UN REVIVAL “LA STUFA”

Il ritorno della stufa è ormai una certezza. Questi simpatici “oggetti”, che nel passato avevamo relegato in cantina se non buttato, sono tornati non solo di moda, ma necessari ai fini del risparmio energetico e delle mutate esigenze in fatto di architettura d’interni. Le stufe d’oggi sono tornate sì, ma anche migliorate e potenziate dagli sviluppi della moderna tecnologia.
Tecnologia per altro già da tempo affinata, poi forse dimenticata. Sappiamo che una buona stufa rende senz’altro più di un normale caminetto poiché i prodotti della combustione vengono fatti circolare nel suo interno prima di essere inviati alla canna fumaria e quindi circa l’85% del calore sviluppato viene ben sfruttato.
Attenzione, però, ciò rimane vero quando i prodotti della combustione non vengano allontanati troppo presto.
Influisce inoltre sul consumo la quantità d’aria aspirata durante la combustione, perché la perdita di calore, che avviene nella canna di fumo, è proporzionalmente diretta a questa quantità d’aria.
Allo stesso modo, l’eccesso d’aria ritarda il processo di combustione e da qui è nata la necessità dei vari sportelli e valvole per poter regolare a piacimento l’afflusso dell’aria.LA JØTUL F 3 SOLUZIONE IDEALE PER UNIRE LE CARATTERISTICHE DELLA STUFA AL PIACERE DI AVERE UN CAMINETTO, PER RISCALDARE E CREARE UN’ATMOSFERA NUOVA NELLA VOSTRA CASA. (JØTUL)5) Una curiosa stufa americana della fine dell’800.
6) La famosa stufa “Godin”, in ghisa, in un esemplare del 1920. Le stufe “Godin” sono ancora usate oggi. Altezza cm 91.
7) Stufa scozzese in ghisa; altezza cm 70.
8) Stufa francese del 1910; altezza cm 80.
9) Una moderna stufa di produzione spagnola reperibile in Italia dalla Fimar.
10) Stufa gallese del 1920 in pietra con parti in ghisa; altezza cm 182.
Benjamin Franklin (Boston 1706 – Filadelfia 1790) Statista, editore, inventore, scrittore,
diplomatico, filosofo e uomo di scienza nord-americano. Nato nella Nuova Inghilterra puritana da genitori credenti, lavorò alle dipendenze del fratello per il giornale radicale «
New England Courant ». A 17 anni partì per Filadelfia, dove lavorò come tipografo. Col tempo si mise in proprio, allargando pazientemente la sua attività. Nel 1748, quando si ritirò cedendo la tipografia a un suo socio, oltre ad aver aperto una libreria, aveva anche fondato un’accademia scientifica (che divenne l’università di Pennsylvania), una biblioteca pubblica, una società internazionale scientifica e un corpo di polizia comunale. I suoi studi ed esperimenti scientifici (è noto l’episodio dell’aquilone nel mezzo del temporale) gli permisero di fare importanti scoperte e invenzioni tra le quali: la stufa Franklin, il parafulmine, il caminetto antifumo, le lenti bifocali ecc. Nello stesso tempo lavorava anche come statista. Il 4 luglio 1776 la Dichiarazione dell’Indipendenza, alla cui redazione contribuì largamente Franklin, affermò di fronte al mondo quello che solo 5 anni di lotta armata avrebbero potuto tramutare in realtà. Nello stesso anno fu mandato a Parigi come primo diplomatico americano a una corte straniera.
Ma non era tanto come statista che venne accolto e riconosciuto dall’Europa quanto come filosofo e scienziato. La sua autobiografia, pur incompiuta com’è, resta un capolavoro del suo genere.I saggi non hanno bisogno di suggerimenti.
Gli sciocchi non ne tengono conto.
Ben fatto è meglio che ben detto.
L’energia e la persistenza conquistano tutte le cose.
Ami la vita? Allora non sciupare il tempo, perché è la sostanza di cui la vita è fatta.
Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.
Chi ha pazienza può ottenere ciò che vuole.
Ciò che inizia in rabbia finisce in vergogna.
I creditori hanno più memoria dei debitori.
Il gatto con i guanti non acchiappa il topo.
Il genio senza formazione è come argento in miniera.Se la stufa è bene alimentata di combustibile si regola l’aspirazione in modo che la combustione proceda viva, rapida e a temperatura alta, diminuendo poi il tiraggio quando diminuisce il combustibile; si può quindi ridurre al minimo l’aspirazione d’aria, quanto la perdita di calore.
Se il combustibile è scarso, brucia lentamente e con bassa temperatura e il focolare si trova in condizioni sfavorevoli, perché l’eccesso d’aria contribuisce a mantenere bassa la temperatura, e il calore che si perde nella canna del fumo è assai maggiore che nel caso precedente.
Questi sono principi generali che valgono per qualsiasi tipo di stufa, tenendo però presente che particolarmente importante è il materiale con cui la stufa è costruita.Le stufe sono generalmente costruite in metallo oppure in terracotta; più propriamente ghisa o lamiera di ferro e mattoni o maiolica.
Le stufe metalliche si scaldano velocemente a causa della maggior conducibilità termica del metallo, ma si raffreddano anche rapidamente appena terminata la combustione.
Al contrario le stufe in cotto, per la debole conduttività termica del materiale, impiegano lungo tempo a scaldarsi, ma per la stessa ragione si mantengono calde anche dopo che la combustione è cessata da tempo.
Nelle stufe metalliche, quindi, la maggior trasmissione di calore coincide con la maggior intensità di combustione.
Nelle stufe in cotto si verifica invece solo dopo spento il fuoco e il riscaldamento dura molto di più della durata della combustione.

12) Stufa inglese “Tangye” – Birmingham, 1920; altezza cm 180.
13) Stufa danese della stessa epoca, ghisa; altezza cm 182.
14) Un’originale stufa francese in ghisa del 1930; altezza cm 70.
Schema di stufa ad alimentazione continua caricabile dall’alto.
Fu originariamente studiata da Meidinger per una spedizione tedesca al Polo Nord.
Lo spazio compreso tra cilindro centrale e inviluppo esterno comunica liberamente, in alto e in basso, con l’ambiente.
L’aria affluisce da sotto ed esce sopra molto calda.
15-16) Due moderne stufe-camino di produzione scandinava. La stufa-camino, avendo il focolare aperto, consente il piacere di vedere la fiamma, come in un caminetto, ma con i vantaggi della stufa, come impianto di riscaldamento per un locale o anche per tutta la casa.L’artistico
Calore al naturaleEcco la ragione per cui le stufe in cotto vengono preferite nei Paesi nordici, dove il freddo è costante per molti mesi all’anno: basta in genere scaldare bene la stufa una volta sola al giorno con un consumo relativamente piccolo di combustibile perché si abbia poi un calore piacevole e uniforme per tutta la giornata.
In Russia e in Svezia, per esempio, si fabbricano tutt’ora stufe interamente in mattoni con pareti spesse circa 16-18 cm; il calore della combustione che si accumula in queste grosse pareti si trasmette a poco a poco all’aria dell’ambiente e dura molto tempo.
È però necessario scaldare la stufa parecchie ore prima che si debba usare il locale.
Al contrario in Paesi come il nostro, dove avvengono rapidi e frequenti sbalzi di temperatura e non vi è solitamente un freddo costante per lunghi periodi di tempo, sembrano convenire maggiormente le stufe in ghisa o comunque in metallo, che  scaldandosi rapidamente cedono anche rapidamente il loro calore all’ambiente e non necessitano di lunghi periodi di attesa. Tra le stufe metalliche quelle a più rapida trasmissione di calore sono quelle a colonna: semplici cilindri cavi di ghisa muniti di sportello per alimentare la combustione e di tubo di lamiera per lo scarico dei fumi.
Più complesse, ma anche di maggior rendimento, sono quelle a piani di forma rettangolare.
Ancora più perfezionate quelle ad alimentazione continua; cioè quelle stufe che possono con
tenere combustibili per almeno mezza giornata (a volte anche per una giornata intera) e che hanno in genere due sportelli: uno ania già dal XIV secolo.
In questo tipo non si tende al riscaldamento periodico proprio delle stufe a muro, ma assottigliando le pareti, costruendole cioè con formelle di cotto maiolicato, si rende più rapida la trasmissione del calore pur mantenendola più a lungo che nelle stufe metalliche. Queste formelle di cotto sono essenzialmente delle cassettine cave e inoltre la loro decorazione esterna può essere tanto ricca che la stufa in maiolica diventa vero e proprio ornamento del locale in cui viene collocata. Ne abbiamo ancor oggi bellissimi esempi e se ne costruiscono tutt’ora.

PROSEGUONO LE NOVITÀ IN CASA L’ARTISTICO, CHE PRESENTA UN’INEDITA STUFA A LEGNA: 640CB. UN MODELLO IN GHISA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE, CHE GARANTISCE RIDOTTI CONSUMI E MINIME EMANAZIONI NOCIVE CON EMISSIONI DI CO DELLO 0,11%. (L’ARTISTICO)Nella scelta del posto entrano in gioco diversi fattori: vicinanza della canna fumaria, disponibilità di spazio e considerazioni di ordine estetico, possibilità di distribuire l’aria calda anche in altri locali.
In ogni caso è bene che la stufa sia collocata a una distanza non inferiore ai 60 cm da mobili, pareti in legno o altri materiali facilmente infiammabili.
Pavimenti in legno o rivestiti in moquette devono ovviamente essere separati mediante una base di materiale incombustibile. Le attuali stufe, specialmente quelle con rivestimenti di piastrelle ceramiche, sono piuttosto pesanti, quindi è bene pensare in anticipo a prevedere il loro posto definitivo per evitare incauti spostamenti che potrebbero anche causare danni alle ceramiche o alla struttura stessa della stufa.È sempre bene che lo scarico dei fumi avvenga con canna fumaria di cui va verificata prima di tutto l’efficienza avvicinando una candela accesa al suo imbocco (rosone). Se la fiamma della candela non viene attirata dal foro, vuol dire che la canna fumaria è ostruita in qualche modo e ne va quindi effettuata una radicale pulizia.
La semplice soluzione dei tubi da stufa sfogantisi all’esterno è poco raccomandabile perché il tubo metallico per quanto ben isolato determina sempre un più rapido raffreddamento dei fumi, maggiori incrostazioni e minor “tiraggio” nel tempo. Per la canna fumaria e per i comignoli relativi valgono le stesse considerazioni valide per i caminetti.Oggi si preferisce la legna anche se ha meno potere calorico del carbone. Sia per la maggior pulizia che consente nella casa, sia per ragioni igieniche.
Si è infatti constatato da tempo che la ghisa (materiale con cui è realizzata la maggior parte delle stufe) arroventandosi diventa permeabile all’ossido di carbonio e nonostante le stufe in ghisa perfezionate abbiano quasi sempre il focolare rivestito di mattoni refrattari, il pericolo dell’ossido di carbonio è sempre presente.
LA LEGNA
Una parte del calore sviluppato nella combustione della legna viene utilizzato per far evaporare l’acqua contenuta nella legna stessa e quindi una parte del calore va persa.
Ecco perché la legna deve essere ben secca, meglio ancora se è stata tagliata e spaccata almeno una stagione prima del suo utilizzo, con tronchetti ben stagionati e con sezione ottimale di circa 8-10 cm.
Tra i legni con più alto potere calorico sono da ricordare: il carpino, la quercia, il frassino, l’acero, il faggio, l’olmo e la betulla.
IL PELLET
Negli ultimi anni si è affacciato il pellet come “nuovo” combustibile alternativo alla legna che consiste di piccoli cilindretti delle dimensioni che vanno dai 5 ai 15 mm di diametro e dai 5 fino ai 30 mm di lunghezza. È il risultato della pressatura di scarti di legna e segatura, e comunque di legno non trattato, che si trova in commercio in sacchi. I pellet Versati nei serbatoi delle nuove stufe che lo contemplano è ecologico, economico e comodo.

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