di Leonardo Servadio
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"…realizziamo impianti per grattacieli, centri commerciali, aeroporti… ma offriamo la stessa qualità di prodotto ai condomini.“
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Ing. Roberto Rossi
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La torre più alta mai realizzata in Italia: 161 metri. È l’Altra Sede della Regione Lombardia, appena completata a Milano. I suoi 39 piani sono serviti da 6 ascensori realizzati da ThyssenKrupp Italia. Si distinguono tra l’altro per la velocità, al top delle performance possibili: 8 metri al secondo (circa 40 km/h) come velocità di punta.
Non ci saranno problemi con queste forti accelerazioni? Il sistema che le regola è molto sofisticato, di ultima generazione, ed è tarato in modo tale da mantenere il valore di Jerk (il tasso che misura la variazione dell’accelerazione nel tempo) a 1,2 m/s: al di sotto dei valori che comporterebbero sensazioni sgradevoli o malessere. L’accelerazione sarà appena percepita, ma non sofferta.
Che cosa implica il raggiungimento di tali velocità? La sensazione del viaggiatore è identica a quella che si prova in qualsiasi altro ascensore: le differenze stanno nel fatto che il progetto ha dovuto tener conto del possibile insorgere di fenomeni che non compaiono in cabine che viaggiano a velocità contenute: turbolenze, vibrazioni, rumorosità. Ma se in Italia una torre di 161 piani è un fatto eccezionale, non lo è sul piano mondiale: la ThyssenKrupp Elevator ha realizzato centinaia di impianti con prestazioni al top della gamma: la tecnologia, per quanto di punta, è nota e ci ha consentito di evitare ogni fonte di disagio, e di impedire il verificarsi di turbolenze, vibrazioni, ecc.. Tra l’altro le cabine sono carenate: conformate in modo aerodinamico, e a diverse altezze nel vano ascensore si aprono sfiatatoi (“asole”) che consentono la fuoruscita dell’aria compressa. Sono aperture studiate con attenzione, che tra l’altro si chiudono automaticamente in caso di incendio, per evitare che nel vano si verifichi l’“effetto camino” che alimenta le fiamme.
Queste eccezionali prestazioni comportano particolare usura e impegno manutentivo? Sono prestazioni più elevate in Europa e vicine ai massimi a livello mondiale: hanno comportato un particolare impegno in sede di progetto e realizzazione, ma la manutenzione è semplicemente commisurata alla tecnologia esistente: per noi non comporta alcun problema.
Oltre alla velocità, c’è un nuovo sistema per la gestione delle chiamate… Si chiama DSC (destination selection control): in pratica con un touch-screen, che sostituisce la pulsantiera esterna, l’utente al momento della chiamata preseleziona il piano di destinazione e il sistema automaticamente gli invia la cabina che meglio può servire il tragitto richiesto. Una volta entrati in cabina, non ci sono bottoni da premere: l’ascensore “sa” dove portare tutte le persone imbarcate. In questo modo i tempi di attesa sono ridotti, il traffico è razionalizzato e può aumentare sino al 30% rispetto a quello gestibile da impianti equipollenti privi di tale sistema preselettivo.
Non può essere pericoloso trovarsi in una cabina in cui nulla si può manovrare? No, anche se forse all’inizio la mancanza di pulsantiera interna può causare disagio: ma ci si abitua in fretta. Il sistema è nuovo, ma già ampiamente sperimentato. Agli inizi è stato utilizzato in strutture che non prevedono l’accesso del pubblico, poi s’è visto che, essendo il suo funzionamento intuitivo, può essere usato ovunque. Per esempio, è già in funzione in alcuni hotels. E comunque – come in ogni cabina ascensore – vi sono sistemi di allarme in caso di emergenza.
Queste tecnologie di punta hanno ricadute sugli impianti condominiali? Gli avanzamenti tecnologici si ripercuotono sempre a tutti i livelli, ma l’uso della tecnologia va sempre commisurato alle necessità reali. Certamente i quadri di comando dei nostri ascensori per condominio sono frutto di ricadute derivanti dalle strumentazioni di punta; ma per esempio il sistema DSC diventa utile solo in caso di un numero di impianti collegati elevato, corse lunghe e flussi di passeggeri molto consistenti: sarebbe quindi fuori misura rispetto alle necessità di un condominio.
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Render dell’Altra Sede: il nuovo centro della Regione Lombardia che, con i suoi 161 metri, è l’edificio più alto in Italia ed è dotato di ascensori che raggiungono la velocità di 8 m/s. Nelle altre foto, la Stazione Centrale di Milano, edificio di inizio ‘900, oggi ristrutturato con un sistema di ascensori e nastri trasportatori inclinati ThyssenKrupp Elevator che dalla quota stradale raggiungono il livello dei binari e sono capaci di sostenere un imponente flusso di viaggiatori.
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Al di là di queste punte di eccellenza, come giudica la vostra penetrazione nel mercato italiano? La nostra rete di installatori e di punti di assistenza e gestione impianti si è diffusa capillarmente sul territorio. Gestiamo direttamente 22 mila impianti, e il p
rocesso di integrazione con le realtà territoriali che abbiamo acquisito è eccellente. Quindi riteniamo che l’espansione geografica sia giunta a un punto relativamente maturo. Ora punteremo ad approfondire e migliorare la nostra opera nei centri urbani a maggiore densità, quali Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna e altri…
Per esempio a Milano avete realizzato i nuovi impianti per la Stazione Centrale… È un vasto e articolato complesso di ascensori, scale e tappeti mobili: la realizzazione di questi ultimi, che sono lunghi, inclinati e portano da un piano all’altro, ha comportato un discreto impegno tecnologico e di installazione.
In impianti come questo, o come quello della nuova linea C della Metropolitana di Roma, dove compaiono elementi archeologici, dovrete affrontare il problema dell’armonizzare il design con le preesistenze… Questo è un problema di carattere generale. I nostri prodotti di design sono flessibili e sono perfezionati d’intesa con il progettista, in un lavoro di équipe. Per esempio nel caso della Stazione Centrale di Milano, edificio storico dei primi del ‘900 con progetto di rinnovamento dell’architetto Tamino, abbiamo dialogato con il committente sia cercando di adeguare i nostri prodotti alle sue proposte, sia proponendo a nostra volta soluzioni possibili per i suoi disegni di progetto. Ma lo stesso vale anche per le nuove architetture, quali le torri dell’Altra Sede, progettate da Pei Cobb Freed & Partners.
Impianti quali quello della metropolitana romana sono enormi… Per la nuova Linea C della metropolitana romana realizzeremo un totale di 88 scale mobili e 41 ascensori. L’impegno è notevole, anche sul piano organizzativo. Infatti abbiamo destinato alcuni nostri tecnici ad occuparsi solo di questa opera per i prossimi 2 o 3 anni. Uno dei vantaggi nell’essere parte di un grande gruppo multinazionale sta anche nel fatto di poter usufruire della collaborazione, sia in campo tecnologico, sia eventualmente al momento della realizzazione, di energie ed esperienze da altri Paesi. Per quanto riguarda la realizzazione degli impianti della metropolitana romana, anche se si tratta del più grande impianto a livello europeo, abbiamo già l’esperienza di realizzazioni simili nelle metropolitane di Madrid e Barcellona, per fare un esempio, che rappresentano modelli organizzativi e realizzativi efficaci. Per quanto riguarda la realizzazione di impianti di punta, quali quello dell’Altra Torre della Regione Lombardia, ci avvarremo, al momento del completamento degli impianti, della consulenza di alcuni tecnici tedeschi che hanno già lavorato su impianti simili. Si tratta di una circuitazione di knowhow, resa possibile proprio grazie alla vastità e alla qualità dell’impegno di un’azienda che si articola in diramazioni presenti in molti campi tecnologici e in molti paesi del mondo.
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