Natura incontaminata vista mare


Realizzare i nostri desideri: ristrutturare uno stazzo in Sardegna

La Gallura, l’estrema zona a Nord-Est della Sardegna, è sempre stata un’area molto diversa dal resto dell’Isola.
Non solo come territorio, ma soprattutto come lingua e cultura dei suoi abitanti.

Foto di Athos Lecce
Servizio e di M. Carrara

La Gallura è una regione storica e geografica della Sardegna. Comprende la parte nordorientale dell’isola, dal fiume Coghinas a Monte Nieddu a San Teodoro, mantenendo quale limite meridionale il massiccio del Limbara, e include la Costa Smeralda. Non è stata ancora provata la presenza dell’uomo in Gallura nel paleolitico. L’uomo è arrivato in Sardegna circa 700.000 anni fa, percorrendo il blocco sardo-corso, dopo aver attraversato lo stretto di mare che si congiunge all’arcipelago Toscano. È perciò molto probabile la sua presenza anche in Gallura. La più antica presenza dell’uomo in Gallura risale al neolitico. Ad Aglientu in località Lu Littaroni e a Cala Corsara nell’isola di Spargi
è stata trovata una grande quantità di ceramica e di ossidiana proveniente dal Monte Arci. Questo indica, ancora una volta, la Gallura come passaggio obbligato "dell’oro nero" nell’antichità. Le rotte da e per la Sardegna erano ben conosciute e le sue risorse richiamavano una massiccia affluenza di genti e di idee. L’attuale Gallura è stata popolata da genti corse fin dall’antichità preromana. In epoca nuragica la Gallura ha costituito una testa di ponte per la diffusione della cultura nuragica nel sud della Corsica: si segnala in particolare la diffusione e la tipicità della
tipologia a "corridoio", spesso accomunata dall’integrazione tra strutture architettoniche e rocce circostanti.
Ricca di roccia granitica levigata dal vento, dalla pioggia e dal mare, specie sulle coste, conferiscono alla Gallura un un aspetto assai originale, molto simile a quello del sud della Corsica e che lascia spazio solo verso nord a fertili pianure. La vegetazione spontanea è formata da macchia mediterranea.
Gli alberi ad alto fusto sono prevalentemente i lecci, il ginepro, la quercia da sughero, il rovere. Fanno da sfondo a questi alberi, il corbezzolo, il mirto, il cisto, l’euforbia e la ginestra. Diffusi il pruno selvatico, l’olivastro e il pero selvatico. Dagli ottocento metri in su, troviamo ancora lecci, roverelle, noci e castagni.

Nelle foto: la Sardegna offre splendidi esempi di specie botaniche, nei diversi ambienti del suo territorio.
Le zone costiere ospitano nelle parti rocciose i caratteristici cespugli bassi di elicriso e ginestra. Nelle zone non rocciose trovano il loro habitat alcune specie di cisto, rosmarino, lentisco, e diversi esemplari arborei come il pino; alcune specie di acacia e di eucalipto.

La scelta dei proprietari di questo stazzo è stata ferma e decisa nel voler mantenere, il più possible, la struttura e i materiali originali. Ecco quindi la scelta del camino in granito sardo, il ferro battuto dei maestri artigiani del luogo, la cassapanca intarsata originarle gallurese: anche i tappeti, e la collezione di peltri appesa alla parete sono sardi. L’uso di materiali naturali, e originari di queste terre, ha consentito di creare un ambiente semplice, ma accoglientee, e che ci riporta al sapore e alla suggestione dell’antico stazzo. Il tetto con struttura in legno, tipica dello stazzo, con copertura in cannicciato, i muri in pietra, con granito a vista, e a terra, dove una volta c’era la semplice terra battura, il cotto fatto mano dai maestri artigiani galluresi.

Tanti piccoli particolari che sinergicamente si adoperano per creare
un’insieme caratteristico, e dal sapore tradizionale, ma in chiave originale e reintrerpretata. Unica, la scelta di utilizzare i due grossi monoliti per sorreggere il pergolato in giardino, così com’è unica la scelta di creare una piscina piccola e discreta, artigianale, ma che si inserisce perfettamente in questo scorcio di Paradiso Gallurese.
Qui l’ armonia è totale, e non resta che l’imbarzzo della scelta se regalarsi un pò di relax al bordo vasca, leggere un libro all’ombra di uno degli ulivi centenari, che si trovano in giardino, o addirittura fare uno spuntino sotto il pergolato, in tessuto bianco, dove sembra che per un attimo si sia fermato il tempo: qui è normale domandarsi se tutto ciò sia frutto della fantasia o sia realtà.

Il legno e le sue tradizioni

La tradizione delle genti di montagna di realizzare i propri mobili naturalmente usando il legno massiccio, materia prima abbondante in loco e facilmente lavorabile creando anche preziose decorazioni, e seguendo modelli tramandati di generazione in generazione, continua ancora oggi grazie a falegnamerie artigiane che lavorano ancora con il piacere di farlo e per la soddisfazione del cliente.
La Falegnameria Hermann è una di queste e continua a riproporre i mobili che hanno il sapore vero della tradizione e dell’esperienza.. Ma non solo mobili, Hermann realizza arredamenti completi di boiserie, parquet rustici, lampade e complementi d’arredo di squisita fattura, con risultati stupefacenti.
Questa falegnameria, situata nel cuore delle Dolomiti, progetta e realizza con antica perizia artigianale arredamenti interni
ed esterni, in tema con l’ambiente montano e valorizzati da complementi d’arredo di suggestiva fattura.

L’arredo esterno

In genere lo stazzo gallurese si trova in un ambiente naturale, ancora incontaminato, che offre occasioni per passeggiate a piedi od escursioni in bicicletta attraverso boschi di olivastri plurisecolari, rigogliosa macchia mediterranea ed importantissimi monumenti archeologici che vanno dall’epoca pre – nuragica fino agli eventi storici a noi più vicini.
Qui esiste anche la possibilità di osservare il lento incedere della “testudo marginata”, la rarissima tartaruga tipica della Sardegna, l’elegante volo della poiana o, ancora, di godere della discreta ed elegante compagnia di numerose famiglie di tortorelle.
Ma oltre ad una natura mozzafiato la Sdegna offre tradizione cultura,specialità enogastronomiche.

In ogni stazzo che si rispetti, infatti, c’è sempre un’area del giardino per mangiare all’aperto.
Come possiamo veder nella foto, l’angolo di questo giardino è stato arredato secondo le necessità dei proprietari: una piccola piscina, un pergolato sorretto da due monoliti in granito, recuperati dal vecchio stazzo, e un’originale angolo per pranzare, in mezzo alla natura, con semplicità e armonia. Qui diventa naturale preparare e gustare i piatti tipici galluresi, come il pane lu coccu, di forma rotonda, prodotto senza lievito e cotto sotto la cenere.
Mangiato caldo è il pane ideale per accompagnare gnocchi, ravioli e salsiccia. O come il pane carasau, ottenuto dopo una lunga lavorazione che prevede un impasto di farina e semola a cui segue la fase di lievitazione, e che per la sua notevole conservabilità è stato da sempre il pane dei pastori obbligati a lunghe assenze da casa.

 

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