Intervista a Domenico De Masi / Interview
Il telelavoro come scelta cosciente del nostro tempo. Ce ne parla il sociologo Domenico De Masi, illustrandone rischi e vantaggi soprattutto in relazione all’esigenza più prepotente di oggi: risparmiare tempo e dunque stress.
Telework as conscious choice of our time. The sociologist Domenico De Masi will talk about it illustrating risks and advantages above all in relation to the much more pressing need of today: to spare time and so stress.
D:E’ vero che uno dei rischi del telelavoro è l’isolamento, la mancanza di contatto e di confronto con gli altri? R: Non ho mai sentito nessun telelavoratore denunciare un tale rischio. Di solito sono gli altri che parlano di rischi, quelli che non telelavorano, ma lo fanno senza conoscere la realtà dell’home work.
D: La casa è stata sempre vista come un nido, un luogo dove sentirsi protetti e sicuri. Non c’è il rischio che i telelavoratori si portino in casa le ansie e le preoccupazioni connesse al lavoro? R: Certo, il rischio esiste, ma è lo stesso che corre chi lavora in ufficio e la sera rientra a casa stressato per qualcosa che gli è successo durante il giorno. Per lo meno il telelavoratore non subisce lo stress del viaggio, del traffico, del pendolarismo; scongiura il pericolo di incidenti automobilistici e non prova la seccatura di convivere con colleghi antipatici. Anche questi sono vantaggi considerevoli. D: Una citazione a lei cara è quella di Paul Valèry “Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma”. Se l’ho interpretata bene, vuole sottolineare l’importanza del libero arbitrio e dell’intenzionalità. Questa frase potrebbe essere rapportata anche all’ambito del telelavoro? R: Valèry voleva porre l’accento sul fatto che non bisogna mai essere in balia di forze esterne, ma si deve sempre essere in grado di scegliere e di decidere. Il telelavoro è di gran lunga più leggero del telelavoro, soprattutto perché è meno stressante. Dal punto di vista della produttività, il telelavoratore si autoregola, proprio come una rondine: non c’è un capo che gli dica dove andare e cosa fare,come eseguire un lavoro o come organizzare il proprio tempo, ma è lui che stabilisce tempi e metodi, senza lasciarsi trasportare dal vento, come fanno le piume.
Nelle foto: Cubik Desk, come tutta la serie Cubik di Di Liddo & Perego, è basata su un cubo di cm. 45×45 in polietilene, modulabile all’infinito. Cubik Desk, like the whole series Cubik by Di Liddo & Perego, is based on a cube made out of polyethylene measuring 45x45cm, that can be modulate endlessly.
Cubik Box è una struttura portatutto realizzata combinando più mobuli base; è possibile inserirvi porta CD, lampade al neon, vaschette porta libri.
On the right: Cubix Box is a structure carrying everything realized combining two basic modules; it is possible to insert a CD box, neon lamps, trays containing books.
Biografia – Biography
Sociologo, nato nel 1938, inizia ad insegnare all’università nel 1961. Attualmente è Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università La Sapienza di Roma, dove è anche Professore ordinario di Sociologia del Lavoro. E’ presidente della S.I.T., Società Italiana di Telelavoro, ed ha fondato la scuola di specializzazione in Scienze Organizzative S3-Studium di Roma. Dal 1980 si dedica esclusivamente all’insegnamento, alla formazione e alla ricerca socio-organizzativa per le maggiori imprese italiane, promulgando la validità del telelavoro.
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Sociologist, born in 1938, begins to lecture at university in 1961. At the present he is President of Faculty of Communication Science at “La Sapienza”, Rome, where he is also full professor of Work Sociology. He is President of S.I.T., Italian Society of Telework, and has founded the Specialization School in Organizational Sciences S3-Studium in Rome. From 1980 he devotes himself exclusively to teaching, to training and to socio-organizational research for the Italian major firms, promulgating the validity of telework. |
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Q: Is it true that one of the risks of telework is isolation, lack of contact and comparison with others? A: I have never heard of a teleworker declaring such a risk. It usually happens that others talk about risks, those who do not telework, but they do it without knowing the reality of home work.
Q: The house has been always seen as a nest,a place where you feel protected and safe. Is there any risk that teleworkers bring at home anxieties and worries that are linked to work? A: Sure, there is this risk, but it is the same that everyone who works in the office runs: he comes back home in the evening stressed by something happened to him during the day. At least teleworkers do not suffer the stress of travel, of traffic and commuting; danger of car accidents is averted and the trouble to live together with unpleasant colleagues is avoided. These are considerable advantages too.
Q: A quotation that is dear to you is Paul Valèry’s: “We have to be as light as a swallow, not like a feather”. If I interpreted it well, it wants to underline the importance of free will and intentionality. Could this sentence be reproduced also in the telework field? A: Valèry wanted to stress the fact that we never have to be at the mercy of external forces, but we always have to be able to choose and to decide. Telework is by far lighter than normal work because it is above all less stressful. From the productive point of view, teleworkers act by themselves, like a swallow: no boss tells them where they have to go and what they have to do, how they have to carry out a job or to organize their own time, but they beat times and methods, without letting be carried away by the wind, like feathers do.
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