La rinascita della luce e del colore

Incastonata entro una successione ininterrotta di edifici, la presenza della cappella è stata esaltata tramite una rielaborazione della facciata. Internamente il progetto, realizzato da Raffaele Parlangeli, ha posto in rilievo il ruolo delle vetrate nel conferire la giusta atmosfera entro uno spazio dedicato al culto, alla meditazione e alla preghiera.

Il progetto di restauro e ricomposizione liturgica della Cappella dedicata alla “Madonna dell’Arco” si pone come un prezioso tassello entro il complesso della Casa Generalizia della Congregazione delle Suore Domenicane di S. Anastasia, comune vesuviano in provincia di Napoli. La cappella, parte integrante di tutto il complesso edilizio, è composta da un unico vano di forma rettangolare, ben definito dalle murature e dalla copertura piana a solaio. Ne risulta un volume regolare, compatto e a quota rialzata rispetto al piano del cortile. La facciata esterna si presenta in continuità con i corpi di fabbrica adiacenti. La facciata, peraltro, è composta da due superfici sovrapposte e sfalsate tra loro, di cui quella più bassa, rientrante rispetto all’altra, permette la disposizione di una pensilina per tutta la lunghezza del fronte. Nella parte bassa si apre il portone di ingresso, in quella superiore si trova una vetrata in forma trapezoidale.

Nell’interno risalta la vetrata che sovrasta il presbiterio, raffigurazione della Creazione.

L’intervento di restauro ha tenuto conto delle necessità di recupero statico e funzionale della struttura e soprattutto della ricomposizione liturgica e architettonica del luogo, destinato al culto ma principalmente alla meditazione e alla preghiera. Per questo motivo il progetto si è concretizzato in una ordinata semplicità di forme e materiali che consente, pur nella essenzialità del disegno, una organizzazione gerarchica dei luoghi e una chiara lettura dello spazio sacro. Esternamente la nuova facciata si impone rispetto agli edifici contigui grazie al sistema di travi in calcestruzzo che disegnano un grande portale e alla croce in ferro aggettante rispetto alla facciata. All’interno il progetto dello spazio sacro è stato caratterizzato dalla prossimità tra la pedana dell’altare, ove trovano spazio anche i poli della parola e del tabernacolo, e l’assemblea. Lo spazio è dominato dalle nuove vetrate colorate il cui disegno artistico caratterizza tutto l’ambiente. Queste costituiscono un segno forte, evidente nell’aula, con la luce e i colori che diffondono. Tra la vetrata trapezoidale che sovrasta l’entrata, la vetrata posta sopra la parete del presbiterio e quella collocata zenitalmente al centro del soffitto, si instaura un dialogo di luci e cromie che dinamizzano l’aula. Al di sopra della zona di accesso è disposta la cantoria a balconata.

La vetrata raffigurante lo Spirito Santo è posta al di sopra dell’entrata, in dialogo diretto con la vetrata presbiteriale.
Il tabernacolo è un monolito scavato, nella cui concavità è posta la custodia, realizzata in ottone.

L’area in cui si dispone l’assemblea è di esigue dimensioni ed è arredata con banchi in legno di rovere. Il presbiterio è rialzato di due gradini rispetto al piano dell’assemblea ed è inquadrato da una parete ricurva che funge da sfondo, ricca di elementi simbolici sia per le forme che per la lavorazione delle superfici. Il crocifisso è in posizione dominante al vertice del triangolo che la caratterizza nella parte mediana. E sopra ancora si trova la grande vetrata in cui è raffigurata la “Creazione”.
Altare, ambone e tabernacolo sono caratterizzati da un disegno omogeneo che consente di ben individuarli pur entro una coerenza generale di forme. Ben visibile all’interno dell’aula, il tabernacolo è un monolito in pietra il cui lato si rivolge al centro dell’assemblea ed è scavato con una superficie concava in cui resta incastonata la custodia eucaristica, realizzata in ottone. L’altare e l’ambone, dalle forme semplici determinate da figure geometriche regolari, sono in pietra e presentano nella parte centrale del fusto dei pannelli scultorei in bassorilievo raffiguranti rispettivamente la “Cena di Emmaus” e “Cristo che parla alle genti”.

Cappella Madonna dell’Arco presso la Casa Generalizia della Congregazione delle Suore Domenicane a Sant’Antastasia (Napoli)
Progetto architettonico e d.l.: Arch. Raffaele Parlangeli, Bari
Vetrate artistiche: Tocchi di Colore Snc, Crema (CR)
Icone bizantine: Antonio Bongiorno
Opere scultoree: Marcello Gennari
La facciata risulta distinta dal seguito degli edifici grazie a una serie di elaborazioni della superficie e alle membrature.

Lungo le due pareti laterali, nella zona dell’assemblea, attraverso la diversa finitura dell’intonaco, si distinguono due grandi “nicchie” ad arco con superficie liscia, simbolicamente evocanti gli altari laterali tradizionali. All’esterno di queste due grandi “nicchie” sono poste simmetricamente le icone eseguite secondo lo stile bizantino, riguardanti la Via Crucis (sette per parte) e due grandi pannelli pittorici. Da un lato è posto quello raffigurante la “Madonna dell’Arco” protettrice delluogo, alla quale è dedicata la cappella; sull’altra parete si trova la pittura raffigurante “S. Domenico e S. Chiara”, fondatori dell’ordine dei Domenicani
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Raffaele Parlangeli, architetto

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