PENSATI PER L’OUTDOOR

Gli architetti più amati dai committenti sono quelli che, nel progettare un’architettura o una semplice ristrutturazione, creano e moltiplicano gli spazi abitabili en plein air. Si tratta di spazi per pranzare all’aperto o per rilassarsi e prendere il sole, talvolta protetti da una pergola o da una tenda, talaltra rinfrescati dalla presenza di una piscina declinata in varie forme.

Questa piscina non voleva avere l’aria di esserlo.
Sorgendo accanto a una casa cinquecentesca, la si voleva più simile a una vasca per pesci (come si usava anticamente) che a una moderna piscina californiana. Sorgendo in vista del mare, attorniata da una pianura dalla terra rossa e riarsa, i suoi colori sono stati scelti in modo da sposarsi col paesaggio, con in più un sapore di antico. Così è stato scelto il color mattone in varie tonalità e, per l’acqua della piscina, un azzurro molto caraibico.Nel Nord della Sardegna, più precisamente nel Gallurese, quel che era uno “stazzu” di pastori ora è una casa di vacanza con piscina. Nella zona ci sono vincoli paesaggistici per cui i muri devono essere in pietra dorata locale, costruiti con la stessa tecnica dei muretti delle recinzioni. Questa valenza mimetica è stata sposata in pieno dai due giovani architetti sardi che ne hanno curato sia il progetto sia la realizzazione.
Quel che ora è un unico edificio risulta dall’accostamento e dalla compenetrazione di più blocchi costruiti dai contadini – pastori in tempi successivi per usi diversi. Uno di questi era dedicato al forno per il pane, e ora è diventato “zona barbecue” protetta dal sole e dai venti da una pergola in legno e paglia. Le fibre vegetali che pendono sotto la pergola ricordano una lavorazione tradizionale: quella della canapa, un filato molto usato per il tovagliato.In questa villa ai Caraibi progettata da architetti italiani (Giuseppe A. Giannoccheri e Sonia Facchin) c’è un doppio modo di rapportarsi all’isola tropicale: l’assoluta trasparenza delle pareti sul paesaggio, con grandi serramenti che si aprono a bilico, e la divisione ottica dello spazio interno su due livelli; in basso le pareti bianche a quinta di un interno minimalista, e in alto i soffitti in legno della tradizione locale. L’effetto risulta particolare: è come trovarsi in Europa dove è sufficiente premere un pulsante e un’enorme parete vetrata si alza automaticamente, ma è anche come abitare in una casa caraibica col tetto di legno scuro che ti fa riposare al fresco e ti protegge dai venti tropicali. Da una parte questa costruzione s’impone al paesaggio con le sue robuste strutture, e dall’altra si lascia influenzare dalle preesistenze assimilando un sapore esotico in armonia col genius loci. È un‘opera dello studio AG&F di Milano.

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