Da sottotetto ad accogliente mansarda

Progetto di: Paola Lumina, architetto

Quando si è alla ricerca di una “casa per sé” che gratifichi le esigenze di spazio, comfort, ariosità… spesso ci si affida
alle Agenzie Immobiliari che, nella loro Banca dati, riescono, sulla base di parametri predefiniti, a selezionare una cerchia di possibili soluzioni abitative confacenti alle esigenze di chi si è loro rivolto. Come tanti, anche una giovane coppia di ragazzi monzesi, lei responsabile marketing per una multinazionale, lui giovane imprenditore divorziato con un figlio di 5 anni, hanno intrapreso questa strada per orientarsi nella scelta della propria abitazione, ma dopo aver visitato trilocali, quadrilocali, villette a schiera e altre valide proposte abitative senza riuscire però, in nessuna delle soluzioni viste, a trovare un ambiente che “si sentissero bene addosso”, è casualmente capitata la visione di una tipologia da loro mai considerata: la mansarda. Si trattava di una soffitta in uno stabile di una zona semicentrale, in
fase di ristrutturazione, che nell’intento dell’impresa esecutrice dei lavori sarebbe rimasta tale, senza recuperarne lo spazio ad uso abitativo. Eppure, proprio quelle vecchie travi, quella visione della città dai tetti, quell’assoluta libertà di
gestione dello spazio scandito solo da pochi pilastri in muratura, hanno acceso nell’architetto cui si sono rivolti il desiderio di ricavare proprio lì la nuova dimora della coppia.

L’intervento architettonico è stato consistente: occorreva variare la pendenza di falda del tetto per ottenere le altezze minime richieste e aprire finestre e lucernari per poter avere rapporti aeroilluminanti a norma visto che le originarie aperture da cm. 100×60 disposte ritmicamente sui muri perimetrali consentivano una scarsa illuminazione. Lo spazio a disposizione era piuttosto ampio, circa 130 metri quadrati, sebbene quello sfruttabile si sia ridotto, a opere compiute, circa del 10%, nel rispetto delle superfici dichiarate abitabili a norma di legge. Una attenta e ponderata distribuzione dei locali ha consentito però di sfruttare completamente lo spazio disponibile, con due soli piccoli disimpegni. L’asse centrale di simmetria tra le due falde è scandito dai pilastri portanti che, nel punto più alto raggiungono l’altezza di cm. 405. Le travi in legno originarie sono state rimosse per il rifacimento del tetto e, dopo idropulitura e trattamento antimuffa, riposizionate quale elemento decorativo in alcuni punti. Modificando la sagoma del tetto si è richiesta concessione edilizia per l’apertura di ampie porte finestre su piccoli terrazzini con parapetto in muratura, dando così senso di maggiore profondità e respiro agli ambienti abitativi interni. Ogni locale riceve la luce naturale direttamente dal cielo: per le stanze di servizio (bagno padronale, bagno di servizio /lavanderia e cucina) si sono scelti lucernari in legno con tendine oscuranti; ciascuno degli altri ambienti gode invece di un piccolo terrazzino fiorito. L’ingresso è direttamente nella zona giorno, un ampio living di circa mq. 30 in cui conversazione e pranzo si completano e fondono armoniosamente: il divano angolare ha linee essenziali, con piedini in acciaio cromato e comode sedute rivestite in tessuto in tinta unita. Per completare l’arredo del soggiorno sono stati utilizzati un poof abbinato al divano e morbidi cuscini in seta batik di provenienza tailandese, semplicemente appoggiati a pavimento. E’ proprio da queste privilegiate sedute “occasionali” che i padroni di casa prediligono godersi la visione di film su schermo al plasma inserito nel mobile del soggiorno.

L’illuminazione è decisamente di carattere: lampada da terra di design anni ’70, in acciaio cromato con diffusore semisferico e piantana in pietra grigia a ridosso del divano angolare; “sculture in gesso” a parete, di fianco alla porta che conduce nel disimpegno giorno, appositamente fatte realizzare da un artista emiliano, che diffondono a intensità variabile una luce calda e dorata, ed infine “un pezzo di famiglia” per l’importante coppia di torcere in ferro battuto e gocce di cristallo che rifrangono una luce limpida e scintillante a rischiarare la zona pranzo. Quest’ ultima, a sinistra dell’ingresso all’abitazione, è risolta con un bel tavolo pranzo rettangolare in legno massello, di fattura moderna, allungabile, abbinato a poltroncine rivestite in tessuto sia nella seduta che nel poggia-schiena. Nella parte più bassa del locale, dove la spiovenza del tetto raggiunge l’altezza minima di cm. 130, è stato fatto realizzare a misura un mobile-credenza con ante e cassetti, del tutto simile agli altri elementi di contenimento posizionati sia nel soggiorno che nelle stanze da letto, opportunamente studiati sia per sfruttare al meglio anche gli spazi meno agevolmente accessibili, che per raggiungere l’altezza minima richiesta per l’abitabilità della mansarda (che ricordo essere di cm. 150) tramite elementi di arredo fissi. Il piccolo disimpegno giorno dà accesso alla cucina, attrezzata sull’intera parete frontale con una struttura dalle linee essenziali in laminato bianco e profili in acciaio satinato, composta da doppia colonna frigo-forno, piano di lavoro con lavello e fuochi sovrastata da pensili con ante a ribalta in vetro acidato. Il piano in legno di pero sagomato sulla parete opposta diventa uncapace tavolo pranzo tanto da rendere abitabile l’ambiente cucina. Adiacente il bagno di servizio/ lavanderia con box doccia e sanitari sospesi, aerato e illuminato (come la cucina) da una finestra per tetti protetta esternamente da una apposita grata in ferro.

Edicola

Lo spazio giorno si completa con un locale studio, discreto nelle dimensioni ma totalmente informatizzato con strumentazione wireless per garantire lo svolgimento del lavoro dei proprietari anche da casa. Nel reparto notte, cui si accede direttamente dal soggiorno tramite porta battente in vetro e acciaio, si è cercato di personalizzare ogni stanza con la scelta di soluzioni d’arredo semplici ma evocative di desideri dell’abitare di coloro che vi riposano. Nel bagno padronale la richiesta di freschezza e luminosità è stata interpretata utilizzando arredi chiari in rovere sbiancato sia per il mobile lavabo, composto da piano rettangolare per l’incasso del bacino in ceramica del lavandino ed elementi di contenimento sospesi nella parte sottostante, che per i pannelli di rivestimento della vasca idromassaggio; mensola e specchiera sono in acciaio cromato come la rubinetteria. A pavimento il desiderio di eleganza e luminosità ha indirizzato la scelta verso lastre in marmo rosa Portogallo posate a correre, riprese nel rivestimento delle pareti a
lato della vasca, qui proposte in una sfumatura più scura e in formato cm. 10×5. La camera da letto padronale combina modernità di linee e colori (le tonalità dei grigi e degli avori per il letto imbottito, la biancheria da letto, la parete in finta pietra o l’armadiatura ed il cassettone rivestiti in paglia giapponese color sabbia) con la presenza di travature in legno nel soffitto a listoni a testimonianza dell’originaria struttura rustica del locale. E di sicuro richiamo al rustico è la scala a pioli che collega il locale con il piccolo soppalco in legno ricavato sopra il disimpegno notte, ideale come luogo ove riporre ricordi di viaggio o “zona rifugio” per soffermarsi a ripensare a quei viaggi. La camera del figlio ha un tono decisamente più dinamico e moderno, nella colorata scrivania sagomata con poltroncine imbottite, nelle mensole e quadri appesi alle pareti, e nel letto con cassettone sottostante per ospitare amici di gioco.

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