UNA CUPOLA IN ZINCO-TITANIO

Ha inizio quasi mille anni fa la storia della parrocchia di San Michele di Piave, in provincia di Treviso, con la costruzione di una piccola chiesa dedicata al santo patrono, san Michele Arcangelo, al posto della quale nell’Ottocento ne viene edificata una più grande, su progetto di Antonio Zanchetta, purtroppo completamente distrutta durante la prima guerra mondiale.
Nonostante le difficoltà economiche, al termine del conflitto si procede subito alla ricostruzione, e nel 1922 il progetto è affidato all’architetto Luigi Candiani, esponente dello stile eclettico e deciso a dare all’edificio un’impronta classica.
Riprendendo la pianta della costruzione precedente, Candiani ricrea una fabbrica ad aula circolare, con quattro cappelle laterali. Le pareti, rinforzate da venti colonne a capitello ionico trattate a finto marmo, sostengono un tamburo cilindrico sottolineato da cornici modanate e munito di quattro termali.
Mentre l’interno viene decorato con pitture a secco di Carlo Donati, statue degli  evangelisti, quadri e tavole – tra le quali una recentemente attribuita a El Greco – e un’acquasantiera del Cinquecento, è all’esterno che si esprime tutta l’originalità del progetto. Al posto del tetto conico, ispirandosi probabilmente al Pantheon di Roma e a S. Maria del Fiore di Firenze, disegna infatti una grande cupola con lanterna, del tutto inusuale nel territorio, che renderà la chiesa riconoscibile da lontano.
Anche dal punto di vista ingegneristico la cupola costituisce un caso a sé: per evitare le difficoltà e le spese derivanti dal costruire in cemento armato, allestendo i ponteggi e tutte le armature in opera, furono costruiti in questo modo soltanto i costoloni, mentre gli elementi restanti vennero preparati a parte e poi collocati in sede tramite una gru.
Il progetto originario di Candiani prevedeva che la cupola venisse rivestita con lastre di rame o piombo, ma ciò non avvenne fino al 1982.
Quando questa prima copertura iniziò a mostrare i segni del tempo, si decise di studiare un nuovo rivestimento, per il quale è stato utilizzato lo zintek®. Come naturale alternativa al piombo, il laminato in zinco-titanio zintek® si presentava infatti ideale per il colore, che lo rende adatto a tutti i contesti di restauro conservativo; inoltre, grazie alla sua natura di metallo, esso trasmette un messaggio di eleganza e leggerezza, e assieme di forza e di capacità di durare nel tempo.
La malleabilità del materiale ha permesso di creare un manto impenetrabile le cui giunture ricordano, in un certo senso, la forma di due mani unite in preghiera. La cupola consolida il legame che si crea fra il cielo e la materia: essa rappresenta la volta celeste e attraverso la sua lanterna filtra la luce del sole.
La cupola nei secoli è diventata un’espressione simbolica della Chiesa, e questa cupola, con la perfezione delle sue superfici, interpreta al meglio questo retaggio antico.
Dopo quasi un secolo dal suo progetto, si compie compie la storia della nuova chiesa di San Michele, che con la sua cupola torna a essere il punto di riferimento più alto e brillante per i fedeli.

La nuova cupola, con la sua leggerezza luminosa, è stata realizzata da Zintek srl, che commercializza sul territorio nazionale il laminato in zinco-titanio zintek® prodotto da Simar di Porto Marghera.

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