Era la seconda metà dell’Ottocento e Parigi, agli occhi del mondo, rappresentava la città per eccellenza, indiscusso centro di "modernità" e progresso, meta di intellettuali provenienti da molte regioni europee. Giuseppe De Nittis, pugliese, e Federico Zandomeneghi, veneziano, che negli anni giovanili si erano accostati alle ricerche dei Macchiaioli, ne subirono il potente richiamo e vi si trasferirono per lunghi periodi, inserendosi nel suo "milieu" artistico e rinnovando profondamente il proprio linguaggio pittorico, sia nei temi, che divennero mondani e metropolitani, sia nel linguaggio, che si approssimò notevolmente a quello impressionista di Renoir. Riuscirono a trovare stimoli creativi per elaborare uno stile personale, fondendo – in virtù di proficui scambi con artisti locali – echi italiani e suggestioni francesi, e divennero, per tutti, "les Italiens de Paris". Ma uno sguardo felice e colorato sul mondo lo esprimeva anche il “graffitaro” per eccellenza che aveva il nome di Keith Haring.
Keith Haring nasce nel maggio 1958 a Reading presso Kutztown, Pennsylvania. Il suo apprendistato artistico avviene
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