Vetri antirumore

Il vetro antirumore rappresenta la soluzione ideale per aumentare l’isolamento contro i rumori che si diffondono nell’aria e i rumori di contatto. Agire unicamente sulle fonti del rumore è piuttosto difficile, ma è possibile modificare fortemente le infiltrazioni del rumore all’interno dell’ambiente in cui viviamo. Con vetri normali, aumentando lo spessore, non si risolve il problema acustico, mentre il vetro antirumore, agendo come ammortizzatore tra le due lastre di vetro, impedisce la vibrazione così che si elimina il problema del rumore.
Acustica
Il Decreto del 5/12/1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”, entrato in vigore nel Marzo 1998, ha determinato l’obbligo di progettare e costruire secondo parametri precisi per garantire l’isolamento acustico.
L’obbligo di soddisfare precisi requisiti in termini di isolamento acustico dalla trasmissione dei rumori aerei e impattivi, imposto da questo Decreto, implica l’utilizzo di materiali idonei. Il Decreto è entrato in vigore nel Marzo 1998 creando inizialmente molte discussioni riguardo alla sua applicabilità. I successivi comunicati ministeriali hanno definitivamente chiarito che il Decreto è cogente e applicabile anche nel caso di  contenzioso tra privati. Disattendere in sede progettuale le prescrizioni imposte può comportare l’impossibilità di rimediare agli errori commessi e di incorrere a controversie giudiziarie.
Nella definizione del problema “Acustica” si devono tenere presenti alcuni concetti essenziali di validità generale che costituiscono un utile riferimento nella scelta delle tecnologie più adeguate e soprattutto per evitare errori la cui correzione a posteriori è impossibile o molto onerosa. La posa in opera e l’accuratezza esecutiva possono influenzare molto le prestazioni certificate dei singoli elementi.
La normativa italiana
Il D.P.C.M. 5/12/1997 impone valori massimi ai livelli di rumore delle sorgenti interne agli edifici, e il rispetto dei requisiti acustici passivi dei loro componenti in opera, al fine di ridurre l’esposizione umana al rumore.
Gli edifici sono distinti in categorie in funzione della destinazione d’uso: Cat. A Residenza o assimilabili; B Uffici e assimilabili; C Alberghi, pensioni e attività assimilabili; D Ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; E Attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; F Attività ricreative o di culto o assimilabili; G Attività commerciali o assimilabili.
Dopo aver descritto le categorie, il Decreto definisce dei parametri attraverso i quali valutare le caratteristiche acustiche degli edifici, tenendo conto della rumorosità degli impianti interni, del potere fonoisolante delle pareti orizzontali e delle pareti verticali.
I parametri e le categorie definiscono una matrice con i valori limite che le parti dell’edificio devono rispettare. L’indicatore di maggiore interesse per il vetro è l’indice di isolamento acustico di facciata (D2m,nT,w) che, secondo il Decreto, deve essere preso in considerazione sia per le nuove costruzioni, sia ogni volta che si vanno a sostituire i serramenti. L’isolamento acustico garantito dalla facciata di un edificio dipende dalle prestazioni dei singoli elementi che la costituiscono.
I materiali e le parti di facciata acusticamente meno performanti sono in grado di influire maggiormente in modo negativo sull’isolamento complessivo, al punto che questo pesso si avvicina al valore dell’elemento più debole.
In particolare, è necessario prestare attenzione agli infissi, ai cassonetti degli avvolgibili e alle prese dell’aria.L’indice di isolamento dei materiali
Per la determinazione dell’indice di valutazione Rw è stata definita una procedura che richiede il confronto tra la curva dell’abbattimento acustico in funzione della frequenza (Hz) e la curva di riferimento. In questo modo si individua un valore in decibel, che classifica in modo convenzionale la prestazione di isolamento acustico.
L’assorbimento delle vetrate isolanti
Nelle finestre costituite da due parti distinte, vetro (in genere per l’80%) e telaio (restante 20%), la prestazione a cui fare riferimento è quella complessiva. Un infisso mancante di guarnizioni di tenuta può limitare fortemente le prestazioni, indipendentemente dall’isolamento acustico del vetro. Se il serramento ha una battuta non perfetta, l’isolamento della finestra può essere inferiore di circa 8 dB a quello stimato. Le prestazioni acustiche delle vetrate vengono riferite alla trasmissione sonora diretta attraverso il vetro. Non tengono pertanto conto della trasmissione sonora che attraversa il telaio o altri elementi e quindi tali prestazioni sono sempre superiori a quelle che caratterizzano l’infisso finito e posto in opera. L’aumento di spessore dell’intercapedine nelle vetrate isolanti porta pochi benefici, apprezzabili solo tra i 50 e i 150 mm di spessore. Per scegliere o consigliare una soluzione vetraria che fornisca un buon isolamento acustico si devono considerare: – la rumorosità esterna (dipendente dalla zona, dal traffico, dal grado di urbanizzazione); – la destinazione dell’ambiente interno (può essere abitazione, ufficio, ospedale ecc.); – valori di riferimento secondo il D.P.C.M. del 5/12/1997. Grande attenzione si deve prestare durante la posa in opera, per evitare ponti acustici così vanificando le prestazioni della finestra. La classe di permeabilità all’aria del serramento deve essere la più alta possibile.
Per ottenere valori di abbattimento acustico maggiori, bisogna aumentare la massa superficiale del materiale che separa l’ambiente dalla sorgente di rumore, quindi è necessario incrementare lo spessore delle lastre nelle vetrate isolanti. È necessario fare attenzione alla frequenza critica di risonanza della lastra, che dipende dallo spessore. Questa può ridurre notevolmente la capacità di abbattere il suono. Per evitare gli effetti negativi del fenomeno è possibile realizzare vetrate isolanti con lastre di spessore differente.

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