L’arte di vivere in un castello

Questo che appare oggi come un bel castello di dimensioni raccolte, era nato nel XV secolo come semplice torre di guardia; poi, grazie alla sua vicinanza alla città, è stato trasformato in residenza elegante con un look fortificato molto gradevole anche se poco autentico. Questa origine spuria spiega la scelta progettuale dell’arch. Pietro Zanlari, che ha lasciato intatti il fronte e le ali, ma sul retro ha inserito un prisma di cristallo, alto come la costruzione, che sconvolge la volontà della villa di sembrare quello che non è. In quanto architetto moderno non se l’è sentita di aggiungersi alla schiera dei precedenti costruttori che hanno costruito senza dare nell’occhio un “castello” volutamente ingannevole per i non esperti. Per i pionieri dell’architettura moderna la sincerità costruttiva era un impegno morale da non tradire mai, pena il sospetto di essere dei creatori di falsi storici, quasi dei falsari. Questo prisma di cristallo, che è la firma stilistica dell’intervento, lascia intuire altri interventi simili all’interno, che però non sono predominanti.La stanza qui illustrata fa parte della costruzione secentesca, come attesta la banda decorata a colori vivaci situata appena sotto al soffitto ligneo originario.
Il suo arredamento riesce ad essere moderno con discrezione, e nello stesso tempo armonico con le parti antiche sopravvissute. Perfetta nei materiali scelti (il cotto del pavimento è di recupero), è perfetta anche nella gamma cromatica delle parti rinnovate: il grigioverde caldo delle pareti ha una presenza calibrata al punto giusto tra i toni rossi del cotto e quelli bordeaux della fascia decorativa.
Molto simpatica l’opzione per i due robusti divani in pelle nera di modello ottocentesco, i “chester”, che legano perfettamente con la scala a chiocciola in metallo nero qui inserita alla fine di quello stesso secolo. Per alleggerirli tra loro è stato inserito un divano molto più tessile ricoperto con una housse bianca, e bianco è anche il morbido pouff centrale e la libreria a parete. Nell’arredamento l’architetto ha fatto solo da supervisore, dando libero sfogo alle preferenze dei clienti, per cui alla fine questo strano castello risulta più vissuto che progettato; come spesso accade in molti manieri storici tramandati all’interno di uno stesso casato, dove i gusti di epoche diverse convivono pacificamente stratificati. Un risultato aiutato dal fatto che gli eredi di una certa tradizione hanno molti mobili di famiglia che preferiscono a quelli estranei dell’antiquario.Due interventi “modernizzanti” dell’architetto Zanlari: la grande vetrata che permette di godere visivamente della bella campagna circostante, e la lunga pensilina staccata dal castello per vivere e pranzare all’aperto. Entrambi gli interventi, non essendo congrui con l’integrità tipologica del castello, sono disposti sul lato meno visibile dagli ingressi. Questo è un dilemma che si pone a ogni ristrutturazione di edifici nati in altre epoche e poco disponibili agli stili di vita contemporanei. Le due scuole (quella del rinnovamento e quella della conservazione) fanno capo a due organismi contrapposti: gli studi di architettura da una parte, e quelli di tutela dei beni architettonici dall’altra, spesso condizionati da interessi politici e privati.Il castello, pervenuto in via ereditaria, è stato diviso a metà tra due fratelli, facendo in modo che ogni parte fosse completamente autonoma e con entrate separate. Naturalmente lo stile dell’arredamento, e in parte anche quello della ristrutturazione, sono diversi perchè diversa è la personalità dei proprietari.
Come spesso succede, il più anziano preferisce il moderno e il più giovane quello tradizionale.
La cosa si spiega così: il fratello con meno anni, avendo passato l’infanzia tra queste mura, preferisce mantenere l’immagine tradizionale, mentre quello con più anni pensa di aver passato anche troppo tempo in ambienti di altre epoche e adesso preferisce uno stile più moderno.
Anche se un comune “gusto di famiglia” caratterizza l’insieme del castello.Nel superattico, là dove in origine vi era il tetto, è stata ricavata una terrazza che comunica con la zona notte: un angolo perfetto per quando ci si vuole isolare.
Nella foto, un ambiente polifunzionale creato ex novo tra i merli della torre medioevale. E’ costituito da un tetto in legno con coppi, sostenuto da quattro pilastri angolari di mattoni e chiuso con pareti di cristallo.
Si tratta di un ambiente completamente nuovo che è solo appoggiato sulla torre, come se non volesse avere nulla a che fare con l’antico castello. E’ il punto culminante di questa ristrutturazione dominata da una precisa idea: creare spazi moderni in una struttura antica senza stravolgerla, isolando visivamente i nuovi interventi dal contesto in nome di una moderna “sincerità costruttiva”. Come ha fatto Pei al Louvre con la piramide di cristallo.Il tessuto del grande letto tende a confondersi col pavimento in legno, e il ruolo da protagonista viene assunto dalle pareti dipinte con differenti colori pastello. Si tratta di una scomposizione cromatica dei piani ortogonali che risale alle avanguardie storiche, in particolare al neoplaticismo, e che qui viene utilizzata per contrastare il linguaggio spaziale della tradizione.Passione accesa
www.piazzetta.itL’artigiano del legno
www.artigianodellastufa.itL’ingresso della parte abitata dal fratello più tradizionalista.
Il soffitto a vela è quello originario della torre medioevale, che costituisce la parte più  antica della villa. Il tavolo pieghevole è inglese del ‘700, mentre le sedie “a rocchetto” sono del periodo eclettico.
Il tappeto con fondo marrone e celeste è un pregevole persiano di fine ’800.
La cucina tradizionale con l’antico camino, il tavolo in massello di noce d’alta epoca e le sedie tradizionali “da chiesa”. Spicca nella sua modernità il frigo rosso illuminato dalla lampada “Tolomeo” di Artemide di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina.
Le pareti con pietre e mattoni lasciati in vista sono quelle originali della torre di avvistamento.Molto piacevole la decorazione di questo soffitto a padiglione: è un mix di decorazioni di gusto neoclassico (le grisailles) e di motivi romantici (le rose centifolia). I divani sono moderni, mentre la dormeuse nell’angolo è ottocentesca. Il pavimento in seminato è su disegno dell’arch. Pietro Zanlari.La semplicità è la giusta chiave di lettura per l’arredamento delle stanze private, quelle nella zona notte. Letti semplicissimi, mobili di famiglia disposti con misura dove servono, qualche quadro per personalizzare e tinte calde alle pareti per rimpicciolire gli spazi e renderli più accoglienti.
Poi vi sono certi angoli, come quello illustrato qui sotto, dove l’architetto si è mosso con più libertà e ha disegnato un soffitto in legno di grande bellezza. Per principio un architetto che si occupa di interni deve saper fare di tutto, anche arredare con mobili di famiglia uno spazio da lasciare com’è. Ma se si tratta di un architetto creativo, che ha voglia di modellare gli spazi e di riempirli di forme, colori e luci personali, in questo caso morderà il freno e cercherà di creare all’interno del monumento spazi di più fruibile modernità. Come qui ha fatto l’arch. Zanlari, dando un po’ di aria e luce in più agli abitanti del castello che sicuramente gliene saranno molto grati.L’eclettismo si può definire anche così: giocare con le forme di epoche diverse senza soggezioni o sensi di colpa. Che è un giocare con la cultura, consapevoli che il passato non si svilisce se accanto gli si mette qualcosa di contemporaneo ma di qualità. Perché esiste una sensibilità anche per le mésalliances e molti monumenti del passato ci sono giunti splendidamente pasticciati, basta pensare al duomo di Orvieto o a
quello di Milano.
Qui, in questo finto castello nato da un’autentica torre di avvistamento, il retro è più interessante del prospetto grazie al prisma di cristallo che lo interrompe e lo attraversa lasciandoci vedere quasi per miracolo il bellissimo parco che lo incorona.
Anche il tetto messo sui merli con dentro un cubo di cristallo si rivela come una mossa azzardata ma vincente.Lo Studio Zanlari Architettura opera nel campo della progettazione architettonica e urbanistica nell’ufficio di Parma da oltre vent’anni.
Fondato da Pietro Zanlari (Laurea m.c.l. Università di Firenze e specializzazione al Centro di Scienze Ambientali Ettore Majorana di Erice) dopo una decennale esperienza come partner di Architetti Associali, lo Studio interviene in numerosi settori operativi di progettazione e DL di opere per la pianificazione del territorio (Master Plan, Piani Urbanistici Attuativi, Piani di Recupero) e per l’edificazione di complessi residenziali, per uffici, alberghi, commercio, per attività sportive e per il tempo libero.
Tra le opere realizzate si segnala la sede della Gazzetta di Parma, l’albergo Ora Corte del Cornocchio, il centro fitness Circolo del Castellazzo, ville a Mariano e a Zanego, il recupero delle corti Cà San Giorgio e Collecchiello, il restauro del Casino Riva e della villa della Peschiera.

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