probabilmente a olio) che aveva il vantaggio di un calore più costante.
A volte, invece della lampada, vi si metteva una semplice palla di ferro precedentemente ben scaldata e che poteva mantenere il calore per un certo tempo.
Questi scaldamani si portavano appresso ed erano spesso muniti di una catenella per appenderli oppure si posavano su un treppiedi. Alcuni erano dei veri oggetti d’arte con ricchi ornamenti dove venivano usati anche metalli preziosi come l’argento o l’argento dorato.Linea Fuego Style
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