La scala come mezzo per comunicare

Roberto Summer, architetto

Risale alla più remota antichità dell’uomo e della sua architettura l’invenzione della scala: già nelle palafitte esistevano rudimentali scale a pioli -facilmente retrattili per prevenire l’ingresso indesiderato di nemici o di animali ostili – che permettevano l’accesso alle case, sopraelevate rispetto al livello delle acque e del terreno. L’evoluzione dell’architettura ha poi portato alla definitiva affermazione della scala, non solo come elemento funzionale – la scala è il mezzo più comodo per raggiungere due livelli differenti in quanto il piede poggia sempre in orizzontale e quindi il movimento è meno faticoso, rispetto al piano inclinato che intuitivamente è la soluzione più immediata per collegare i dislivelli ma che implica uno sforzo maggiore proprio perché il piede d’appoggio si inclina e il muscolo della gamba compie più lavoro – ma anche e soprattutto come mezzo, tipico dell’architettura, per costruire con le forme e con i volumi un linguaggio simbolico ed emozionale. La scala, infatti, più di ogni altro elemento architettonico proprio per la sua visibilità immediata,
riesce a comunicare quello che il progettista e il committente vogliono: una larga scala al centro di un vasto ambiente di soggiorno, che sale in ampie volute verso il piano superiore, ricca di marmi pregiati e di decorazioni di ferro battuto sulla balaustra, afferma in dal primo sguardo l’importanza economica e sociale di chi la percorre quotidianamente; al contrario, una scala essenziale, formata solo di elementi portanti di ferro incassati in una parete laterale, con gradini lisci di legno e con una ringhiera costituita da elementi rettilinei in acciaio, testimonia l’attenzione verso l’essenzialità delle cose e verso la solidità della vita, piuttosto che per le sovrastrutture decorative. La scala dunque diventa un
mezzo per comunicare anche le nostre scelte e la nostra personalità.

Staircases were invented back in the far-off times of mankind and architecture: rudimentary ladders already existed in lake-dwellings – they could be easily pulled back in to prevent unwanted enemies or unfriendly animals from going inside – giving access to the dwellings, which were above water and ground level. The evolution of architecture later
confirmed the final success of staircases as a functional element – staircases are the most comfortable way to reach two different levels as the foot always rests horizontally thus facilitating movement, in contrast with an inclined plane, which looks at first sight as the most immediate solution for linking different heights, although entailing a bigger effort because the foot bends and the leg muscles work harder – as well as and above all a typical architectural means used to create a symbolic and emotional language through shapes and volumes. Indeed, staircases, more than anything else, can actually express what the designer and the client want, as they can be immediately seen.
A wide staircase in the middle of a spacious sitting room, coiling upwards to the next floor, enriched with valuable marbles and wrought iron decorations along the balustrade, is a social and economical statement for those walking up and down it daily. On the contrary, a plain staircase only featuring load-bearing iron elements set inside a sidewall with smooth wooden steps and a rail made of steel straight elements, suggests the attention to basic things and to the stability of life, rather than to decorative superstructures. Staircases therefore become a means of communication that is also extended to our choices and personality.

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