Annone Veneto, comune della Venezia Orientale, si colloca all’incrocio di tre Province: Venezia, Treviso, Pordenone; e all’incontro di due Regioni, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Terra dunque di cerniera, con un paesaggio agricolo sempre più curato. Questo edificio è situato in una zona agricola con forti vincoli paesistici, che prescrivono l’utilizzo di tipologie e materiali tradizionali. Il progetto interpreta l’uso di un linguaggio “tradizionalista” all’interno di una ricerca volta alla progressiva sintesi degli elementi architettonici: attingendo al patrimonio costruttivo tipico della zona, si è scelto un recupero radicale di elementi linguistici affiancati da oggetti dalle geometrie pure e contemporanee, come i due camini: uno che richiama al tradizionale “foghèr” e l’altro come una parete di mattoni a vista.Nel soggiorno attorno ad un camino di ampie dimensioni si raccolgono le comode sedute di divani e poltrone. Il camino, in mattoni realizzati a mano da una fornace locale, è anche esso un elemento geometrico puro; un semplice parallelepipedo, quasi una parte della parete che si proietta verso l’ambiente e che, pur nella tradizione, senza alcuna decorazione denuncia la sua modernità con la giacitura dei mattoni a fughe sovrapposte, a sottolinearne la funzione non costruttiva (altrimenti, le fughe verticali dovrebbero essere sfalsate).Il fogher posto in cucina è spazio per la socializzazione: fuoco ancestrale attorno al quale sedersi a sentire racconti. Le sue linee sono pure e archetipiche: pianta semicircolare e copertura conica. I materiali sono quelli della tradizione: intonaco per gli esterni e cotto, pietra e legno per l’interno.
3. La sua collocazione sulla facciata a nord rispetta la localizzazione tipica di tale elemento che, posto sulla parete più fredda, riscaldava l’ambiente domestico.
La finestra a nastro con vetro curvo permette allo sguardo, seduti nelle giornate d’inverno, di spaziare verso il paesaggio della campagna con le montagne innevate sullo sfondo.
4. Le linee tradizionali eppure così contemporanee dell’edificio si inseriscono mirabilmente nel paesaggio agricolo veneto.Sara Pivetta, architetto, STUDIO PRR. Nasce a Saronno (VA) nel 1964 e si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1991 con Cino Zucchi.
Nel 1992 è a Berlino dove lavora per tre anni in vari studi di architettura fra cui KT Brenner e C Langhoff; al ritorno, nel 1995, forma con Restelli e Rigoni lo studio PRR nel quale si occupa anche di progettazione del verde. È socia AIAPP dal 1995. Numerose sono le pubblicazioni su libri e riviste dei progetti da lei realizzati.I TUBI
Questi prodotti per lo smaltimento dei fumi da combustione sono versatili, forti, moderni, eleganti: in una parola, d’acciaio. Non conoscono l’usura e non temono le alte temperature, anzi le irradiano nell’ambiente consentendo un reale recupero del calore diffondendolo come qualsiasi elemento riscaldante.
Non sono solo “tubi”, ma veri e propri strumenti.
IL RACCORDO PER IL SOFFITTO IN LEGNO
Prevede al suo interno un passaggio telescopico nel quale può scorrere il tubo del diametro previsto dal generatore di calore per 200 mm. Il tutto è poi distanziato dalla parete esterna da un’intercapedine d’aria di 50 mm.
Viene fornito correttamente coibentato e i fori previsti sulla flangia obbligano a mantenere la distanza dal materiale infiammabile. Il rosone ellittico posizionato all’esterno permette l’adattamento su inclinature del tetto da 0° a 25°.
SICUREZZA E GARANZIA
I tubi sono sicuri, certificati e marchiati CE, progettati e costruiti in conformità alle norme EN 1856-2 ed EN 1856-1, attentamente controllati e verificati. (MC di Costa Moreno)