|
![]() |
Milano Visconti è un borgo “speciale”. Le modalità seguite per la sua realizzazione, la storia di Cusago, il paese attorno al quale è sorto, tutto sembra perfetto per chi sogna una vita più “a misura d’uomo”. E, spesso, chi coltiva questo sogno ha davanti agli occhi l’immagine di un focolare scoppiettante, capace di aggiungere bellezza, calore e tranquillità alla casa che lo ospita. Ma non è tutto: perché a Cusago c’è un castello, come nelle fiabe, e in questo castello un grande camino che veglia sul borgo e sulle campagne circostanti da più di cinquecento anni… Eleonora Bertorelli lavora dal 1990 all’ufficio clienti di Milano Visconti, ed è responsabile commerciale. Curiosa e appassionata, conosce molti segreti dei luoghi che ospitano il borgo, e ce li ha raccontati con un entusiasmo che ci ha coinvolti. “Potrei dire”, afferma, “che noi usiamo il camino come un vero e proprio veicolo commerciale al momento di offrire gli appartamenti ai potenziali clienti. Ed è vero. Ma per rendere più chiara la filosofia del borgo, devo sottolineare che tutto rimane legato al concetto di come nasce Milano Visconti; io amo molto questa iniziativa. Ho iniziato a lavorare nel 1981, mentre ancora frequentavo l’università, a Milano 3, un centro che aveva un’impostazione molto differente. Quando ci si è spostati su Cusago, nel 1990, mi fu richiesto di fare una verifica dal punto di vista commerciale del territorio. Arrivando a Cusago trovai un paesino dove la vita era ancora per così dire di campagna. Quando Edilnord arrivò sulla piazza del castello, dove allora sorgeva l’ufficio vendite, con l’idea di costruire un centro residenziale, si scontrò con la realtà dei cusaghesi. Cusago e i terreni circostanti, che il dottor Berlusconi acquistò negli anni ’70, hanno la particolarità di essere gli unici, nell’hinterland milanese, a essere rimasti di proprietà di un’unica famiglia, quella dei marchesi Casati Stampa, da trecento anni a oggi. Nel ’70 il dottor Berlusconi avrebbe voluto realizzare qui Milano 3, ma i cusaghesi, che per ragioni storiche e affettive sono molto legati alle loro tradizioni e al territorio, non diedero il permesso di farlo. Per cui il progetto venne ripreso nel ’90, ma con un approccio molto diverso rispetto ai nostri standard: Milano Visconti doveva avere una disposizione che la inserisse nel contesto nel quale veniva collocata. Quindi per la prima volta residenze di tre piani, cucine grandi e viste come locali importanti, finiture che riprendessero le caratteristiche della corte lombarda e, naturalmente, la predisposizione per il camino, che per tutte queste caratteristiche è stata sempre usata, come ho premesso, come veicolo pubblicitario”. Quindi anche la richiesta è molto alta. Diciamo che all’inizio sono circa il cinquanta/sessanta per cento le persone che decidono di aprire il camino appena entrano in casa. Gli altri preferiscono farlo in un secondo tempo. Per essere più precisi, ovviamente tutti gli appartamenti sono dotati di predisposizione e c’è una canna fumaria: successivamente qualcuno sa di avere la possibilità ma aspetta il momento adatto per sfruttarla, mentre altri fanno già fare il collegamento e inseriscono direttamente l’impianto: fanno mettere il prefabbricato da noi, mentre quella struttura che deve andare a sposarsi con l’arredo viene inserita in un secondo tempo: mediamente un mese dopo l’ingresso nell’appartamento. Qual è l’approccio dei clienti che scelgono d’inserire subito un camino nella loro abitazione? A differenza di altri elementi d’arredo, chi vuole il camino lo ritiene un elemento fondamentale. Il camino è estremamente caratterizzante di uno stile di vita: da un punto di vista strettamente pratico, nelle case moderne c’è un riscaldamento centralizzato, quindi non si richiederebbe la presenza di un focolare. Quello che fa decidere di averne uno, è la poesia legata a quest’oggetto, e la sua capacità di produrre un calore “diverso” rispetto a quello di un semplice riscaldamento. Quali sono le tipologie di camini più usate? È una questione di filosofia personale: c’è chi sceglie una struttura più moderna, e chi invece sceglie un camino sul quale sia possibile cuocere la brace all’interno dell’appartamento. Va detto poi che la presenza di questo elemento è apprezzata non solo in salotto, ma anche in camera da letto: il camino, quindi, anche come elemento aggregante per la coppia. Molto belli, a mio parere, sono anche quei camini che in realtà diventano una fiamma all’interno del muro: sono realizzati con una leggerissima copertura e un pavimento in ghisa, e richiamano alla memoria sensazioni arcaiche come quelle della grotta. Qual è il suo rapporto personale con il camino? Intanto premetto che io ho il camino a casa, anche se non delle dimensioni che vorrei. Per me è un elemento vivo, e per tutto il tempo in cui lo tengo acceso, anche diverse ore, finisco per stare sempre lì, a godere della sua magia. Credo di essere influenzata da uno dei miei viaggi: in Inghilterra ero ospite in un luogo dove il camino veniva utilizzato in tutte le stanze (…) si creava un’atmosfera rilassata e familiare che non ho mai dimenticato. Credo che se il camino oggi, viene così richiesto e apprezzato, è per poter creare in casa quella atmosfera capace di difendere dalle aggressioni esterne che ogni giorno subiamo. Ritornando al Castello di Cusago e al suo camino ultracentenario… A quando risale la sua edificazione? Il castello è del ‘400, ed è stato visconteo e sforzesco. Ci sono molte leggende a riguardo: pare ci sia un percorso sotterraneo che collega il castello di Cusago al Castello Sforzesco, tanto è vero che pur essendo più povero quello cusaghese è l’unico che abbia una struttura somigliante a quello di Milano. Al suo interno, sin dal 1468, c’è un camino che ha una storia molto particolare. Di cosa si tratta? Purtroppo nel tempo sono stati erosi, ma i simboli che lo ricoprivano sono ancora oggi visibili, e rappresentano una vera e propria testimonianza storica. Poi mi riferisco al suo utilizzo, che è cambiato più volte nel corso del tempo ed è simbolo dei diversi usi dei camini nel corso della storia. All’inizio, infatti, il luogo in cui è stato costruito |