Il fuoco gioca con la luce

Lo studio del chiaroscuro nella bottega rinascimentale

Nella bottega di Baccio Bandinelli, grande artista fiorentino del Cinquecento, il camino assume un duplice scopo: da una parte serve a creare una fonte di luce che fa risaltare la scena tramite la fiamma e, dall’altra evidenzia una cornice architettonica con precisi contorni, di gusto classico, che, insieme al cornicione sulla parete, crea quasi l’effetto di un antico bassorilievo.

Il soggetto della stampa deriva da un disegno di Baccio Bandinelli che offre un’annotazione visiva e simbolica della vita quotidiana di bottega, una documentazione di un mondo particolare, tipico della mentalità rinascimentale. La scena mostra una scuola per artisti, dove gli allievi appaiono impegnati nello studio di modelli plastici artificialmente illuminati da lampade e luce del camino. Durante il ‘500, si era posto il problema della mancanza, per gli artisti, di un insegnamento teorico prima che tecnico. Le Accademie nacquero infatti con la funzione di impartire un nuovo ruolo ai pittori, promuovendoli dall’originaria condizione di lavoratori manuali a quella più elevata di intellettuali. In particolare si diffuse, nella teoria dell’arte, il proposito di offrire una formazione completa, basata sulla pratica fondamentale del disegno e sull’insegnamento di materie scientifiche (anatomia, prospettiva, geometria) e materie umanistiche (storia, filosofia). Gli allievi non vanno più presso una qualsiasi bottega, ma presso un maestro che li accoglie tanto più numerosi, quanto maggiore è la sua fama di artista. L’incisione è testimonianza di tutti gli elementi anatomici, classici, letterali, plastici e naturali (come il cane ed il gatto accovacciati fra i disegnatori) di cui Baccio si serviva nella sua Accademia del Disegno. Il disegno, proprio in questi anni, aveva raggiunto una propria indipendenza artistica ed un grande prestigio: era diventato lo strumento di ricerca per eccellenza dell’analisi scientifica. Il ‘500 era stato un secolo fondamentale anche per lo sviluppo del collezionismo e, di conseguenza, per il riconoscimento dei disegni dei grandi maestri da conservare e mercificare. In questa stampa gli allievi sono immortalati nell’attimo della rappresentazione; sono visti in piedi e seduti, concentrati sul loro lavoro. Le figure presentano profili classicheggianti, capelli ricciuti, una folta barba, elementi tipici del gusto cinquecentesco, come lo sfondo, ambientato con un cornicione ed un camino di gusto antico. Pur essendo rappresentato un momento di semplice vita quotidiana, spoglia di ogni convenzione retorica, nell’insieme è ottenuto un risultato di solenne importanza in cui le figure si dispongono con precisione misurata e statuaria. La scena è ritratta con curiosità e con una capacità di osservazione che rivela i molteplici particolari: il volto malinconico e sognante, i ricchi panneggi delle tuniche, i dettagli delle mani, l’attenzione per gli elementi della scuola come l’arredamento o gli oggetti usati come modelli.
Elisabetta Brun

 

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