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Coordinatori del laboratorio Sorprende come un tema circoscritto riesca a contenere tanti approcci diversi alla sua trattazione. Nel laboratorio ‘Infrastrutture e nuovi insediamenti’ il tema dell’architettura oltre la forma – paesaggi urbani sostenibili, scelto per l’edizione 2007 del Seminario internazionale e Premio di Architettura e Cultura Urbana di Camerino, ha suscitato un dibattito acceso e interessante.
L’architetto Claudio Marchesi ci ha raccontato il ‘frammento urbano’ attraverso il lavoro di sette studenti del corso della prof. arch. M. A. Caminiti del CDL di Ingegneria per il recupero dell’Università degli Studi di Messina. Il nuovo insediamento da progettare è un isolato che occupa lo spazio libero tra due tratti rettilinei di una strada carrabile in Dal corso del prof. Enrico Corti dell’Università degli Studi di Cagliari i gruppi formati da Andrea Corona e Mauro Murru e da Sara Grandinetti e Valentina Massidda hanno lanciato la provocazione dell’uso di un software parametrico per la progettazione architettonica.
I gruppi di Laura Ferrrari, Francesca Masia e Maddalena Pisano e di Alessandro Mameli, Grazia Melis, Alessandro Meloni e Maria Greca Sollai si sono cimentati, sotto la supervisione di O. Merone e L. Tuveri, nel progetto di un complesso residenziale turistico sempre nella regione del Sarrabus. Tra i loro obiettivi: la promozione di turismo alternativo, con un basso impatto sul territorio e con possibilità di rotazioni d’uso nelle diverse stagioni come alloggi estivi trasformabili Serena Fiorelli (Politecnico di Torino, relatore prof. Sergio Ignazio Vitagliani, correlatore prof. Roberto Mattone) ha sviluppato un prototipo di casa innovativa sostenibile chiedendosi quali saranno le nuove esigenze degli inquilini del futuro e come le nuove tecnologie, anche digitali, possano soddisfarle. Di grande interesse sono state le presentazioni dei progetti di due parchi.
Mentre la tesi di laurea di Adele Maria Platania (Università degli Studi di Firenze, relatore prof. Susanna Magnelli, correlatore geol. ‘Poetics city’ è il nome del sensibile intervento che Enrica Pieragostini (Università degli Studi di Camerino, relatore prof. Salvatore Santuccio, correlatore prof. Graziano Leoni) ha proposto per il ‘Riuso e la valorizzazione ambientale nell’isola Palmaria alle Cinque Terre’ di un rustico abbandonato dal 1968. Partendo dalla vocazione poetica che questa zona, amata dai poeti inglesi quali Byron e Shelley, ha sin dalla prima metà dell’ottocento, ‘l’ecomostro’ verrà riconvertito in una scuola per la poesia romantica attraverso l’inserimento di padiglioni/ diamanti che ospiteranno le aule e i servizi.
La disposizione dei diamanti oltre a tener conto delle preesistenze architettoniche e naturalistiche è stata guidata dalla riproposizione della trama di alcune costellazione visibili dall’emisfero boreale. Gli studenti del corso di Geografia della prof. Susanna Magnelli dell’Università degli Studi di Firenze si sono interrogati sulle trasformazioni del paesaggio toscano. Lorenzo Racano, Annalisa Rustici e Valentina Satti hanno cercato di individuare una strategia diversa per l’inserimento di insediamenti industriali lungo gli assi di comunicazione viaria. Il progetto per il nuovo polo commerciale/industriale nella valle dello Staggia si pone con un atteggiamento più rispettoso dei valori paesaggistici della zona. Inserendo una fascia più compatta di capannoni sul fronte stradale, liberano le aree più interne a rischio di allagamento rispettando le partizioni tradizionali dei campi e il tracciato dei canali nel rispetto del regime delle acque in una zona ad alto rischio idraulico. Analogamente si muove il progetto di Daniel Sacripanti per la ricollocazione di volumi industriali nella piana di Campaldino, nel Casentino: i capannoni vengono riposizionati nel rispetto di antichi tracciati viari e idraulici per recuperare i valori identitari del paesaggio rurale toscano compromesso dalla miope speculazione. Struttura metropolitana nella periferia romana
Fabrizio Rubai e Simone Rusci propongono una serie di piccoli interventi mirati per la città di Sovana con lo scopo di stimolare ‘dinamiche turistiche attuali’. La tesi di laurea di Maria Elena Tinnirello (Università degli Studi ‘La Sapienza’ di Roma, Facoltà di Valle Giulia, relatore prof. Franco Purini, correlatore prof. Dina Nencini) propone l’inserimento di un polo universitario e di servizi socio-culturali nella città di Caltagirone, che oggi rischia un progressivo abbandono. L’intervento nel centro storico parte dall’applicazione di rapporti volumetrici derivati dall’analisi della città antica e tiene conto dell’impatto del nuovo edificio sul profilo della città e sul tessuto storico e cerca di integrare i percorsi esistenti attirandoli all’interno dell’edificio o sopra di esso, dando alla nuova costruzione lo stesso carattere di complessità di una città. Il rapporto tra territorio e costruzioni a grande scala è stato indagato dagli studenti del corso di sintesi finale del prof. Franco Purini dell’Università degli Studi ‘La Sapienza’ di Roma, Facoltà di Valle Giulia. Se dal punto di vista formale e iconografico il risultato di questi progetti è sempre molto convincente, sembra chiara la scelta di non approfondire lo studio del rapporto col contesto, avendo, questi oggetti, una dimensione non confrontabile con ciò che li circonda. Un altro progetto a scala territoriale è quello per il recupero dell’area industriale ex S.I.R. di Lamezia Terme. Sabrina Durante e Giuseppe Giovinazzo (Università degli Studi di Reggio Calabria, relatore prof. Laura Thermes, correlatore prof. Ottavio Amaro) hanno progettato un nuovo polo tecnologico, una città logistica, basato su punti, linee e superfici ovvero edifici isolati, percorsi e una grande piastra tagliata in più punti. La nuova mega struttura sarà in grado di ospitare il terminal intermodale, comparti pluriaziendali, spazi collettivi, magazzini, parcheggi e servizi. Andrea Marrosu e Marco Scampuddu (Università degli Studi di Cagliari, relatore prof. Enrico Corti, correlatore ing. Luca Tuberi) hanno immaginato un nuovo brano di città per il settore meridionale di Olbia con l’obiettivo di integrare il nuovo insediamento con l’ambiente naturale. Edifici a torre , in linea e case unifamiliari definiscono l’intervento destinato a residenti stanziali e stagionali. Gianfranco Potestà, urbanologo, ha sollevato interessanti interrogativi sul ruolo dell’architetto nel processo di trasformazione della città contemporanea e sulla possibilità di invertire la tendenza, dominante sul piano globale, alla diffusione di slums e ghetti.
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