Quando si dice “specchio d’acqua”, ci si riferisce proprio all’immagine riflessa, che a volte ha un che di effimero quando è composta di nuvole che scorrono rapide, o di voli d’uccelli.
In questa casa di Pozuelo de Alarcon, a qualche chilometro da Madrid verso la Sierra, il profilo e la materia dell’architettura rendono la doppia immagine a uno stato di permanenza, quasi a sottolineare la solidità dell’insieme. In questa casa che si dilata negli aggetti a forma di cornici svasate verso il cielo, la piscina si manifesta come “cambiamento di stato” della materia: questa è travertino in tutte le superfici esterne, dalla copertura alle pareti, al bordo vasca che sembra chinarsi impercettibilmente sino a diventare acqua.
La vasca è interpretata come parte essenziale di una casa fatta per vivere all’aperto.
Lo testimonia il grande ambiente soggiorno che fa parte sia dello spazio piscina, sia del salone interno: definendo in tal modo non un limite, ma una continuità.Continuità che è esaltata dalla presenza degli sporti aperti protesi dal tetto come proclami che annunciano come spazio chiuso e spazio aperto in fondo siano tutt’uno.
C’è anche una vasca al chiuso: più piccola, a un livello più basso, coordinata con la palestra che occupa buona parte del piano seminterrato.
Ma questa seconda, più piccola vasca assomiglia a un espediente momentaneo: ha un che di provvisorio se vista nel contesto della logica della casa, tutta diffusa nei grandi abbracci che avvolgono il giardino.
La vetrata angolare e il basso soffitto costituiscono una specie di spinta perché anch’essa, che pure è ben protetta dall’edificio, ne fuoriesca, mescolandosi nel giardino.
Tanto vasta e dilata la vasca esterna, con quel suo lento declinare sotto la superficie dell’acqua, tanto è marcato il bordo della piscina interna, come tagliato di netto scavando la pietra.
Sono due interpretazioni opposte, ma entrambe caratterizzate da un’estrema pulizia formale, da una contiguità tra i diversi materiali.In un edificio come questo si pone in evidenza come casa e piscina siano l’una il riflesso dell’altra.
L’edificio è mediazione di spazi, passaggio tra stati materici.
Esso ritaglia porzioni di cielo in alto, esattamente come lascia affiorare acque sotterranee in basso: la sua funzione di mediazione tra cielo e terra resta rivelata nel modo più clamoroso e netto.
L’uomo abita la casa per meglio vivere nel cielo e nell’acqua: per meglio immergersi nella natura che altrimenti gli sarebbe ostile.
L’architettura non mira a imporsi con forme sovrabbondanti: anzi, seppure di dimensioni cospicue (la casa si estende su mille metri quadrati) si rifugia in una proposizione quasi sommessa. Le forme sfuggono da qualsiasi protagonismo.
Si esprime la natura, riabitata in modo nuovo e inconsueto.Sempre maggior attenzione e successo riscuotono quegli interventi ed accessori che consentono il divertimento in acqua, trasformando la piscina, pubblica o privata, da ambiente statico in un punto vivo, allegro, divertente, nel quale l’acqua scorre, salta, cade e comunque si muove in cascate e giochi, con il caratteristico suono che dà una sensazione di freschezza e piacere. (Mar Piscine)Design, eleganza, bellezza
Mar Piscine