L’arte di comunicare

L’arte di comunicare

Nelle diocesi si svolge una notevole mole di lavoro per la conservazione dei beni culturali.Talvolta la limitatezza delle risorse rende arduo far conoscere i risultati raggiunti. Quel che avviene a Cuneo è un chiaro esempio di come si possa portare avanti un’attenta opera di conservazione, valorizzazione e comunicazione dei beni culturali ecclesiastici.
«Cominciammo nei primi anni Novanta – racconta Don Gian Michele Gazzola, direttore del Servizio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi – seguendo le indicazioni date dalla Conferenza Episcopale Italiana: inventariazione, collocazione di sistemi di sicurezza per le opere d’arte, esame dei depositi culturali (archivi, biblioteche), nuove acquisizioni, restauri.All’inizio si lavorava soprattutto in biblioteca: al riordino dei fondi archivistici. L’opera dei volontari si rivelò fondamentale…».

Ci si aspetterebbe che i volontari siano giovani. Invece no: a Cuneo il primo nucleo è costituito dai ‘ragazzi del ’24’: «I coetanei del vescovo di allora, Mons. Aliprandi – spiega don Gazzola – con l’occasione di una festa per il vescovo, nacque l’idea che i suoi amici e coetanei avrebbero potuto dare una mano per riordinare la biblioteca». Si aprì così quella collaborazione che portò alla decisione di mettere in moto alcuni corsi per la formazione dei volontari. Concepito come corso di "arte sacra cuneese", l’iniziativa partì nel ’97, con durata quadriennale.Incentrato nella prima parte sul romanico, l’anno successivo sul gotico, poi il barocco, il neogotico e il liberty. Svolte da insegnanti di valore, come Maria Luisa Gatti Perer, Claudia Bonardi, Timothy Verdon, Enrico Mazza, Carlo Chenis, Fabrizio Bisconti, Marco Piccat, lo stesso don Gazzola per citarne solo alcuni, le lezioni hanno riguardato temi di storia dell’arte, architettura, liturgia.
Il pieghevole che illustra la chiesa di San Rocco a Cuneo, guidando il fedele in una visita all’architettura, alle opere d’arte, ai luoghi liturgici.

A partire dall’anno 2000 sono cominciati nuovi corsi sull’iconografia cristiana (triennale) e sulla pietà popolare (biennale), con lezioni che si svolgono una volta alla settimana in cicli trimestrali. L’importanza dei corsi è fondamentale: oltre a svolgere con competenza l’opera di inventariazione, i volontari formano un circolo di discussione, fucina di interesse che si allarga inevitabilmente alla città. La mediazione del bene culturale, che avviene in un primo momento attraverso le discussioni personali, porta alla confezione di sussidi stampati che, soprattutto in occasione del Giubileo di fine millennio, contribuiscono al conoscimento delle chiese e delle opere d’arte della Diocesi. Ecco quindi definirsi itinerari di visita, volumetti sulle opere contenute nel Tesoro della Diocesi, pieghevoli che illustrano ogni singola chiesa della città e del territorio. Dando notizie di carattere storico artistico ed ecclesiologico, i pieghevoli consentono una visita informata.
«Stiamo inaugurando i restauri interno della chiesa del Sacro Cuore, di fine ‘800» spiega don Gazzola. «Da tempo è terminato il restauro della chiesa romanica di San Dalmazzo, che ci ha permesso di riscoprirne la storia nella sua
interezza». Pochi esempi, per un’attività in pieno fervore.

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