Nella pagina accanto l’ambiente è dominato dalla ricerca dei colori, dei materiali e delle superfici giungendo fino alla decorazione delle pareti. In questa pagina sono i problemi tecnologici, ergonomici e di stoccaggio a prevalere. Risolti in modo fantasioso con un’attenta organizzazione degli spazi. Ognuno ha il suo stile di lavoro: ci sono quelli che lavorano meglio in una situazione di disordine ordinato e chi viceversa preferisce un ordine assolutamente perfetto ed evidente. La seconda categoria si divide a sua volta in chi vuole una semplicità poco appariscente e chi invece predilige uno scenario più prestigioso. Nelle foto: In questo interno inglese, nell’angolo per il lavoro (o per la semplice corrispondenza) la ricerca di Tutto questo a prescindere dai problemi funzionali, che vanno preventivamente risolti in entrambi i casi. In un libro di Lorrie Mack che s’intitola ”Calm Working Spaces” edito da Marshall Publishing di Londra (da cui sono tratti gli esempi qui illustrati), vengono esaminati tutti gli elementi che concorrono alla costruzione di uno spazio di lavoro nella propria abitazione, dai mobili all’illuminazione fino allo stoccaggio dei documenti; ma il capitolo conclusivo è quello su “Il tocco personale”, che forse sarebbe il giusto punto di partenza. Nelle foto: Un allegro disordine definisce questo angolo studio. Interessante il canestro sospeso nell’angolo del soffitto per mettere i rotoli dei disegni. Qui abbiamo diviso gli esempi in due gruppi: in questa pagina c’è l’angolo di lavoro di prestigio, in quella a fronte vi sono vari tipi di ambienti soprattutto funzionali.
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