Una piscina nascosta

Un architetto italiano che opera da tempo in Spagna, Giovanni Melillo, è l’autore di questa bella e originale piscina che si nasconde dentro una tenuta a mezza costa di una lussureggiante collina spagnola. La casa, costruita in pietra a vista, si trova al di là di un tunnel che passa sotto un terrapieno, dando alla piscina il massimo della segretezza in un giardino già di per sé “segreto”.

Realizzazione: Giovanni Melillo, architetto
Testo: Walter Pagliero e Cristina Garreta Visa
Foto: Emilio Rodríguez Ferrer

Una piscina nascosta alla maniera araba

Un architetto italiano che opera da tempo in Spagna, Giovanni Melillo, è l’autore di questa bella e originale piscina che si nasconde dentro una tenuta a mezza costa di una lussureggiante collina spagnola. La casa, costruita in pietra a vista, si trova al di là di un tunnel che passa sotto un terrapieno, dando alla piscina il massimo della segretezza in un giardino già di per sé “segreto”. L’architetto in questo caso ha voluto sottolineare l’aspetto medioevale (e molto arabo) di una concezione tipica della zona: il chiudere tra alte mura la propria vita privata. E ha inserito la vasca tra i muri di contenimento in pietra (la stessa pietra usata per la casa) in compagnia di un piccolo prato all’inglese. In fondo alla piscina ha poi costruito (con tegole arabe) un piccolo padiglione (alla maniera araba) dove ripararsi dal sole. Con 14 metri di lunghezza e 4 di larghezza, ha una profondità massima di m. 2,50 per cui è perfetta per il nuoto e i tuffi dal bordo. Si tratta di una piscina a sfioro dove il ricambio d’acqua avviene attraverso un canale collettore nascosto da una pedana, in listoni di legno teak, che la circonda su tre lati.

Internamente la vasca è foderata con piastrelline di grès (dal bianco a varie sfumature di azzurro) che donano all’acqua l’aspetto del mare profondo. Tutto intorno vi è un prato molto curato su cui si affaccia, a chiusura della piscina, un piccolo padiglione sorretto da eleganti pilastri di marmo e coperto da un tetto di tegole di recupero (provenienti dal vicino Marocco) che lo fanno sembrare un reperto araboandaluso. L’architetto Giovanni Melillo ha fatto una scelta, forse obbligata, ma molto redditizia in termini d’immagine: inserire la piscina tra una serie di muri e muretti in pietra che animano il giardino su più livelli. Ma non solo. I muri sostengono piccoli giardini pensili, boschi con alberi d’alto fusto, scale, passaggi sopraelevati. Sono forati da archi (molto scenografici) in modo da non essere impenetrabili, ma da mettere in comunicazione tra loro i vari “giardini segreti”. E sopra tanta pietra fa la sua apparizione un altro materiale nobile tradizionale, il cotto. Il pavimento è in cotto, i gradini sono in cotto, i tanti vasi con fiori o con piante tropicali sono in cotto. E’ una sinfonia di blu (l’acqua della piscina e il cielo di Spagna), di grigio (la pietra), di rosso (il cotto) e di verde (il prato e le piante).

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