Copertura quanto mai tradizionale, non cessa di essere attuale e bella, elegante e funzionale, solida e a prova di ogni evento atmpsferico
È una lunga tradizione di molte zone agresti rivestire il tetto con grosse lastre di pietra, materiale solitamente abbondante in loco, solo da raccogliere ed eventualmente sagomare (ma spesso le pietre si tagliavano solamente in lastre dello spessore voluto, senza squadrarle ma lasciandole irregolari così come uscivano dal taglio). – Una copertura di pietra è indubbiamente in totale e perfetta sintonia con l’ambiente circostante, spesso formato da panorami sassosi o rocciosi, e contribuisce in maniera molto forte a definire il carattere rurale di una costruzione; questo non vuol dire che possa essere usata solo nel recupero e restauro di vecchi edifici: anzi, è molto valida anche in caso di nuove costruzioni contemporanee.
– Anche tecnicamente il tetto di pietra è perfetto per resistere a tutte le avversità sia atmosferiche che dell’inquinamento, al gelo come al sole più intenso senza mai cambiare aspetto; muschi e licheni non l’intaccano, anzi ne aumentano il fascino tappezzandone la superficie: unico inconveniente il peso (120-130 kg/mq) che richiede strutture adeguatamente rinforzate per reggerlo.
Carluccio Rattazzi & Figli ha un’esperienza trentennale nella lavorazione della pietra dall’estrazione nella cava alla segagione fino alla rifinitura, con una particolare attenzione alle lastre da tetto: nelle foto, dall’alto vediamo piode in serizzo segato da cm 75 x 75 x 2/3, poi applicate in una casa in Vallese, e piode ottenute da lastre di 300 x 150 x 2/3.
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