Tra travi e camino senza compromessi

La Svizzera dei massicci alpini e della tradizione autentica

Architettura d’altri tempi, dove il legno e la pietra stringono la casa in un abbraccio sullo sfondo delle nevi perenni.

Architecture of time past, in which wood and stone embrace a home set in a landscape of eternal snow.

Progetto Arch. Pierre Dorsaz
Servizio di Luisa Carrara
Foto di Athos Lecce
Testo di
Leonardo Servadio

Riabilitazione, recupero, ristrutturazione: termini che indicano una trasformazione, un cambio di significato, a volte un cambio di destinazione degli edifici. Qui siamo di fronte a qualcosa di totalmente diverso. Una interpretazione nuova di una realtà antica. La realtà dell’abitare il monte come solo il montanaro sa fare, quando porta brani dell’ambiente circostante, elementi della propria attività di contadino o di allevatore, e li trasferisce nella casa. Questa reinterpretazione dello spazio tradizionale alpino si trova a Verbier, in Svizzera. Il tocco di modernità è dato dalle
grandi vetrate che aprono sul panorama di sconfinata bellezza delle cime innevate. Un panorama incorniciato dalle poderose travi a vista.

È l’irregolarità delle superfici che genera fascino: è lì che si legge il permanere di qualcosa che supera il tempo. Legno e pietra vanno assieme, come in una danza solenne di scultorea grandiosità. Gli oggetti si adagiano qui e là, testimoni di un abitare che tiene vivo il ricordo.

It is the irregularity of the surfaces that creates appeal. It is here that one sees the permananence of something that overcomes time. Wood and stone are brought together as if in a solemn dance of lapidary splendor. Objects are placed here and there, bearing witness to a style of life that keeps memories alive.

Restoration, reutilization, and renovation are all terms used to talk about transformation, a change of meaning, and sometimes a change in the way buildings are used. Shown here is something completely different: a fresh interpretation of an old style of life, which only the mountain dweller knows, and which involves bringing the fruit of his work in the fields or that of his flocks into the home. This reinterpretation of the traditional Alpine space is in Verbier, in Switzerland. A modern touch is provided by the large windows that open onto the beautiful panorama of snow-capped mountain peaks. This panorama is framed by mighty wooden beams.

La stufa in maiolica e il paiolo: due presenze che trasmettono tranquillità e dicono casa e calore, ricordano e accolgono
le serate conviviali e le cene al chiarore della fiamma al riparo dal gelo.

The majolica stove and the cauldron are two elements that convey a sense of tranquility and homely warmth. They bring to mind evenings spent in the company of friends in front of the light of the fire and protected from the freeze outside.

La forza di questa struttura in legno massiccio – massiccio come la pietra dei monti, come la roccia che fa da focolare – si fonde con l’imponenza della prospettiva delle cime. Forma così un connubio suggellato da un tocco di sensibilità domestica visibile negli oggetti che raccontano il passato del vivere contadino: gli zoccoli per camminare nel fango, le spighe raccolte e disseccate come ornamento, la tenaglia da fabbro trasformata in supporto per il lume… Il muro di pietre tagliate in modo irregolare, i gradini di roccia massiccia, il focolare dagli alari antichi, il mantice: tutto parla di un modo di vivere che resta impresso in concrete testimonianze, come impronte perenni di un’opera troppo vigorosa
per essere dimenticata.

Verbier

Sul fondovalle, i tremolii dell’aria nella calura estiva. Attraverso boschi e vigneti, gorgoglia l’acqua nei "suonen". Dai ghiacciai scende un vento freddo. Le cime delle montagne sono qui un po’ più vicine al cielo che altrove. Come un nastro blu il rodano, alimentato da innumerevoli torrenti che scendono dalle ripide valli laterali, impetuoso nell’aspro goms, placido nel basso vallese. Il rodano passa davanti a villaggi di montagna con le case di legno brunite dal sole, davanti a città ricche di storia e di nuovi impulsi, davanti a frutteti e vigneti, fino a sfociare nel lago di ginevra. Un paesaggio caratterizzato da forti contrasti, da rupi scoscese, dalle alte vette delle alpi, dalla lingua e mentalità tedesca e francese. Terra dei quattromila, terra dei più grandi ghiacciai, terra dei passi alpini.

In questo spirito di continuità, si inserisce la cura dell’architetto Dorzaz: l’impianto strutturale tutto a vista, dalle assi del tetto alle solide travature in tronchi squadrati. Questa riscoperta della struttura come elemento di verità architettonica ha anche il grande pregio di lasciare spazi aperti: le barriere tra i diversi ambienti cadono e si realizza una continuità tra panorama esterno e gli spazi della casa. Il camino e la cappa che in alto lo avvolge come un bastione centrale; il resto vi si raccoglie attorno, arrampicandosi su diversi livelli, come uno scalatore che salga il pendio. È la vita del monte che trova nuova ospitalità e nuova verità tra le mura domestiche.

Un passaggio stretto tra la neve e, oltre il cancelletto, la massiccia parete di legno. Nella casa lo spazio si dilata tra scale,travature e balaustre: tutto in legno di diversa coloritura che, nelle strutture e negli oggetti, diventa come un
deposito del tempo andato, che si presenta per sovrapposizioni e stratificazioni. Il soppalco consente un variare di
livelli e prospettive.

A narrow passageway in the snow and, beyond the small gate, a solid wood wall. Inside the house space is arranged around staircases, beams, and banisters. Everything is in wood of various types, and the structures and objects act as
a sort of deposit of time past. The mezzanine makes it possible to vary levels and views.

The power of this structure in solid wood – as solid as the stone from the mountains and the rock used for the hearth
– merges with the awe-inspiring view of the mountain peaks. In this way it creates an alliance that is sealed by the homely touch of having objects that bear witness to the peasant life of the past: clogs for walking in the mud, dried
wheat used for ornament, a ironmonger’s tongs used to as a lamp support, the irregularly cut stone wall, the steps in
solid rock, the hearth with old andirons, the mantelpiece. Dorzaz’s architecture wants to embody this spirit of continuity
by having a structure in full view from the planks of the roof to the solid squared wooden beams. This renewed use of the structure as an element of architectural sincerity also has the benefit of leaving spaces open: barriers between different rooms are removed and continuity is created between the outside panorama and the spaces of the home. The chimney looks something like a bastion, everything else gathering around it in the same way that a climber might go up a mountainside.

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