Un giardino di tendenza Quando alcuni architetti americani, stanchi del razionalismo di origine mitteleuropea lì arrivato via nave con gli intellettuali che fuggivano da Hitler, ritornarono alla pompa neoclassica di Washington o alle follie di Las Vegas, furono chiamati post-moderni. La parola ebbe fortuna e venne appiccicata a tutte le architetture, blasfeme
L’architetto Paolo Portoghesi, studioso del Barocco romano e ripropositore di forme ispirate al secentesco
Qui le forme borrominiane si ripresentano nelle vesti di scale a stella fortemente scenografiche (ma dove condurranno
Decadenza o meno, l’incanto del giardino “artificioso” è sempre lo stesso: si salgono dei gradini, si sentono dei profumi, all’improvviso si spalanca un piccolo anfiteatro e ci si sente più leggeri e più felici nella natura. E’ un’illusione, si sa, ma ne vale la pena; è la fantasia che si fa realtà senza passare dalle regole del conformismo, della normalizzazione, della non poesia. Si tratta di un giardino post-moderno? Poco importa. E’ il giardino di un vero artista che ha continuato a brillare di luce propria in molti decenni dagli anni ‘60 a oggi. A questo proposito non posso non ricordare quando negli anni del ‘68 Paolo Portoghesi (oggi diventato “cavaliere”) fu chiamato a presiedere la facoltà di architettura al Politecnico di Milano: sotto la sua “autorità” successe di tutto, forse non era solo lui a governare ma anche un pizzico dell’anarchico Borromini con le sue stravolgenti e vertiginose fantasie. Giardini opera d’arte come questo, che entrano di slancio nella storia dell’architettura, potrebbero in un paese normale nascere autonomamente dalla volontà delle amministrazioni preposte al bene pubblico. Ma in Italia, per quanto riguarda i giardini, i grandi architetti non solo non trovano committenti istituzionali, ma se vogliono farli diventare realtà devono finanziarseli in proprio come in questo caso. Questo servizio fotografico è molto lontano dal rendere merito alla complessità del giardino di Calcata, che nel suo complesso è pieno di episodi con continue mutazioni di tono. Come avviene per tutti i giardini di riferimento, anche in questo caso si può cogliere la sua autentica personalità solo percorrendolo fisicamente in prima persona. Walter Pagliero |