Specchi da camino

Lo specchio ci ha sempre affascinato per la capacità di mostrarci quali gli altri ci vedono, non solo nell’aspetto interiore, ma anche per quei segni psicologici consci od inconsci, che ci caratterizzano. Qualità generalmente assente negli animali, che raramente si riconoscono allo specchio. L’utilizzo dello specchio non era relegato alla sola attività dello specchiarsi, ma anche a quella dell’arredamento. Per creare effetti prospettici, replicando le immagini’ e moltiplicando l’effetto decorativo. Per rifrangere la luce, rafforzando l’illuminazione degli ambienti; a tale scopo furono applicati agli specchi bracci con la funzione di reggere candele, bugie, torcere, lampade, ecc; anche perché era più facile pulire dall’annerimento del fumo la lastra di vetro, piuttosto che altri materiali.Fili in vetro con lavorazione tipo Murano, morbidamente adagiati su questo specchio, creano una cornice accogliente e rinascimentale. Il colore argento crea riflessi e bagliori indimenticabili. La specchiera è proposta nella versione rettangolare da 194×105 cm e quadrata 105×105 cm. Design: Studio Evolution (Donatello, Doimo Idea)Un altro uso fondamentale degli specchi è stato quello di arredare i camini.
Le specchiere da camino, chiamate anche caminiere, iniziano ad essere impiegate a tale scopo dalla seconda metà del XVII secolo. L’altissimo costo di produzione degli specchi ne limitò a lungo l’uso, rendendo per molto tempo l’impiego a fine decorativo dei dipinti altrettanto se non più conveniente; anche per questo la loro rottura è stata sempre considerata così male augurante.

1. Metodo Soffiatura del vetro detto a corona
2. Metodo di soffiatura del vetro detto a cilindro
3. Metodo di colatura del vetro. (Le tre tavole sono tratte da “enciclopedie” di Diderot & D’Alembert)
4. Sullo sfondo tipico camino dell’ultimo periodo del gusto Luigi XV completamente asimmetrico nel contesto decorativo (da archivio Storico DI BAIO EDITORE)Fino a tutto il Quattrocento si erano preferiti specchi costituiti da lastre metalliche, soprattutto d’argento, al posto di quelli realizzati con vetri fragili e meno riflettenti.
Tali specchi avevano dimensioni ridotte ed erano principalmente da persona. Gli scarsi specchi in vetro erano prodotti principalmente in Germania. Venezia cercò a lungo di carpire il segreto di tale fabbricazione, ma solo dal 1507 i Dal Gallo inizieranno la fabbricazione di specchi, che rese famosa la Dominante. Incominciò così la collaborazione tra i vetrai, che soffiavano le lastre e gli ‘specchieri”, che le tagliavano, le spianavano, le lucidavano e le “argentavano” con un amalgama di stagno e mercurio, chiamato argento vivo. La soffiatura delle lastre di vetro avveniva in due modi. Con il metodo della “corona”, consistente nel roteare un pezzo di vetro fuso, il “bolo, in modo che per forza centrifuga si creasse un disco piano. (1)

1770 – Specchiera, cm 140 x 145, in legno intagliato e dorato a mecca, Napoli, transizione tra lo stile Luigi XV ed il Luigi XVI, circa 1770. Notiamo che ad un decoro ormai neoclassico si accompagna una sagoma ancora arcaica, ma già vicina a quella classica delle caminiere.Con quello detto a “cilindro”, soffiando una bottiglia cilindrica da cui si tagliavano il fondo e l’imboccatura, ricavando un cilindro (2), che era poi tagliato da una parte e aperto rimettendolo in forno in modo da ottenere un foglio piano rettangolare. La fabbricazione veneziana di specchi di qualità portò gradualmente alla scomparsa di quelli metallici e creò una situazione di monopolio, che procurò grandi ricchezze alla Serenissima.

XVIII secolo
Specchiera, cm. 202 x 108 in cui la cornice, compresa la cimasa, è interamente rivestita di specchi bianchi e blu. Venezia, prima metà del XVIII secolo

1780
Specchiere, cm. 182 x 88, in legno intagliato e dorato, Emilia, stile Luigi XVI, circa 1 750. Notare l’arricchimento della cornice con impiallacci di noce.
Nel 1665 Colbert, ministro di Luigi XIV, riuscì a portare in Francia tre specchieri veneziani Barbini, Cimegotto e Civran, insieme con altri operai, per farli lavorare nella Manifattura Reale degli specchi, che aveva appena fondato al Faubourg Saint-Antoine a Parigi, Venezia ordinò loro di rientrare e nel 1667 ne fece addirittura assassinare due, il che convinse gli altri al rimpatrio; ma ormai il segreto era trapelato.

XIX secolo
Specchiera, cm 140 x 90, in legno intagliato e dorato, Lombardia, metà XIX secolo.
Notiamo la fantasia della sagomatura, tipica dell’eclettismo, che qui si connota di caratteri neogotici.Questa stufa a pellet si trasforma in complemento d’arredo con vetro a specchio e porta oggetti superiore ed è interamente rivestita in alluminio, un materiale leggero e adatto a trasmettere calore, in linea con le tecnologie produttive più attuali. Il vetro anteriore permette una perfetta visibilità della fiamma, per poi trasformarsi in specchio una volta che la stufa viene spenta, mentre il pratico porta oggetti superiore è un’ulteriore opportunità di rendere la stufa un complemento di arredo anche durante la stagione estiva. L’elevato gusto estetico racchiude al suo interno le più avanzate tecnologie disponibili, unendo eleganza e praticità. (modello Eva, Ravelli)La libreria occupa tutta la parete in cui è inserito il camino. È stata realizzata su disegno, a moduli regolarmente ripetuti, in legno chiaro. Qui sono collocati libri che si consultano frequentemente per rielaborare idee e pensieri. Foto: Athos LecceIl fuoco intelligente
www.ecotek.itFino ad ora si era preferito adornare la parte superiore del camino con quadri o pannelli decorativi. A cominciare dal Settecento si produssero specchi di dimensioni più moderate, che erano appesi al muro e spesso poggianti con la parte inferiore sul camino.
Le cornici potevano essere realizzate con i più svariati materiali:
• in legno intagliato, dorato a foglia d’oro o a mecca, tecnica consistente nell’argentare la cornice a foglia e poi nel ricoprire il tutto con una vernice trasparente colorata in grado di rendere la tonalità dell’oro stesso con magnifiche le meccature napoletane e romane.
• interamente rivestite di specchi monocromi o policromi, come quelle prodotte a Venezia.
• in legno intagliato e laccato;
• in legno laccato e dorato;
• intagliate e dorate con riserve impiallacciate in legni pregiati.
•in noce massello tinto a mogano con applicazioni intagliate e traforate dorate.
• rivestite in avorio, tartaruga, lamine d’oro o d’argento, pietre preziose o addirittura d’intarsi in tessuto (15). Le forme andavano da quella tradizionale rettangolare verticale od orizzontale alle sagomature più fantasiose.1810
Specchiera, cm 80 x 130, in noce e legno intagliato, traforato e dorato, Emilia, stile Impero, circa 1810. II noce conserva la patinatura originale a mogano, caratteristica degli importanti arredi impero, quando non erano prodotti direttamente in Mogano.

1815-30
Specchiera, cm 135 x 110, in legno intagliato e dorato, con insoliti ed importanti inserti in velluto “scolpito”, Francia, stile Restaurazione (1815-30).

1800 seconda metà
Specchiera, cm 14,3 x 83, in legno intagliato e dorato, Francia, seconda metà dell’Ottocento. Notiamo la cornice arricchita da inserti in specchio.Caratteristica, dalla metà del Settecento, la divisione in tre parti. Dapprima di tre pezzi di specchio avvicinati, disposti piramidalmente, di cui è un esempio la specchiera in legno intagliato e dorato a mecca, poi realizzati con un rettangolo orizzontale costituito da due pannelli, a volte solo decorati, affiancanti uno più grande centrale, sempre di specchio; che sarà il tipo più d
iffuso all’inizio dell’Ottocento.Dalla seconda metà dell’Ottocento si afferma l’uso di una specchiera in tutto simile a  quelle poste anche in altri luoghi della camera, fra cui le più note sono quelle a cabaret. Tuttavia anche oggi possiamo trovare architetti, che inseriscono il camino in un ambito  ornamentale complessivo, assomigliante alle boiserie di un tempo, includendo lo specchio da camino all’interno di una più ampia decorazione.L’estro creativo di Nello De Reggi ha dato vita alla prima collezione di cornici per specchi, dipinti e fotografie in seta senza cuciture. Un elemento di grande raffinatezza, di alto artigianato dove non esiste un solo passaggio seriale. Ogni cornice è un pezzo unico che può essere realizzata nelle dimensioni più diverse, avvalendosi di una vasta gamma di colori e di abbinamenti, mantenendo così la sua originalità riferita all’esigenza di chi lo acquista; (NDR).Pierdario Santoro. nasce a Bologna il 19-02-1952 . Apre a Bologna nel 1978, insieme alla moglie Mara Bortolotto perito del tribunale di Bologna, la Galleria d’antiquariato “Antichità Santoro” Riconosciuto come uno dei maggiori esperti in pendole neoclassiche è autore di testi e collabora con riviste del settore. Ha partecipato alle più qualificate mostre d’antiquariato quali: MIA internazionale di Milano, Modenantiquaria, Ghota, Mostrabella Bologna, Assisi Antiquariato, Salone Internazionale dell’Orologio Vicenzaoro

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