In un edificio stretto e lungo la ristrutturazione ha creato un open space molto scenografico. Progetto: Valerio Di Bartolo architetto L’edificio si trova nella zona centrale di Aidòne, uno degli ottanta centri storici riconosciuti della Sicilia, vicino all’antica città ellenistica di Morgantina nonché alla turisticamente più nota Piazza Armerina, quella degli stupendi mosaici tardoromani. L’intervento ha riguardato la testata di un intero isolato edilizio per adattarlo alle esigenze dei nuovi proprietari: a piano terra lo spazio di lavoro, al primo piano e nel sottotetto la parte abitativa. La muratura perimetrale è rimasta la stessa in quanto vincolata, in compenso è stato reso abitabile il sottotetto portando la superficie utilizzabile da 70 a 150 metri quadri. Nelle foto: I mobili, a parte il divano e la scaffalatura disegnati dall’arch. Di Bartolo, sono gli stessi che la famiglia ha Il nuovo progetto è partito da due realtà poco modificabili: la qualità del volume interno (uno spazio lungo e stretto) e la collocazione della scala che dalla strada, e dal vecchio negozio, portava al primo piano. Tenendo presenti questi due punti fermi, è stato creato allo sbocco superiore della scala un open space comprendente la zona conversazione (con ascolto TV) e la zona pranzo. Alla scala è stata data una forma “modernista” adeguata alle aspettative dei proprietari, più orientati all’anticipazione del futuro che alla conservazione del passato. Tra il punto in cui questa scala giunge al primo piano e quello da cui parte l’altra scala per il piano mansardato c’è un tragitto che attraversa l’angolo della conversazione e del relax (con TV) sottolineato da una controsoffittatura dalle forme dinamiche. Così l’insieme delle due scale è diventato un elemento fortemente rappresentativo che dà luce e spazialità alla zona living, dove l’avvolgente divano ad angolo di pelle rossa si contrappone a una lunga e bassa scaffalatura. Nelle foto: Il lungo scaffale è su disegno dell’arch. Di Bartolo. Per quanto riguarda il trattamento decorativo della scala, un ruolo primario finisce per averlo l’illuminazione “colorata”. La parete portante è stata prima spicconata per riportare in vista la pietra originaria, poi dipinta di bianco per valorizzare il suo aspetto ruvido, infine illuminata in modo radente da un fascio di luce blu posto alla base. La parte più bassa è poi coperta da un muretto basso. Questo termina con un rivestimento in legno su cui sono poggiate alcune ceramiche e piccole statue di gusto etnico. La stessa tendenza modernista la si può notare anche in altri ambienti, come lo studiolo situato all’interno della zona notte (vedi foto a sinistra), dove la presenza obbligata di un pilastro che regge il tetto diventa lo spunto per una travatura inventata, che ridisegna lo spazio ricordando gli antichi tetti a capriate. Nelle foto: Si tratta di una cucina degli anni ‘80 adattata alla nuova situazione con richiami cromatici. Inusuale la scelta del blu per le piastrelle del pavimento. Ceramica Bardelli Ai lati del pilastro due cassettiere a specchio inserite in una libreria dilatano il piccolo volume. La cucina è un’accorta
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