Giovanni Pettinato

Giovanni Pettinato, uno dei maggiori esperti mondiali di civiltà sumerica e assiro-babilonese, è riuscito per primo a interpretare la lingua di Ebla, una delle più antiche metropoli dell’antichità. Allo studio di questa lingua semitica antichissima, Pettinato ha dedicato il Tesaurus dove in una cinquantina di volumi vengono raccolti tutti i termini presenti nelle tavolette, tradotti in sei lingue moderne compreso l’arabo.
Giovanni Pettinato, one of the most famous worldly experts of Sumerian and Assyro-Babilonian civilisations, managed for the first time to understand Ebla’s language, one of the most ancient metropolis of antiquity. Pettinato dedicated a Thesaurus to the study of this very ancient Semitic language, where in almost fifty books all terms in tablets are collected, translated into six modern languages including Arabian.

Com’ è diventato epigrafista di antiche scritture e poi decifratore di una lingua ignota?
La strada non è stata lineare: conseguita in Sicilia la maturità classica mi sono recato a Napoli per studiare l’oriente antico, soprattutto la civiltà indiana che mi attirava per le sue concezioni filosofiche. Dopodiché mi sono trasferito a Roma, al Pontificio Istituto Biblico. Là ho conosciuto il professor Alfred Pohl che alla fine dell’anno accademico, quando bisognava scegliere una lingua orientale oltre all’arabo e all’ebraico, mi ha proposto lo studio del “cuneiforme babilonese” di cui non conoscevo nulla. Dopo il corso e l’esame mi chiamò per sapere le mie intenzioni e mi chiese se non avessi voglia di approfondire l’argomento. Così partii per Heidelberg dove studiai per quattro anni con Adam Falkenstein, il miglior sumerologo al mondo, che disgraziatamente morì subito dopo. A questo punto la Facoltà mi chiese di prendere temporaneamente l’incarico fino all’arrivo del nuovo titolare. Quando prese possesso della cattedra, il nuovo docente decise di farmi rimanere, convincendomi a conseguire in Germania l’abilitazione alla libera docenza. In questo periodo, era il 1968, ricevo una telefonata da Paolo Mattiae, lo scopritore di Ebla, che mi dice: abbiamo trovato una statua con una iscrizione, vorrei che la leggessi tu per noi. Era la statua di un re eblaita del 2000 a.C. circa scritta in accadico. Quando vidi la foto gli feci notare che per due volte veniva nominata la città di Ebla: un fatto importante perché si stava scavando già da quattro anni senza sapere che città fosse, e questo fatto la rivelava come uno dei luoghi più importanti della Mesopotamia, di cui è rimasto un notevole ricordo storico nelle epoche successive.
How did you become ancient writing’s epigraphist and then decipher of an unknown language?
My journey wasn’t linear: after having my school leaving classical examination in Sicily, I went to Naples to study ancient East, mainly Indian civilisation which attracted me for its philosophic conceiving. After that I went to Rome, to Pontificio Istituto Biblico; there I knew professor Alfred Pohl, who at the end of academic year, when you have to choose an East language besides Arabic and Hebrew, suggested me to study the “Babylonian cuneiform language” of which I knew nothing. After the course and the examination, he called me to know my intentions, and he asked me if I wanted to investigate that argument. So I left towards Heidelberg, where I’ve been studying for four years with Adam Falkenstein, the best Sumerian scientist in the world, who unfortunately died after a while. So the faculty asked me to keep temporarily the mandate until new professor arrived. When he kept his desk , the new teacher decided I had to stay there, by persuading me in having Deutsch qualify to free teaching. During this period , in 1968, I received a call from Paolo Mattiae, Ebla’s discoverer, telling me that his archaeological group found a statue with an inscription and he ‘d like I read it for them. It was an Ebla’s king statue belonging to 2000 b. C., written in accadic language. When I saw the photo I made him notice for twice there was Ebla’s name: an important fact because they had been excavating for four years without knowing what kind of town was it, and this fact revealed itself as one of the most important Mesopotamian places, we’ve a notable memory of it during last periods.

Le origini della civiltà
Scopritore della lingua l’eblaita, Giovanni Pettinato è uno dei maggiori esperti di civiltà sumerica e assiro babilonese.
Discoverer of Ebla’s language, Giovanni Pettinato is one of the most important assyro babilonian civilization.
Servizio/ Report: Walter Pagliero Foto/ Ph.: Athos Lecce

Quando, negli anni Sessanta, a Tell Mardikh in Siria, la Missione archeologica dell’Università la Sapienza di Roma individuò il sito della città di Ebla, gli archeologi capirono di essere di fronte a un evento straordinario oltre che dal punto di vista archelogico anche dal punto di vista epigrafico con il rinvenimento nella Biblioteca del Palazzo Reale di ben ventimila tavolette. Per primo Giovanni Pettinato, uno dei maggiori esperti mondiali di civiltà sumerica e assiro babilonese è riuscito a interpretare la lingua di Ebla, incisa sulle tavolette con i già noti caratteri sumerici.
Tra le sue opere divulgative ricordiamo: Babilonia. Centro dell’universo (Rusconi 1986) La saga di Gilgamesh (Rusconi 1992) La scrittura celeste (Mondadori 1997) L’uomo cominciò a scrivere (Electa l997) La città sepolta-i misteri di Ebla (Mondadori 1999).
When during ‘60’s, in Tell Mardikh-Syria, an archaelogic mission of La Sapienza University of Rome identified Ebla City site, archaelogists understood to be in front of an extraordinary event, not only from an archaeological point of view, but also from an epigraphic one because of the find in Royal Palace’s library of 20.000 tablets. For the first time Giovanni Pettinato, one of the most worldly experts in Sumerian and Assiro-Babylonian civilisations, could explain Ebla’s language, cut ontablets with already known Sumerian letters. Among his works let us remember “Babilonia, centro dell’universo” (Rusconi, 1986); “La saga di Gilgamesh” (Rusconi, 1992); “La scrittura celeste”(Mondadori, 1997); “L’uomo cominciò a scrivere” (Electa, 1997); “La città sepolta- i misteri di Ebla" (Mondadori, 1999).

l’involucro di una lettera inviata al proprio Dio (periodo paleo – Babilonese) la casa – studio di Giovanni Pettinato Giovanni Pettinato welcame us in his charming home – studio

Scoprire una lingua
Giovanni Pettinato ci ha accolto nella sua casa-studio; un ambiente raccolto, con le pareti tappezzate, di libri e due scrivanie sommerse da appunti e foto di tavolette di terracotta.
Giovanni Pettinato welcame us in his charming home-studio with walls covered by books and two desks full of notes and photos of tablets terracotta made.

Quali sono i suoi impegni accademici?
All’università di Heidelberg. dove sono da cinque anni professore onorario insegno la lingua eblaita, mentre a La Sapienza di Roma, sono titolare della cattedra di Assirologia qui mi dedico alla lingua e alla letteratura della Mesopotamia antica. Quest’ultima è una lingua importantissima, che venne usata per tremila anni diventando la lingua ufficiale con cui comunicavano tra loro gli antichi sovrani : il faraone, e il sovrano ittita che regnava in Anatolia, di lingua indoeuropea, si trasmettevano messaggi e stipulavano trattati servendosi di questo idioma.
What are your academic engagements?
At Heidelberg University, where I’ve been teaching for five years, as honorary teacher, while at Rome’s La Sapienza I’m Assyriology ‘s desk titular, and I dedicate my self to ancient Mesopotamian language and literature. This last is a very important language, which ancient kings used to communicate each other; Pharaoh and Hittite king of Anatolia, speaking Indo-European language, communicated messages each other and concluded treatises by using this idiom”.

La casa romana di Giovanni Pettinato è uno spazio dedicato allo studio. Giovanni Pettinato’s roman home is a place dedicated to studying.

Lei ci tiene a diffondere il suo sapere in libri divulgativi per il grande pubblico?
Lo ritengo un dovere per ogni studioso. In questo ambito io ho scritto sui Sumeri per l’editore Rusconi, poi su Babilonia, ovviamente su Ebla, e nel 1992 ho dato per la prima volta la traduzione di tutti i racconti che sono alla base del grande poema accadico sulle gesta di Gilgamesh. Stanno per andare in stampa altri due miei libri che riguardano miti antichi: uno pubblicato da Marsilio e l’altro, quello di Atramkhassis, che tratta tra l’altro del primo sciopero dell’umanità raccontato dai babilonesi con particolari tecnici, come la distruzione degli strumenti di lavoro, che ritroviamo nella storia moderna del movimento operaio.
Può raccontare com’è arrivato all’intuizione che gli assiri avevano scoperto il telescopio?
Sono arrivate fino a noi ben settanta tavole con caratteri cuneiformi dove si parla di astrologia e questo presupponeva uno studio accurato della volta celeste. Dagli scavi erano già comparse alcune lenti, ma in sé il fatto non era significativo; poi nei depositi di funzionari dello Stato si trovarono due lenti e un tubo d’oro. Nel frattempo un astrofisico americano, studiando i calcoli matematici che facevano gli astronomi assiri per calcolare le distanze tra i corpi celesti, si rese conto che andavano ben oltre a quello che un occhio nudo può vedere e quindi ha lanciato l’ipotesi che praticassero già l’uso del canocchiale. Una delle lenti in cristallo di rocca conservate al British Museum è stata misurata e il risultato è sorprendente: 4,8 ingrandimenti, che nel caso del canocchiale va moltiplicato per due diventando 9,6 ingrandimenti, meglio dei nostri moderni binocoli da montagna.
Do you want to propagate your knowledge through popular books for great public?
I think it’s a duty for every expert. In this field I wrote about Sumerian for Rusconi, then about Babylon, obviously about Ebla, and in 1992 I translated for the first time all basic tells of the great accadic poem about Gilgamesh. Two other books of mine are going to be published about ancient myths: the first published by Marsilio, and the second about Atramikassis, dealing with the first human strike told by Babilonian, using technical details, as work instruments for distruction, we find also in worker movement of modern history.
Can you tell us how did you arrive to perceive Assyrians discovered telescope?
Seventy tablets with cuneiform characters arrived up to us telling about astrology and this made us suppose an accurate studyof the heavens, with excavations some lens arrived and a golden tube, but this fact wasn’t important itself. Meanwhile an American astrophysicist, by studying mathematical calculations made by Assyrian astronomers to calculate distances between celestial bodies, understood they went on further than visible to a naked eye, and so he supposed Assyrians still used telescope. On of the glass lens preserved in British Museum was measured and with a surprising result: 4,8 enlargements,which with telescope have to be multiplied twice becoming 9,6 enlargement,better than modern mountain binocular.

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